Niente ok ai bungalow del campeggio nel Parco, il Comune deve pagare danni per 100mila euro

Il Consiglio di Stato ha dato ragione alla Bosco Verde Camping Srl e quantificato in 100mila euro il risarcimento: cinque volte di più rispetto al primo grado
La società Bosco verde camping srl, difesa dagli avvocati Gaetano Viciconte e Alessandro Turco, ha vinto in tutte le sedi giudiziarie possibili un contenzioso con il Comune di Viareggio per fatti inerenti un’area turistica, da lei gestita, all’interno del Parco regionale di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli.
La disputa sui permessi per la realizzazione di alcuni bungalow aveva visto anche due procedimenti penali conclusi positivamente nei confronti degli amministratori della società. Restavano da chiarire i rilievi amministrativi della vertenze e nei giorni scorsi il Consiglio di Stato non solo ha respinto l’appello del Comune che l’aveva condannato a risarcire 21mila euro alla società, ma ha accolto il controricorso della società e condannato il Comune di Viareggio a 100mila euro di risarcimento più interessi e rivalutazione dal 2015, anno di inizio della vertenza amministrativa. In pratica è stata quintuplicata la somma dovuta a titolo di risarcimento nel secondo grado di giudizio amministrativo.
Ben tre ricorsi sono stati riuniti dai giudici di Palazzo Spada che il 24 aprile scorso hanno emesso la sentenza definitiva sui fatti oggetto della lunga battaglia giudiziaria.
La ricostruzione giudiziaria dei fatti penali alla base della vicenda
Tutto era iniziato in realtà 2012, quando la Bosco Verde dopo aver installato presso il proprio campeggio 46 case mobili o bungalow, era finita sotto processo penale al tribunale di Lucca perché a detta degli inquirenti non aveva richiesto alcun titolo edilizio ovvero paesaggistico. Per questo fatto, la procura di Lucca aveva aperto un procedimento penale, contro gli amministratori della società stessa, contestando loro il reato di costruzione abusiva in area vincolata. Le “casette” erano state dapprima sottoposte a sequestro preventivo per provvedimento del gip nel mese di aprile del 2013 ed erano state poi dissequestrate con provvedimento di revoca dello stesso gip a giugno sempre del 2013 e nuovamente sequestrate dal tribunale del riesame di Lucca il 24 settembre dello stesso anno, su appello del pubblico ministero, sull’assunto che si sarebbe trattato non di strutture temporanee, ma di manufatti destinati a “soddisfare esigenze abitative di tipo tendenzialmente stabile”.
In ogni caso, con provvedimento del tribunale di Lucca del febbraio del 2015, le “casette” sono state poi definitivamente dissequestrate. Dagli atti suindicati, è emerso che il procedimento penale del 2012 si è concluso con l’assoluzione nel merito degli amministratori dal reato di costruzione abusiva, e con la riqualificazione, poi prescritta, in reato di tipo contravvenzionale, come da sentenza del tribunale di Lucca del dicembre del 2018, confermata dalla Corte di appello di Firenze nel 2020 e anche il secondo procedimento penale a carico degli amministratori e dei funzionari comunali, avviato per il rilascio dell’accertamento di conformità per gli stessi fatti, si è concluso con un’assoluzione da parte del tribunale lucchese nel febbraio del 2021.
Le vicende amministrative e la sentenza del Consiglio di Stato
Nel frattempo delle definizioni dei procedimenti penali però nel luglio del 2015 il Comune di Viareggio nega l’autorizzazione alla società sul presupposto, secondo la logica che le “casette” di cui si parla vadano classificate come nuove costruzioni, nonostante il parere positivo dell’Ente parco e della Soprintendenza. La società a quel punto si rivolge al Tar impugnando questo provvedimento di diniego e chiedendone l’annullamento; contestualmente la società chiede anche la condanna dell’amministrazione comunale al risarcimento del danno sotto vari profili, ovvero mancati incassi, minore avviamento, minor indotto, spese legali e per risarcimento danni a terzi, mancati ricavi relativi ai contratti di affitto di azienda risolti relativi alle attività accessorie quali bar, ristorante, minimarket e bazar, nonché danni di immagine.
Con la sentenza non definitiva il Tar di Firenze nel 2017 accoglie la domanda di annullamento del provvedimento di diniego del Comune di Viareggio e liquida anche il risarcimento dovuto alla società in 21mila euro. Ora è il Comune ha proporre appello contro la sentenza del Tar e nei giorni scorsi è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che come detto ha respinto le istanze del municipio viareggino e accogliendo invece il contro-ricorso della società e stabilisce che: “In conclusione, la sentenza di primo grado va quindi riformata, nel senso di riconoscere alla società un risarcimento di 100mila euro complessivi; condanna il Comune di Viareggio a rifondere alla società Bosco verde camping srl le spese dell’intero giudizio, spese che liquida in 12mila euro”. Il caso è chiuso.