Un’altra vittima nelle cave, Nardini: “Questa strage va fermata”

Il cordoglio del governatore Giani: “Ancora una volta richiamiamo al rispetto della sicurezza”
“Un altro morto di lavoro e un’altra tragedia in cava. Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia della vittima e ai lavoratori suoi colleghi. Con me lo fa la Toscana. Ancora una volta siamo a richiamare l’importanza del rispetto delle norme di sicurezza a tutela del lavoro”. Così il presidente Eugenio Giani appresa la morte del cavatore avvenuta questa mattina (13 maggio) in Garfagnana.
“Questa strage va fermata – ha aggiunto l’assessora alla formazione e lavoro AlessandraNardini – Bisogna mettere al centro la tutela della persona e la sicurezza non può e non deve essere considerata un costo. Le dinamiche di questo incidente dovranno essere chiarite, ma un dato è certo: si continua a morire di lavoro, in alcuni settori accade più che in altri. Allora occorre ribadire un concetto: il lavoro deve essere dignità, deve svolgersi in sicurezza e con ritmi adeguati, un concetto che le logiche del profitto non possono mettere in discussione. Oggi è il momento del cordoglio, mi stringo alla famiglia e ai colleghi della vittima”.
“Non è accettabile morire sul luogo di lavoro, un luogo che dovrebbe garantire dignità e sicurezza alle persone che vi operano. Il tragico incidente mortale avvenuto in una cava della Garfagnana è l’ennesimo di una catena intollerabile, contro la quale servono risposte della politica e delle categorie datoriali”, ha detto il presidente del Consiglio regionale,Antonio Mazzeo. “Alla sua famiglia, ai suoi amici e alla comunità della Garfagnana – ha aggiunto – esprimo le più sentite condoglianze e la vicinanza di tutta l’Assemblea legislativa della Toscana”.
“Contro questa strage silenziosa di lavoratori – ha detto ancora – serve una svolta culturale, che coinvolga davvero tutti e che riporti dentro al dibattito politico e sociale la centralità della sicurezza sul lavoro. Uno Stato civile deve garantire il diritto a non morire di o per il lavoro. Si devono rafforzare i controlli, investendo in personale e strutture, ma si deve anche agire perché si affermi l’applicazione di tutte le norme di prevenzione e sicurezza esistenti a partire dal protocollo regionale dedicato proprio al settore del marmo. È un compito che spetta alla politica e, di pari passo, ai datori di lavoro e alle loro categorie di rappresentanza”.