La madre era di Lucca: il tribunale riconosce la cittadinanza a 36 discendenti della famiglia di emigranti

Lucchesi nel mondo di nome e di fatto dopo la storica sentenza del giudice che ha accolto la richiesta dei consanguinei di una donna partita da Monte San Quirico alla fine dell’Ottocento per stabilirsi in Argentina. Ventiquattro sono ancora in vita e hanno vinto la causa
Sembra il Codice da Vinci ma è una storia vera iniziata a Lucca nel 19esimo secolo, un film tutto nostrano, una fiaba e con tanto di happy ending. I lucchesi nel mondo sono una grande famiglia e da giovedì scorso è cresciuta di altre 24 persone grazie a una storica sentenza del tribunale di Firenze, a firma del giudice Roberto Monteverde, che ha riconosciuto loro la cittadinanza italiana.
Sono tutti discendenti di Angela Alessandrina Biagini, nata a Monte San Quirico nel marzo del 1860 e che, secondo il giudice, per iure sanguinis (materno) hanno diritto alla cittadinanza italiana. Ma l’importanza di questa sentenza, una delle prime in Italia nel merito dopo la pronuncia della Cassazione a sezioni unite dello scorso anno, è dovuta all’iter storico, all’andamento della questione di fondo negli anni. Fino al 1983 si era italiani se si poteva dimostrare di essere figli di un padre con cittadinanza italiana, ma in quell’anno una sentenza della Corte Costituzionale parificava il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis anche ai discendenti di madre italiana che non avessero rinunciato espressamente alla cittadinanza italiana. Sulla scorta dell’intervento della Corte Costituzionale, l’equiparazione tra uomo e donna in materia di cittadinanza è stato affermato, a livello normativo, dapprima con la legge 123 del 21 aprile 1983, (“E’ cittadino italiano il figlio minorenne, anche adottivo, di padre cittadino o madre cittadina”), e successivamente dall’articolo 1 della legge 91 del 1992, il quale recita, più incisivamente, che “è cittadino italiano per nascita il figlio di padre o di madre cittadini”. Pertanto, possono richiedere il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis anche i discendenti di madre italiana, purché nati dopo il primo gennaio 1948, data di entrata in vigore della Costituzione, e a condizione che questa fosse in possesso dello status civitatis al momento della nascita dei figli e che non vi avesse rinunciato.
L’iter della storica vicenda
E per le persone nate prima del 1948? E’ qui l’importanza della sentenza che riguarda i discendenti della donna di Lucca. Sì perché bisognava dimostrare che Catalina Paulina Giorgetti, figlia di Angela Alesandrina Biagini e Antonio Giorgetti, nata dall’unione tra i due in Argentina nel giugno del 1897, fosse sia cittadina argentina sia cittadina italiana: tutti gli altri discendenti a cascata sarebbero divenuti italiani, fino alle 24 persone ricorrenti che hanno vinto la causa il 25 maggio scorso e che ora sono stati dichiarati cittadini italiani. Dopo la sentenza della Consulta che non poteva retrodatare la sua decisione a date precedenti alla sua stessa esistenza (1948 appunto) è intervenuta la suprema corte di Cassazione con varie sentenze fino a quella a sezioni unite dello scorso anno che ha sancito: “Ogni persona ha un diritto soggettivo, permanente e imprescrittibile allo stato di cittadino”.
Per cui se si tratta di un diritto, anche se non c’è una norma, si può sempre chiedere a un tribunale il suo riconoscimento se ci sono i presupposti per poterlo fare. Ed è il caso dei discendenti della donna lucchese che sono riusciti a dimostrare per tabulas le loro origini e quindi “la linea di sangue materna” di ben 36 persone di cui 24 ancora in vita che ora sono cittadini italiani e lucchesi. Vivono tutti all’estro, tra l’Argentina, la Cina e gli Usa e sono stati difesi e rappresentati dall’avvocato Michele Della Bella.
Scrive la storica sentenza del Tribunale fiorentino sul caso dei discendenti lucchesi della donna nata a Monte San Quirico nel 19esimo secolo: “Nel caso di specie la linea di discendenza riportata in ricorso trova esatto riscontro nella documentazione versata in atti, debitamente tradotta ed apostillata, dalla quale risulta il seguente quadro di filiazioni e generazioni. Si ordina quindi al ministero dell’Interno e, per esso, all’ufficiale dello stato civile competente, di procedere alle iscrizioni, trascrizioni e annotazioni di legge, nei registri dello stato civile, della cittadinanza delle persone indicate, provvedendo alle eventuali comunicazioni alle autorità consolari competenti”.
I 24 nuovi cittadini italiani di origine lucchese
Mariana Isabel Frugoni, Juan Luis Hourcade, Maria Alejandra Rodriguez Hertz, Odile Ines Hourcade, Martin Francisco Hourcade, Stephanie Hourcade, Juan Luis Hourcade, Carolina Larralde, Cecilia Larralde, Martina Larralde, Violeta Larralde, Federico Juan Rodriguez Hertz, Sandra Nibia, Lema Pagano, Pedro Rodriguez Herz, Eugenia Maria Rodriguez Hertz, Mariano Jose Rodriguez Hertz, Luis Valentino Blengino, Sofia Pujals, Agustina Pujals, Ignacio Marcelo Pujals, Maria Rodriguez Hertz, Tomas Rodriguez Hertz, da giovedì scorso sono cittadini italiani, con effetto immediato, e di origine lucchese, benvenuti. A questo punto si attende il loro arrivo in città per una visita ufficiale nei luoghi dei loro avi.