Appalti pilotati per il noleggio degli automezzi per la raccolta dei rifiuti: sei indagati dopo le indagini della Finanza

5 aprile 2023 | 09:09
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Le Fiamme Gialle avrebbero provato l’intesa l’ad di Sistema Ambiente, espressione della parte privata, e uno dei competitor. Coinvolto anche un professore dell’università di Firenze

Rifiuti e appalti pubblici, chiuse le indagini. In sei dovranno rispondere di tentata corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di sceltadel contraente al termine delle indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla procura di Lucca. Sono in corso le notifiche degli avvisi di conclusione delle indagini emessi dal pubblico ministero.

L’indagine ha visto coinvolta la società a partecipazione pubblica che si occupa di spazzamento ed igiene urbana, Sistema Ambiente, e una spa di Firenze, per la procedura di fornitura beni per un valore di oltre 6 milioni di euro.

Al centro delle indagini l’ex amministratore delegato della società, Giuseppe Caronna, espressione della parte privata, la Daneco, poi fallita e in liquidazione e ora presente in società attraverso il curatore fallimentare. I fatti si riferiscono al 2020 e 2021 e quindi nessun rilievo agli attuali vertici del consiglio di amministrazione, eletto durante il mandato del sindaco Mario Pardini. Gli altri indagati sarebbero due ex collaboratori di Sistema Ambiente, il legale rappresentante della società fiorentina e altri due soggetti di cui al momento non si conosce l’identità.

Le attività traggono origine da un’attenta analisi effettuata dagli specialisti del Nucleo Pef di Lucca sugli affidamenti fatti dalla società, che ha messo nel mirino una procedura – riferita al noleggio di automezzi speciali per la raccolta dei rifiuti – bandita in un periodo in cui il socio privato della società pubblica (un’azienda romana in liquidazione da oltre quattro anni) era stato dichiarato fallito, rilevando, inoltre, che l’amministratore delegato della stazione appaltante era stato nominato proprio in rappresentanza della società romana.

La procedura è stata investigata anche avvalendosi di notizie emerse in altri ambiti operativi, così da fornire alla locale autorità giudiziaria i necessari elementi per l’avvio di indagini tecniche, eseguite per tutto il periodo di svolgimento della gara sotto la costante direzione del pubblico ministero titolare del fascicolo, che ha disposto, successivamente, anche una serie di perquisizioni locali e personali, che consentivano di acquisire ulteriori riscontri.

L’indagine ha consentito di accertare che l’amministratore della società pubblica si era, verosimilmente, accordato con il legale rappresentante di operatore economico di Firenze ancora prima che la gara venisse pubblicata. È stato, infatti, accertato che i due si sono incontrati, ripetutamente, anche a pranzo, nella sede della società fiorentina, già nei mesi di giugno e luglio del 2021, in un periodo precedente alla pubblicazione della gara durante il quale l’amministratore delegato della società pubblica stava approntando personalmente la documentazione di gara, implementandola, di volta in volta, mediante l’introduzione di nuovi criteri di valutazione, definiti innovativi e che, invece, come riscontrato dagli accertamenti, avrebbero poi favorito il competitor.

Numerosi indizi raccolti hanno consentito di concludere che l’amministratore lucchese e quello fiorentino si erano accordati anche per l’individuazione dei componenti della commissione di gara, avvalendosi dell’intercessione di un professore universitario, dirigente di un dipartimento di ingegneria dell’università di Firenze, con il quale l’imprenditore fiorentino stava sviluppando altri importanti progetti nel settore delle energie rinnovabili.

L’amministratore delegato, per garantire il successo dell’accordo, è stato in continuo contatto con l’imprenditore fiorentino e con il presidente della commissione di gara durante tutta la fase di svolgimento della gara, anche incontrandosi personalmente con il primo nella sede della società fiorentina e con il professore negli uffici dell’università di Firenze.

Il riscontro dei verbali di gara ha consentito di accertare che i requisiti innovativi introdotti nel disciplinare, a seguito di insistenza dell’amministratore delegato, hanno consentito di ottenere punteggi aggiuntivi in favore della società di Firenze. La commissione di gara aveva riconosciuto una premialità all’offerta presentata da quest’ultima senza eseguire riscontri o approfondimenti di quanto genericamente dichiarato.

In un caso è stato accertato che la commissione ha attribuito un coefficiente ottimo per una riduzione dei tempi di consegna rispetto al termine massimo previsto dal disciplinare di gara di un solo giorno (209 giorni su massimo 210). In altri casi, invece la stessa commissione non dava alcun peso omunque non approfondiva la circostanza secondo la quale in presenza di un’offerta economica per mezzi prodotti dalla stessa casa costruttrice e con analoga motorizzazione, fatta dai due principali partecipanti, il competitor fiorentino aveva indicato consumi più bassi cosicché anche l’offerta economica era più vantaggiosa.

L’amministratore delegato, dopo la temporanea aggiudicazione di tre dei complessivi cinque lotti in favore della società fiorentina, ha anche contattato l’amministratore colluso per concordare un appuntamento nella sede del competitor e al quale si è presentata anche la Guardia di Finanza su delega dell’autorità giudiziaria.

Questo ha permesso di svelare gli accordi fraudolenti, l’annullamento della gara in questione. Dagli elementi probatori raccolti si è rilevato un possibile prezzo della tentata corruzione quantificato in euro 115mila euro.