Smantellata la filiera del falso: 14 nei guai, maxi sequestro di merce contraffatta
Per la finanza la gang gestiva una catena di montaggio dalla riproduzione dei marchi delle griffe fino alla vendita in Europa e Asia
Una vera e propria catena di montaggio, una intera filiera del falso è stata smascherata dalla guardia di finanza di Lucca, nell’ambito di una indagine coordinata dalla procura della Repubblica di Firenze e la Dda. L’inchiesta, ritengono gli inquirenti, è riuscita a smantellare quella che viene creduta una organizzazione a delinquere specializzata nella produzione, commercializzazione e ricettazione di prodotti di pelletteria di alto pregio con marchi contraffatti.
Merce realizzata in modo assolutamente indistinguibile dall’originale e che veniva poi venduta, secondo l’accusa, in Europa, America e Asia. Le indagini sono partite da alcuni controlli svolti dai finanzieri di Viareggio volte a tutelare il made in Italy in un mercato, come quello della Versilia, che si apre a importanti flussi turistici. Da qui le fiamme gialle hanno ricostruito l’intera filiera produttiva dei prodotti di pelletteria contraffatti rinvenuti, inizialmente, nei territori della provincia di Lucca quale mercato di sbocco.
Le successive investigazioni – sviluppate attraverso l’esecuzione di attività tecniche, l’analisi di dispositivi informatici, il controllo delle spedizioni internazionali, i servizi di osservazione, controllo e pedinamento – hanno consentito agli inquirenti di ampliare il raggio di azione, individuando i componenti della gang e gli opifici dove venivano realizzati i prodotti. Così è stato possibile ricostruire le vendite e relative spedizioni di merce illecita dall’Italia verso l’Estero.
Nel corso delle attività sarebbe poi emerso che una parte dei prodotti in pelletteria contraffatti venivano fabbricati da società licenziatarie (e/o sub lavoranti) delle case di moda titolari dei famosi Brands. Secondo l’accusa queste imprese avrebbero dato vita ad un’illecita sovrapproduzione di beni, il cosiddetto overruns, con conseguente sottrazione, ai danni delle citate case di moda, non solo di materie prime necessarie alla produzione dei beni, ma anche del necessario know-how (disegni, modelli e brevetti), riuscendo a generare considerevoli guadagni illeciti (con annessa evasione fiscale).
Basti pensare, ad esempio, che una borsa da donna Chanel, modello Boy (medium), commercializzata nelle boutique ufficiali a circa 6.200 euro, veniva realizzata dagli indagati con fattezze e qualità pressoché identiche all’originale e venduta ad un prezzo oscillante tra 1.600 e 2.200 euro. Il fenomeno dell’overruns è probabilmente la tipologia di contraffazione più insidiosa da scovare, data l’identicità quasi totale della merce prodotta a quella originale.
Sulla base degli elementi raccolti, la Procura distrettuale antimafia ha predisposto avviso di conclusione delle indagini, ipotizzando si possa configurare il reato di associazione a delinquere nei confronti di 14 persone (10 di nazionalità italiana, 3 di nazionalità cinese e 1 cittadino di nazionalità marocchina), poiché ritenuti parte di una struttura associativa avente il preciso scopo di creare articoli contraffatti di elevata qualità da immettere, poi, sul mercato nazionale ed estero.
Secondo gli inquirenti la gang, con base operativa in Toscana, avrebbe vantato una fitta rete di contatti, che consentiva di curare tutti i passaggi della produzione (dalla lavorazione della pelle all’approvvigionamento delle materie prima), della vendita, nonché della commercializzazione dei beni, che avveniva in negozi di lusso localizzati anche in Ungheria, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare di Corea, Francia, Germania, Gran Bretagna, Qatar, Austria, Canada e Stati Uniti d’America.
Nel corso delle investigazioni sono stati sottoposti a sequestro circa 50.000 articoli, tra prodotti finiti in pelletteria di alto pregio e accessori recanti marchi industriali contraffatti delle più prestigiose griffes di moda nazionali ed estere (Gucci, Ferragamo, Louis Vuitton, Chanel, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Celine, Givenchy, Prada, Dior, Hermes, Moschino, Bulgari, Burberry, Chloè, Fendi, Boss, Mont Blanc, Valentino, Calvin Klein, Furla, Emporio Armani, Bally, Tod’s), ed è stata data esecuzione a una misura cautelare patrimoniale emessa dal gip di Firenze, consistente nel sequestro preventivo pari a circa 1 milione di euro, corrispondente al presunto profitto dei reati.
Nel corso della relativa esecuzione sono stati sequestrati, tra l’altro, 150 mila euro in contanti, 2 autovetture e altri beni del valore commerciale di oltre 200mila euro.