‘Ndrangheta in Toscana, scattano 41 ordinanze di custodia cautelare




Indagine di Guardia di Finanza, Scico e Procura antimafia e antiterrorismo
‘Ndrangheta reggina e crotonese dedita al traffico internazionale di stupefacenti: dalle prime luci dell’alba la Guardia di finanza di Bologna e lo Scico hanno dato esecuzione a 41 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di appartenenti ad un’associazione a delinquere con ramificazioni in Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria; 37 in carcere, tre agli arresti domiciliari più un obbligo di dimora.
Oltre 160 i militari impegnati, per una operazione che ha coinvolto le province di Livorno, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Milano, Cremona, Brescia, Pavia, Roma, Foggia, Potenza, Crotone e Reggio Calabria.
Le complesse indagini, durate oltre due anni dirette dalla Dda di Bologna e coordinate dalla Procura nazionale antimafia e Aantiterrorismo alla luce di convergenze emerse con altri filoni investigativi delle procura della Repubblica di Firenze, Potenza e Trento, hanno altresì permesso di riscontrare il coinvolgimento di una fitta rete di residente di origine cinese dediti, professionalmente e con carattere di sistematicità, al riciclaggio degli ingenti proventi illeciti accumulati dal sodalizio criminale.
Oltre alle misure cautelari, le Fiamme Gialle bolognesi hanno eseguito il sequestro di 44 immobili e terreni, 17 tra autoveicoli e motocicli, 354 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro; sono state anche effettuate numerose perquisizioni personali e locali.
La svolta grazie all’acquisizione delle chat criptate intrattenute tramite la piattaforma Sky Ecc, smantellata nel 2021 a seguito di un’operazione di un Joint investigation team sotto l’egida di Europol: i finanzieri hanno così ricostruito la struttura del sodalizio criminale e l’intera filiera dell’approvvigionamento della droga, risalendo al vertice dell’associazione, Giusppe Staccu, della ‘ndrina “Staccu” di San Luca, latitante in Spagna dal 2018 e arrestato nel 2021.
Nel periodo di latitanza, il boss ha tirato le fila di una vastissima rete di narcotraffico internazionale in grado di gestire carichi di stupefacente nell’ordine delle centinaia di chilogrammi al mese, in affari con i potentissimi cartelli sudamericani (fra cui il Primeiro Comando da Capital brasiliano e organizzazioni criminali colombiane, peruviane, messicane e boliviane) e alcuni dei più noti e pericolosi latitanti italiani.
Nel corso delle indagini, sono stati ricostruiti approvvigionamenti e cessioni per ingenti quantitativi che sfiorano i 1200 chili di cocaina, 450 di hashish e i 95 di marijuana, che hanno fruttato all’associazione decine di milioni di euro, parzialmente reimpiegati in 14 società intestate a prestanome e utilizzate anche per “mascherare”, in pieno periodo di lockdown pandemico, i trasporti di droga attraverso false bolle di accompagnamento.
Un ruolo attivo e assolutamente prezioso nella sistematica opera di riciclaggio è stato ricoperto da una vera e propria rete di soggetti di nazionalità cinese attraverso il fei ch’ien (sistema “informale” di trasferimento di denaro). In particolare, dopo aver prelevato ingenti somme di contanti, provvedevano a inviarlo, attraverso una lunga catena di bonifici, ad aziende commerciali situate in Cina e Hong Kong. Aziende che a loro volta, attraverso articolati meccanismi di “compensazione”, erano in grado di recapitare il denaro ai broker del narcotraffico e agli stessi cartelli sudamericani attraverso “agenti” residenti all’estero.