Condannato a Roma per corruzione ex commissario di polizia: ha lavorato anche a Lucca

23 marzo 2023 | 20:25
Share0
Condannato a Roma per corruzione ex commissario di polizia: ha lavorato anche a Lucca

Nove anni per aver rivelato l’imminenza di uin controllo in una sala giochi di un uomo considerato vicino al clan Spada

Ex commissario di polizia condannato a 9 anni di reclusione per corruzione dai giudici romani.

Il 60enne, che ha lavorato anche a Lucca prima di essere trasferito ad Ostia, era stato condannato anche dal tribunale cittadino nel 2021 per falso, dopo aver attestato di aver cambiato la residenza da Roma a Lucca, a seguito del trasferimento, per ottenere dalla prefettura lucchese l’indennità di prima sistemazione.

L’uomo aveva avuto un’altra condanna a 4 anni di reclusione per peculato, falso e truffa, sempre da parte dei giudici capitolini e oggi (23 marzo) la condanna più pesante e per i reati peggiori. Avrebbe coperto un uomo del clan Spada in cambio di soldi.

L’ex poliziotto era accusato nell’ultimo processo romano di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio, soppressione di atti, falso e violazione del codice in materia di protezione dei dati personali. I giudici dell’ottava sezione collegiale del tribunale di Roma hanno, inoltre, disposto altre tre condanne di cui una a 6 anni e mezzo per un altro imputato, anche lui a giudizio per corruzione.

I fatti risalgono a un periodo compreso tra il 2015 e il 2016. L’uomo era titolare di una sala giochi, ed è finito a processo per aver corrotto l’ex poliziotto al fine di non fare risultare la presenza di un component del clan Spada nelle sue sale giochi. L’accusa contestava all’ex commissario di avere compiuto atti contrari ai doveri del suo ufficio anche sotto il profilo della violazione dei doveri di imparzialità della pubblica amministrazione. L’ex poliziotto, per gli inquirenti, sarebbe intervenuto a seguito di controlli nelle sale giochi effettuati dal personale del commissariato di Ostia da lui diretto, per risolvere le questioni insorte, assicurando un esito favorevole alle procedure amministrative attivate o, comunque, di minore pregiudizio.

Per la Dda romana l’ex dirigente del commissariato di Ostia avrebbe rivelato l’imminenza di un controllo di polizia amministrativa sulla sala giochi, condotta da lui, mentre la notizia doveva rimanere segreta proprio al fine di non consentire le azioni di occultamento delle irregolarità nella gestione delle attività. Accuse che hanno portato alla pesante condanna a 9 anni di reclusione.

Che gli Spada, come molte organizzazioni criminali, possano godere di appoggi, in alcuni casi, anche da parte di uomini dello Stato è risaputo da anni. Nell’inchiesta dell’epoca finirono oltre dieci indagati, tra cui alcuni altri agenti di polizia considerati vicini a Carfagna, definito dagli inquirenti socialmente pericoloso e inserito in un contesto criminale lidense di indubbio spessore. Queste le decisioni di primo grado.