Punture di insetti e shock anafilattico: come difendersi

Dopo la morte di un pensionato a Grosseto interviene il primario dell’ospedale Versilia Giuseppe Pepe
Un caso drammatico quello del 76enne morto nel grossetano, dopo aver lottato per sei mesi in ospedale, per uno shock anafilattico causato dalla puntura di un calabrone. L’uomo, che era andato in coma, si è spento dopo una lunga agonia.
Sulla vicenda, interviene il primario del pronto soccorso dell’ospedale Versilia, dottor Giuseppe Pepe.
Il rischio di incorrere nella puntura di calabrone è più elevato durante i mesi caldi. Esistono precauzioni?
“La probabilità di puntura di vespe o altri insetti aumenta nei mesi più caldi perché naturalmente trascorriamo più tempo all area aperta, che rimane sempre la cosa migliore da fare, invece che chiudersi in casa, dove magari le zanzare ci rovinano le serate con noiose e pruriginose punture. Anche vespe ed imenotteri possono pungerci ma nella maggior parte di noi si limitano a generare dolore e limitato gonfiore nella sede di puntura, che può durare anche qualche ora ma che rimane limitata e si risolse generalmente da sola. Quindi non è certo sempre preoccupante”.
Dopo essere stati punti da un calabrone, ma anche da una vespa, oltre al dolore e alla reazione locale, possono subentrare sintomi gravi? Se si, quali?
“Purtroppo come alcuni altri soggetti, lo sfortunato paziente del grossetano, essendo probabilmente predisposto alle reazioni anafilattiche da puntura di imenotteri, ha sviluppato in seguito allo shock protratto una condizione patologica sistemica con interessamento da insufficienza multi organo, che lo ha portato poi al decesso. Non conosco nello specifico il caso, ma non ci deve essere allarme per l’esito fatale che rimane molto raro. Sono casi , che possono accadere a chi è predisposto ad una reazione di difesa “abnorme” dell’organismo. Così come accade nello shock anafilattico. In seguito alla seconda esposizione (puntura) la sostanza inoculata viene riconosciuta “in memoria” dall’organismo che reagisce per difendersi in modo esagerato . Ma non accade a tutti arrivare allo stato di shock”.
In letteratura, si dice, che il veleno iniettato dal pungiglione di un calabrone non è letale per l’uomo, perché le concentrazioni sarebbero ridotte. Nel caso grossetano, invece, si sono sviluppate reazioni assai severe, tanto che l’uomo non ce l’ha fatta… Cosa fare nel caso di reazioni avverse?
“Normalmente la sede della puntura si arrossa e si gonfiacon dolore utente e pulsante, che passerà nella giornata magari con un analgesico.Se, invece, parallelamente alla comparsa di numerose bolle su tutto il corpo, cioè l’ orticaria, si associa pizzicore di lingua, mani e piedi, raschiore in gola e tosse, sensazione di svenimento, questi possono essere i sintomi di una grave anafilassi, che esordisce già dopo pochi minuti e che di rado compare oltre un ora dalla puntura di insetto. In quel caso è bene allertate immediatamente il servizio 112 delle emergenze”.
Come viene trattato il paziente arrivato in ospedale?
“Nel pronto soccorso dell’ospedale uno shock anafilattico non aspetta neanche un minuto dopo l’arrivo. Questa è una emergenza. Si deve intervenire immediatamente con farmaci salvavita come l’ adrenalina e le infusioni endovena che servono a sostenere la circolazione nei vari organi che vengono compromessi dallo shock. Talora è necessario anche la intubazione e la ventilazione in rianimazione. Ma se già l’infermiere al triage non trova nel paziente quei sintomi peculiari di gravità, trattandosi di “semplice” anafilassi, il paziente potrà essere già più tranquillo. Il tempo di attesa in questi casi è sicuramente utile per intuire la evoluzione della condizione permanendo in area sanitaria protetta. Affrettare quindi non serve a nessuno”.
Ha avuto casi anche nel reparto da lei diretto?
“Le reazioni anafilattiche a punture di vespe ed imenotteri sono motivo di visita urgente anche al Pronto Soccorso dell’ospedale Versilia (anche due o tre a settimana) ma non evolvono quasi mai in shock e mediamente dopo 5-6 ore le persone vengono dimesse rientrando a casa. Qualcuna si osserva per più ore, ma la prognosi resta sempre favorevole”.
Esistono insetticidi spray, come per le zanzare? Una volta si parlava dei famosi “rimedi della nonna” per allontanare insetti e calabroni, come il caffè, la naftalina e la canfora… Leggenda o “scienza”?
“Chi ha già sviluppato una reazione anafilattica nella sua vita, solitamente ha già effettuato gli accertamenti allergologici necessari e di norma porta con se la siringa per autoiniezione di adrenalina, da utilizzare in caso di sviluppo di una grave sintomatologia, mentre si attende i soccorsi avanzati. Non è una prevenzione ma la cura immediata per l’anafilassi grave o shock anafilattico. Chi sa di essere predisposto e svolge un lavoro a rischio può valutare con lo specialista di settore anche la immunoterapia”.
Un raccomandazione a chi va per boschi…
“Le categorie più esposte sono operai e giardinieri, agricoltori, cacciatori e boscaioli, ma anche semplici hobbisti del giardinaggio. Evitare profumi dolci e usare repellenti certo non ci difende da un nido di vespe che si è trovato sulla nostra strada”.