Soldi in cambio di documenti del fantomatico ‘Stato antartico di San Giorgio’: via al processo

Coinvolti due viareggini, che hanno fatto richiesta di patteggiamento, e un lucchese che sarà giudicato con rito abbreviato a partire dal 27 aprile
Sono state rinviate a giudizio 14 delle 23 persone coinvolte nell’inchiesta denominata L’isola che non c’è condotta dalla procura di Catanzaro sulla presunta truffa dello Stato teocratico antartico di San Giorgio. Sono accusati di aver inventato uno Stato per ottenere soldi dai cittadini in cambio di documenti falsi. Tre di queste sono della provincia di Lucca.
Quattro delle persone per le quali è stato chiesto il processo hanno chiesto il rito abbreviato, in tre hanno già fatto richiesta di patteggiamento, tra cui una donna di 51 anni e un uomo di Viareggio (marito e moglie, lui ex alto ufficiale, generale in pensione, 72 anni), e il prossimo 27 aprile si volgerà la prima udienza davanti al gup distrettuale calabrese. Tra gli indagati che hanno chiesto l’abbreviato anche un 41enne di Lucca. Le udienze, per chi ha scelto invece il rito ordinario, sono iniziate ieri (29 marzo).
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, riciclaggio, tentata estorsione, esercizio abusivo di una professione, favoreggiamento e falso. Le vittime, circa 700, per l’accusa avrebbero pagato tra i 200 e i 1000 euro per passaporti e documenti, ovviamente falsi, del fantomatico Stato antartico.
L’indagine che con il coinvolgimento delle questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani ha portato alla luce la truffa era partita il 7 aprile del 2021 con una perquisizione in un immobile di Catanzaro indicato come la sede diplomatica del presunto Stato, ed era poi culminata con un blitz ad agosto dello scorso anno che aveva portato a 14 misure cautelari. Ai domiciliari erano finiti anche i tre indagati lucchesi. A seguito degli approfondimenti investigativi era emersa così l’esistenza di un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale finalizzata, per l’accusa, “alla commissione di un numero indeterminato di truffe fondate sul raggiro” basato proprio sull’esistenza dello “Stato teocratico Antartico di San Giorgio” come soggetto dotato di un’autonoma sovranità e di connessi privilegi in forza del “Trattato Antartico del 1959“.
Secondo l’ipotesi accusatoria, per dare credibilità agli occhi di ignari cittadini, i componenti della gang avrebbero utilizzato una serie di artifici, come l’apparente creazione di istituzioni varie (Capo di Stato, governo e relativi ministri, Corte di giustizia, tribunale supremo, delegazioni territoriali), di una gazzetta ufficiale, di siti internet e, soprattutto, il confezionamento di documenti d’identità anche validi per l’espatrio. In questo modo avrebbero portato oltre 700 persone residenti in tutta Italia ad acquisire la cittadinanza dell’inesistente Stato Antartico, su pagamento di una somma di denaro variabile tra i 200 e i mille euro, prospettando loro i vantaggi più disparati: dalla possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, alla possibilità di fruire di una burocrazia più snella per le proprie imprese o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero, alla possibilità di consentire l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri.