Turismo, una azienda su due non è in regola a Lucca

28 aprile 2023 | 13:22
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Turismo, una azienda su due non è in regola a Lucca

Lavoro nero, omissioni contributive o errati inquadramenti contrattuali

Ventisette aziende irregolari su quaranta ispezionate in Toscana, il 67,5%, e non è di conforto sapere che si tratta di una percentuale migliore rispetto alla media nazionale (76%). A Lucca un’azienda su due è irregolare.

Sono i dati, ben poco incoraggianti, emersi dall’operazione di vigilanza straordinaria che ha riguardato i settori del turismo e dei pubblici esercizi in tutta Italia  promossa e coordinata nei giorni scorsi dall’Ispettorato nazionale del lavoro. Qui il dettaglio e dentro c’è un po’ di tutto: lavoro nero, mancate formazioni, errati inquadramenti contrattuali, omissioni contributive.

I numeri

Nel dettaglio: sei aziende non in regola su otto a Firenze, tre su tre a Prato, una su due a Lucca, Grosseto e Pisa, un controllo e una irregolarità a Livorno, una su tre ad Arezzo, sette su otto a Siena, tre su quattro a Massa Carrara e tre su sette a Pistoia. 24 i lavoratori a nero: otto a Firenze, cinque a Prato, tre ad Arezzo, due a Grosseto, Pisa e Pistoia, uno a Siena e Massa Carrara; due i minori (a Firenze e Prato)

27 le attività sospese, sia per questioni riguardanti la manodopera che la sicurezza: anche qua in testa Firenze con cinque, tre a Prato, due ad Arezzo, Grosseto, Massa Carrara e Pisa (alla stessa azienda), una a Siena.

L’attacco

“Di fronte a questi dati, gravissimi, ripetiamo, come non domandarsi: ma dove sono finiti tutti quelli che in questi settori, imprese e loro associazioni, si lamentano di continuo per non trovare personale per le loro attività?” l’attacco in una nota congiunta di Cgil e Filcams Firenze con i segretari Maurizio Magi e Gianluca Lacoppola. “Come possono di fronte a questi dati pensare di pretendere una domanda di lavoro qualificata rispetto ad un’offerta così inadeguata e degradante? E inoltre: come possono pensare le nostre istituzioni tutte di dare centralità al turismo e al terziario nel nostro Paese senza una riqualificazione del lavoro che segni il passaggio, cruciale, dall’uscita da questo stato di oppressione a condizioni finalmente dignitose?”.
Dal sindacato anche la richiesta di “una discussione pubblica seria e non propagandistica per lo sviluppo economico e sociale del nostro territorio sempre più inviluppato nelle logiche distorte dell’overturismo, ormai riprese dopo la pandemia con tutto l’antico e noto vigore, e del nostro Paese tutto. E, ovviamente per farlo, è imprescindibile il nostro punto di vista, quello cioè di chi non solo intende rappresentare e difendere la qualità del lavoro ma anche quello di chi da tempo propugna un nuovo modello di città finalmente non più schiacciata dal peso della rendita”.