Barman lavora a nero per 25 anni in nota discoteca: solo ora risarcito dei danni

20 giugno 2023 | 13:39
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Barman lavora a nero per 25 anni in nota discoteca: solo ora risarcito dei danni

L’incredibile vicenda di un barista professionista è finita in tribunale

Per 25 anni è stato uno dei barman professionista tra i più conosciuti e apprezzati di una discoteca della Versilia, dal 1987 al 2012, ma solo nel 2019 dopo aver fatto causa alla società proprietaria, sia dell’immobile sia del locale all’epoca dei fatti, ha ottenuto dal Tribunale di Lucca il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato e a tempo indeterminato, e ora nei giorni scorsi ha finalmente ottenuto anche il risarcimento del danno pensionistico.

Il giudice Alfonsina Manfredini del tribunale cittadino, infatti, il 15 giugno scorso ha firmato la sentenza di condanna per la società al pagamento di 192.249 euro in favore dell’ex barman, oltre interessi legali dalla pronuncia della presente sentenza al saldo effettivo, e 14mila euro di spese di lite. L’uomo praticamente stando al resoconto processuale dei due procedimenti giudiziari avrebbe lavorato a nero per un quarto di secolo senza che nessuno mai si accorgesse di niente. Una vicenda che ha dell’incredibile quella che emerge dalle sentenze e che finalmente ha ristabilito l’intera verità dei fatti riguardanti l’uomo e una delle più note discoteche della Versilia se non d’Italia.

L’uomo difeso dall’avvocato Claudio Lalli, aveva chiesto al Tribunale cittadino proprio il riconoscimento di tutta la sua storia lavorativa con la discoteca. Si legge infatti in sentenza nella parte relativa alle sue richieste: “Il tribunale di Lucca voglia dichiarare il diritto del ricorrente di ricevere per il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, come accertato con sentenza 388/2019 dello stesso tribunale di Lucca per il periodo compreso tra il 25 agosto del 1987 e il primo settembre del 2012, i dovuti contributi previdenziali e pensionistici accertando e dichiarando l’omissione nel pagamento di questi contributi da parte della società convenuta”.

E il giudice dopo la verifica documentali di tutti gli atti, compresi quelli del primo processo del 2019, e dopo aver disposto una perizia tecnica ha ricostruito la somma totale dovuto all’ex lavoratore. Conclude la sentenza: “Pertanto, all’esito, deve riconoscersi dovuto al ricorrente l’importo di euro 192.249,56 importo satisfattivo dell’intero danno pensionistico, nulla avendo egli più nulla a pretendere per il futuro, come riconosciuto dalla difesa dello stesso ricorrente, e ciò anche relativamente alle pretese avanzate per la moglie risultando così assorbita la questione dell’inammissibilità della domanda relativa alla pensione di reversibilità in favore della moglie, ove invero difetta una delle condizioni dell’azione, non essendo il ricorrente legittimato a proporre tale domanda”. La sentenza del giudice lucchese ha inteso sottolineare anche che gli accertamenti e le indagini sono state eseguite dal perito nel rispetto del contraddittorio, con cura e diligenza ed hanno portato a conclusioni attendibili e pienamente condivisibili, “talché questo giudice aderisce pienamente alle conclusioni di cui alla relazione scritta del 16 maggio scorso”. Queste le decisioni di primo grado sulla rocambolesca vicenda umana e lavorativa dell’ex barman professionista della Versilia.