Anche a Lucca scritte sui muri in sostegno di Alfredo Cospito e contro il 41 bis

21 febbraio 2023 | 14:57
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Il leader anarchico sta affrontando da più di cento giorni uno sciopero della fame per chiedere l’abolizione delle norme sul carcere duro

Raid a San Concordio e di fronte al cimitero di Sant’Anna dove sono apparse delle frasi, vergate con spray nero, che chiedono l’abolizione del “carcere duro” e la liberazione del leader degli anarchici, oggi al 41 bis, Alfredo Cospito.

La vicenda di Cospito è salita alla ribalta delle cronache dopo che l’anarchico ha intrapreso uno sciopero della fame che dura da più di cento giorni, per chiedere l’abolizione del 41 bis, il carcere duro previsto per mafiosi e terroristi. Cospito era stata arrestato nel 2012 e successivamente condannato a 10 anni e 8 mesi di carcere per aver sparato un colpo di pistola al polpaccio dell’amministratore delegato di un’azienda.

Mentre scontava la pena per questo reato, Cospito è stato accusato di aver piazzato nel 2006, due bombe artigianali vicino ad una scuola di Carabinieri in provincia di Cuneo. Anche se l’esplosione dei due ordigni rudimentali, non ha causato né morti né feriti, per questa nuova accusa, Cospito, è stato condannato ad altri 20 anni di carcere per il reato di strage. Con lo scopo di tagliare i contatti tra il detenuto e altri esponenti degli anarchici fuori dal carcere, i magistrati hanno chiesto l’applicazione del 41 bis.

Cospito, da parte sua ha intrapreso uno sciopero della fame che dura ormai da più di 100 giorni ed ha incassato il sostegno della galassia anarchica e del mondo dell’antagonismo.

Oggi  (21 febbraio) anche a Lucca sono state individuate delle scritte in sostegno alla sua lotta, No al 41 bis e Aboliamo il carcere, si possono leggere sul muro di un edificio abbandonato di fronte al cimitero monumentale in via delle Tagliate. Sul muro del cantiere della piazza coperta a San Concordio, si legge invece Alfredo Cospito resiste e Non c’è vita in una tomba per vivi aboliamo il carcere.

La discussione sull’abolizione del carcere duro, del 41 bis e dell’ergastolo ostativo, è un argomento da molto tempo dibattuto e che vede punti di vista contrapposti e per cui l’Italia ha già subito una condanna dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo nel 2018.