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“Il cuoco ci ha violentate”, ma era tutto falso. Due ragazze condannate a pagare i danni per la calunnia

28 febbraio 2023 | 15:03
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“Il cuoco ci ha violentate”, ma era tutto falso. Due ragazze condannate a pagare i danni per la calunnia

Finito il calvario del giovane, residente in Lucchesia: le due studentesse hanno confessato di essersi inventate tutto dopo aver saltato le lezioni a scuola

Da mostro a innocente ma dopo un anno da incubo. Ora chi lo aveva accusato falsamente di violenza sessuale dovrà pagare i danni, circa 18mila euro. Una gran brutta storia iniziata nel 2007 quando l’allora 21enne si era ritrovato all’improvviso in un sogno terribile, e ad occhi aperti, e dal quale temeva di non risvegliarsi più.

Un anno dopo riuscirà a venirne fuori ma il prezzo che ha dovuto pagare è a dir poco inimmaginabile. Due studentesse minorenni della scuola superiore decidono di saltare le lezioni rifugiandosi nell’abitazione del cuoco dell’istituto toscano, all’interno della stessa scuola, chiedendo da bere e adducendo scuse varie sulla loro assenza dalla classe.

Il ragazzo probabilmente comprende che le due studentesse hanno “marinato” le lezioni ma ad ogni modo tiene il segreto per sé, non potendo sapere minimamente quello che gli sarebbe accaduto da lì a poche ore, e che gli avrebbe sconvolto la vita. Il cuoco intrattiene le due studentesse mentre inizia a preparare il pranzo per la mensa della scuola parlando del più e del meno, come emerge dai resoconti processuali, e dopo un paio d’ore le saluta quando vanno via raccomandando loro di non saltare altre lezioni e consigli generici vari, come avviene quando si scambiano due chiacchiere fra persone non così diverse di età.

Le due ragazze però vengono scoperte poco dopo da alcune insegnanti e a quel punto per giustificare la loro assenza dall’aula decidono di inventare di sana pianta, come verrà fuori nel processo, la scusa più inattaccabile di tutte con l’accusa più infamante possibile. “Siamo state violentate dal cuoco stamattina ecco perché non eravamo in classe”.

Inevitabili le conseguenze penali per il giovane che viene sottoposto ad indagini per violenza sessuale aggravata. Da lì cominciano per lui i 12 mesi da incubo, forse i peggiori della sua vita, e solo l’anno successivo il gip del ribunale del capoluogo toscano dove è avvenuto il fatto lo proscioglie da ogni accusa. Le due studentesse incalzate da investigatori e inquirenti nei mesi crollano e confessano. Ma il danno per lui ormai è stato fatto. Additato come mostro da molti all’inizio, viene sospeso dal lavoro e va in crisi anche il rapporto sentimentale con la sua fidanzata. Nel quartiere dove abitava appaiono anche scritte minacciose e ingiuriose nei suoi confronti e a quel punto è lui a crollare. Si chiude in casa, depresso e incredulo di tutto quello che accade intorno a lui.

Dopo la proclamazione di innocenza ritorna a respirare e le due studentesse finiscono sotto processo al tribunale dei minori di Firenze per calunnia. Ma nel 2014 i giudici riconoscono loro il perdono giudiziale per aver ammesso tutte le loro colpe. Il ragazzo però decide di andar via e si trasferisce in Lucchesia per rifarsi una vita anche lavorativa e nel frattempo trova anche la forza di perdonare la sua fidanzata che all’epoca lo aveva lasciato ma che successivamente si era pentita di aver agito d’istinto (vista la giovane età) e qualche anno dopo si sono pure sposati e hanno messo su famiglia.

Rimaneva in piedi ancora la causa che aveva proposto per risarcimento danni alle due studentesse nel frattempo divenute maggiorenni. E nei giorni scorsi la sentenza di condanna. Si legge infatti nelle decisioni del tribunale del capoluogo toscano dove si erano svolti  i fatti: “Il Tribunale, in composizione monocratica, definitivamente pronunciando sulle domande come precisate nelle conclusioni delle parti sopra riportate, disattesa ogni altra domanda, istanza ed eccezione, così provvede: condanna le due ragazze, in solido, a pagare all’uomo 18mila euro oltre interessi e rivalutazione, come da motivazione; condanna entrambe, in solido, alle spese di giudizio per 5077 euro oltre accessori, come da motivazione”.

Ora da un punto di vista giudiziario si sono concluse tutte le vicende processuali scaturite da quelle false accuse.