Invalido civile totale porta l’Asl in tribunale per avere una sedia a rotelle

Nonostante l’accordo raggiunto durante il processo l’azienda sanitaria condannata a pagare le spese legali
Una storia di vita alle spalle di sofferenza estrema ma la burocrazia italiana a volte è cieca e si è reso necessario “un passaggio” in aula per il riconoscimento di alcuni diritti. Affetto da una delle forme più gravi di disabilità ha dovuto rivolgersi ai giudici per avere una particolare sedia a rotelle necessaria per svolgere le sue giornate il più agevolmente possibile, come è nel suo pieno diritto, e non solo per legge.
Durante un’udienza del procedimento giudiziario l’Asl Toscana nord ovest cede e gli riconosce i presidi sanitari che gli sono indispensabili ma non ritiene di dover pagare le spese processuali. Nei giorni scorsi il giudice Antonella De Luca nella sentenza ha chiarito anche questo ennesimo passaggio processuale dopo aver dichiarato cessata la materia del contendere e interrotto il procedimento: è l’Asl che deve pagare le spese. Nonostante l’ammissione di responsabilità e la concessione dei benefici richiesti dall’invalido si è comunque dovuti arrivare fino alla sentenza. Lui è un ragazzo di Lucca invalido al 100% e in situazione di handicap grave, a seguito di alcune gravissime patologie che lo affliggono da tempo e non è autonomo da più punti di vista tanto che il tribunale di Lucca gli aveva assegnato un amministratore di sostegno.
Proprio l’amministratore aveva richiesto nei primi mesi del 2021 all’Asl gli ausili prescritti dal medico di famiglia: sollevatore e sedia wc/doccia. Un ausilio ideale per la casa o per le strutture sanitarie per trasportare le persone nella zona doccia o toilette. Il suo design consente di sollevare un paziente seduto sul suo letto e trasportarlo facilmente e agevolmente in bagno per tutte le necessità. Si tratta di sedie a rotella di ultima generazione che contribuiscono in modo fondamentale al miglioramento della qualità della vita di una persona disabile con gravi handicap come nel caso del ragazzo lucchese ma che ovviamente hanno un costo e che quindi possono essere richiesti alle Asl che deve verificare i requisiti di legge e fornire l’ausilio sanitario al disabile e pronunciarsi anche tempestivamente sulla richiesta stessa. Ma come si legge in sentenza l’Asl in questo caso non adempie alle richieste dell’amministratore di sostegno dell’invalido lucchese che senza ulteriori indugi si rivolge al Tribunale cittadino. A settembre del 2021 durante una udienza però avviene la svolta e i legali dell’azienda sanitaria e del ragazzo trovano un accordo: l’Asl fornirà la sedia richiesta. Ma si legge in sentenza “se le parti reciprocamente si davano atto che la materia del contendere è cessata per adempimento successivo al ricorso, tuttavia in mancanza di accordo chiedevano pronuncia sulle spese”.
Inevitabile il prosieguo del contenzioso sul punto. Nei giorni scorsi la sentenza: “Pertanto avendo l’Istituto, in sede amministrativa, adempiuto alle richieste, successivamente alla presentazione del ricorso, come dichiarato espressamente da entrambi i procuratori all’udienza del settembre del 2021 deve dichiararsi cessata la materia del contendere. Quanto alle spese di causa, esse possono compensarsi nei limiti della metà, alla luce del comportamento dell’Istituto che ha concesso la richiesta prestazione, nelle more del giudizio; il residuo – liquidato come precisato in dispositivo – va peraltro posto a carico dell’Ente, in base al principio della cosiddetta soccombenza virtuale”. Il giudice ha quindi compensato le spese di lite ma condannato l’Asl a pagare 1.000 euro di spese generali e rimborso forfettario. Forse visto l’accordo tra le parti, trovato durante il giudizio, si poteva evitare di arrivare fino alla sentenza per le spese legali ma la cosa più importante è che il ragazzo ha avuto ciò che gli spettava e di cui aveva bisogno. Sempre troppo poco tutto quello che si fa per le persone con disabilità così gravi.