Cerimonia in forma privata all’università per la psichiatra uccisa al Santa Chiara

Oggi (30 aprile) l’ultimo saluto a Barbara Capovani. Per il suo presunto assassino erano stati chiesti un Tso e un ricovero in Rems
Lutto cittadino a Pisa, serrande abbassate e luci spente, nel giorno dei funerali di Barbara Capovani, la psichiatra del Santa Chiara uccisa.
Una cerimonia in forma privata nell’aula magna del palazzo della Sapienza, sede dell’Ateneo pisano, come richiesto dalla famiglia, a cui hanno partecipato colleghi e amici stretti. per dare l’ultimo saluto al medico 55enne presa a sprangate da Gianluca Paul Seung, ora in carcere con l’accusa di omicidio premeditato, all’uscita del lavoro davanti all’ospedale Santa Chiara, colpita brutalmente alla testa e al volto per almeno 10 volte e deceduta a Cisanello dopo che i medici, anche con un intervento chirurgico, hanno tentato di salvarle la vita.
Mercoledì (3 maggio), invece, è prevista una fiaccolata.
Intanto per il presunto omicida, ristretto nel centro sanitario dell’istituto penitenziario Don Bosco, sia il gip che la procura della città della Torre hanno incaricato due consulenti, Renato Ariatti e Rolando Paterniti, per due perizie psichiatriche.
Per Seung, che era sotto libertà vigilata, misura questa che sarebbe scaduta il prossimo mese di maggio, circa un mese prima dell’aggressione a Barbara Capovani, era stata fatta richiesta per un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) da parte della questura di Lucca. Proprio negli uffici lucchesi, a marzo scorso, dopo che si era presentato per presentare una delle sue innumerevoli, e farneticanti, denunce che da anni presentava ovunque e contro chiunque, aveva seminato del caos, e fu denunciato e mandato via. La richiesta di Tso fu inviata alle autorità competenti e la sua attuazione era in “itinere”. Senza contare che, in uno degli ultimi processi al tribunale di Lucca, per un’aggressione a un vigilante, era stato assolto in base a una perizia psichiatrica che lo aveva dichiarato incapace di intendere e volere ma il giudice, accertata la pericolosità sociale, aveva disposto un ricovero in una struttura apposita.