Scritta sul muro del Castello di Porta San Donato, scatta l’esposto in procura

Forza Italia chiede alla magistratura di far luce sull’imbrattamento
Questa mattina (7 giugno) alcuni membri del direttivo comunale di Forza Italia Lucca ha depositato un esposto in procura sugli atti vandalici commessi fra il 25 e il 29 aprile a danno della facciata posteriore del Castello sopra Porta San Donato Nuova dove era comparsa una scritta contro la decisione del Comune di cambiare destinazione alla struttura dove aveva sede la Casa della memoria e della pace.
“E’ doveroso che sia la magistratura a fare chiarezza sugli imbrattamenti perpetrati a danno di uno dei monumenti più importati della città – evidenzia Forza Italia in una nota -. Come si ricorderà, gli atti vandalici furono commessi in occasione o, quanto meno, in concomitanza con il raduno organizzato per il 25 aprile davanti il castello: raduno finalizzato non tanto a celebrare la festa della Liberazione, quanto a protestare contro la decisione del Comune di cambiare la destinazione del Castello sopra porta san donato nuova alla destinazione che gli era stata data dalla giunta Tambellini: quella di ‘Casa della pace e della memoria’. E fece riflettere la circostanza per cui la facciata del castello sia stata in quell’occasione dapprima imbrattata apponendovi proprio la scritta ‘casa della pace e della memoria resiste’, e poi ritratta, così deteriorata, dalla stessa consigliera Ilaria Vietina sui social”.
Forza Italia sottolinea come a questo primo imbrattamento “ne sia seguito poi un secondo, prodotto da ignoti nell’evidente ma inutile tentativo di cancellare la scritta originaria”: atto che – sostengono gli azzurri – si è tradotto in un allargamento della scritta e, quindi, di fatto in un nuovo e ulteriore atto vandalico.
“Ebbene – conclude Forza Italia – vista la valenza paesaggistica e architettonica del monumento imbrattato, confermata dall’inserimento dello stesso nel catalogo dei beni culturali custodito al ministero della cultura, riteniamo che gli atti vandalici commessi costituiscano ipotesi di reato, e auspichiamo siano accertate e perseguite le responsabilità. Confidiamo che Vietina e Bianucci, presenti al raduno tenutosi davanti al castello proprio nel giorno in cui fu commesso il primo imbrattamento, collaborino con la magistratura affinché giustizia sia fatta”.