Gioco d’azzardo in aumento in Lucchesia e Toscana, in provincia si sfiorano i 600 milioni di euro

L'allarme del pericolo di infiltrazione mafiosa questa volta arriva dalla relazione finale della commissione parlamentare antimafia

Gioco in aumento in Lucchesia e Toscana, in provincia si sfiorano i 600 milioni di euro e in regione siamo oltre i 5 miliardi e mezzo, tra fisico e on line. L’allarme, ennesimo, questa volta arriva dalla relazione finale della commissione parlamentare antimafia

Numeri impressionanti che attirano gli interessi dei clan della criminalità organizzata

Pubblicata nei giorni scorsi la relazione integrale finale della commissione parlamentare antimafia, una mole enorme di documenti raccolti fino allo scorso inverno e uno dei capitoli è dedicato alle influenze e al controllo della criminalità organizzata sul gioco in tutte le sue forme. L’attività istruttoria verteva dunque sull’impatto che il gioco d’azzardo, tanto nelle modalità di svolgimento illegali quanto in quelle su concessione dello Stato, provoca sulla generale questione criminale e sulla specifica evoluzione dell’associazionismo di tipo mafioso, nonché nell’esaminare l’esposizione del paese al rischio criminalità, con particolare riferimento alle associa­zioni per delinquere, che deriva proprio dall’imponente mercato dei giochi con vincite in denaro.

In Italia nel solo 2021 gli italiani infatti hanno “giocato” oltre 110 miliardi di euro, tra gioco fisico e on line o telematico. In Toscana il totale è pari a oltre 5 miliardi e 600mila euro, (quinta regione italiana) in provincia di Lucca circa 600 milioni di euro. Numeri impressionanti e anche pericolosi, sia per la salute dei cittadini-giocatori sia per l’appetibilità di queste cifre mostruose da parte della criminalità organizzata. E il trend è in costante aumento, ovunque, anche in Lucchesia e in Toscana. Il monopolio ha già previsto di sfiorare quota 120 miliardi per il 2022.

Dati che saranno pubblicati nelle prossime settimane. Si legge a tal proposito nella relazione: “La progressione della raccolta appare davvero imponente, passando da un totale di 35,42 miliardi di euro nell’anno 2006 ai 110,8 miliardi di euro nell’anno 2021, con un incremento sullo stesso anno precedente la pan­demia e nonostante le restrizioni sanitarie imposte su diversi aspetti della vita quotidiana delle persone”. Ovviamente il gioco on line e telematico ha superato quello fisico negli ultimi anni. E qui iniziano i primi “problemi” legati alla criminalità organizzata. Scrivono i relatori: “Appare dunque necessario poter escludere che, ad esempio attraverso una scommessa fittizia dall’esito concordato, si possano mascherare dazioni di denaro o trasferimenti all’estero di somme di denaro per pagamenti di operazioni illecite o a scopo di riciclaggio”. Ma tutto questo porta anche a una difficoltà di prevenire i fenomeni di azzardopatia sempre più diffusi. Prosegue infatti la relazione: “Una seconda e rilevante conseguenza è il ribaltamento delle propor­zioni tra ricavi erariali e margini dell’industria privata. Per ogni euro che viene trattenuto dallo Stato, corrisponde un margine per la filiera delle concessioni compreso tra 2,50 e 3 euro. Tale dato strutturale ostacola in modo insormontabile ogni decisione che valga a ottenere la riduzione delle frequenze dei giochi ai fini di prevenzione delle patologie correlate”.

La variabile criminale nel contesto delle regioni italiane. In Toscana è allarme riciclaggio

“Per effettuare una comparazione delle situazioni generali di sicurezza pubblica il Comitato ha utilizzato in via sperimentale un indice di crimi­nalità qualificato che attribuisce un peso particolare ad un gruppo specifico di reati ritenuti indicativi, o comunque reati-spia, della presenza sul territorio di forme criminali associative. I reati presi in considerazione e confrontati in base alla derivazione per 100 mila abitanti, sono i seguenti: riciclaggio e impiego di denaro di prove­nienza illecita; estorsione; rapina; usura; associazione per delinquere; associa­zione per delinquere di tipo mafioso; traffico di stupefacenti e frode informatica. La fonte è costituita dall’Istat nel capitolo sui delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria con riferimento all’anno 2021. Per la comparazione tra le regioni è stato utilizzato il metodo del ranking, attribuendo, prima per ciascun indicatore e poi per sintesi, il punteggio massimo (1000) alla regione con la minore incidenza dei reati ogni 100 mila abitanti, per proporzionare in ordine decrescente le altre regioni. In sostanza, a un punteggio più alto corrisponde un’esposizione minore. Viceversa, a u punteggio più basso corrisponde una maggiore esposizione”.

La Toscana è messa molto male per quanto riguarda il riciclaggio (126 punti), con uno dei punteggi più bassi che la posizione in classifica generale nella top ten, al decimo posto, tra le regioni più a rischio secondo tutti i criteri utilizzati dalla commissione. D’altronde anche durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario la Toscana era stata descritta come territorio dove i vari clan mafiosi (‘ndrangheta e camorra in primis) vengono per fare affari, e per ripulire il denaro proveniente dal traffico di droga e quindi riciclarlo magari anche nell’economia sana, inquinandola, con effetti negativi e deleteri da tutti i punti di vista, anche quelli economici e lavorativi come ha sottolineato Bankitalia nella relazione conclusiva dello scorso anno. Più mafia meno lavoro e meno soldi in giro, si arricchiscono sempre e solo loro. E il gioco visti i miliardi di euro che muove non poteva rimanere fuori dagli interessi della malavita organizzata. I moniti non mancano mai, e sono chiari e inequivocabili.