Lucca, scoperti 51 evasori totali dalla guardia di finanza. Altri 36 nei guai per irregolarità nell’ottenere il reddito di cittadinanza

Lotta senza tregua anche alla piaga del lavoro sommerso. Il bilancio dell’attività ispettiva reso noto durante la festa per l’anniversario della fondazione del corpo
Sono stati 112 le persone denunciate per reati fiscali in un anno di controlli dalla guardia di finanza in provincia di Lucca. Una azione prioritaria, che si è tradotta in 3.169 interventi ispettivi che hanno portato alla segnalazione all’Agenzia delle Entrate di oltre 60 milioni e 315 mila euro: denaro sottratto alla tassazione insieme a quasi 17 milioni di Iva evasa. Cinquantuno, invece, gli evasori totali scoperti dalle fiamme gialle di Lucca, che oggi (23 giugno) alla caserma Puccini di Lucca hanno celebrato il 249esimo anniversario dalla fondazione del corpo.
Il valore dei beni sequestrati, quale profitto dell’evasione e delle frodi fiscali, è di 2.537.959 euro, mentre le proposte di sequestro finalizzate alla confisca al vaglio delle competenti Autorità Giudiziarie ammontano a euro 38.248.863. Trentasei invece le persone denunciate per irregolarità nell’ottenimento del reddito di cittadinanza.
Intensa anche l’attività nel contrasto all’economia sommersa, come testimonia l’individuazione di 51 evasori totali, che hanno nascosto al fisco complessivamente 9.290.908 di Iva.
Sottoposti a tassazione oltre 338.000 di euro di proventi conseguiti da attività illecite scoperte con le attività di polizia giudiziaria condotte, principalmente, nel settore della contraffazione. Verbalizzati, inoltre, 21 datori di lavoro per aver impiegato 86 lavoratori in nero o irregolari, 2 dei quali vittima di capolarato.
In materia di mancata registrazione dei corrispettivi telematici, sono state elevate contestazioni nei confronti di 281 esercenti su 2.733 controlli effettuati
Sono soltanto alcuni dei numeri dell’attività dell’ultimo anno, resi noti dal comando provinciale. Accolti dal comandante provinciale, il colonnello Marco Querqui e da una rappresentanza di militari, alla cerimonia hanno partecipato, insieme al prefetto, Francesco Esposito, tutti i vertici delle istituzioni cittadine, degli uffici giudiziari, delle forze armate e di polizia, delle associazioni di categoria, nonché i finanzieri in congedo appartenenti all’associazione nazionale finanzieri d’Italia, insieme alle altre rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma. Presenti anche il Gonfalone della città di Stazzema decorato con la medaglia d’oro al valor militare, cui sono stati resi gli onori, e quelli della provincia e delle città di Lucca e di Castelnuovo di Garfagnana.





I reati fiscali sono stati al centro dell’attività. Nello specifico sono stati controllati soggetti potenzialmente a rischio di irregolarità in materia di accise, che hanno consentito di rilevare che il 10% degli 86 distributori controllati sono risultati non in regola con le comunicazioni riguardanti l’Osservaprezzi carburanti del Ministero dello Sviluppo Economico.
Nel corso dell’anno sono stati, inoltre, sviluppati specifici e strutturati piani di azione. Di particole interesse l’azione di prevenzione e contrasto dell’uso illecito di partite Iva riconducibili a imprese fantasma, con l’esecuzione di decine d’interventi che hanno portato a richiedere agli uffici dell’Agenzia delle Entrate territorialmente competenti la chiusura di 12 soggetti economici risultati inesistenti, scongiurando così il loro utilizzo per la commissione di illeciti di natura economico-finanziaria, quali l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’ottenimento e monetizzazione di crediti d’imposta non spettanti derivanti, ad esempio, dai cosiddetti “bonus facciate” e “super bonus 110%”, nonché per accedere fraudolentemente ai contributi statali corrisposti nell’ambito dell’emergenza Covid19.
Di pari portata, il piano d’intervento volto alla tutela del distretto turistico, con particolare riferimento al contrasto del fenomeno delle locazioni in nero, che ha permesso al Gruppo Viareggio di scovare otto immobili, situati nei comuni di Viareggio, Forte dei Marmi e Pietrasanta, locati, per periodi brevi, dai rispettivi proprietari senza dichiararne i relativi redditi conseguiti per circa 150.000 euro complessivi.
Significativi anche i piani di azione a tutela del monopolio statale del gioco e delle scommesse, con 58 interventi,
16 persone denunciate, l’individuazione di 5 punti di scommesse non in regola e la constatazione di un imponibile non dichiarato ai monopoli di oltre 3.000.000 di euro. Scoperti in una stanza, all’interno di un bar di Pietrasanta, 3 apparecchi videoterminali non a norma, composti da personal computer collegati alla rete internet e a due gettoniere/lettori banconote. Secondo la finanza, questi apparati informatici non rispettavano le caratteristiche previste dalla normativa per l’offerta di gioco, in quanto non connessi alla rete telematica autorizzata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e, per tale ragione, privi di sistema di controllo. In particolare, i sistemi informatici individuati davano la possibilità di effettuare, dietro pagamento di denaro, giocate on line su siti privi di certificazione che sfuggivano, quindi, sia al prelievo erariale unico sulle somme giocate e sull’imposta unica delle scommesse, sia al controllo sulla regolarità delle giocate stesse.
Gli illeciti nel settore della spesa pubblica
La Guardia di Finanza ha dedicato 10 Piani operativi al contrasto agli illeciti in materia di spesa pubblica e a quei comportamenti che, mettendo a rischio la legalità e la trasparenza che devono connotare l’azione della pubblica amministrazione, pregiudicano la corretta allocazione delle risorse, favorendo sprechi, truffe, malversazioni e indebite percezioni.
187 sono gli interventi complessivamente svolti a tutela dei principali flussi di spesa, dagli appalti agli incentivi alle imprese e alle erogazioni a carico del sistema previdenziale e sanitario, dai fondi europei alla responsabilità per danno erariale.
Le frodi in danno del bilancio nazionale ammontano a 988.578 euro, con 69 soggetti denunciati all’autorità giudiziaria, mentre quelle a danno del bilancio comunitario sono pari a 215.600 euro, con il deferimento alla Procura della Repubblica di 4 persone.
Il valore dei beni sequestrati per i reati di settore è di 274.016 euro, mentre le proposte di sequestro al vaglio della magistratura ammontano a 986.835 euro.
I controlli in materia di reddito di cittadinanza, svolti in collaborazione con l’Inps, hanno riguardato in maniera selettiva persone connotate da concreti elementi di rischio. Nel complesso, sono stati scoperti illeciti per 237.617 euro e sono state denunciate all’autorità giudiziaria 36 persone. Tra i vari casi acclarati, quanto rilevato dalle fiamme gialle del Gruppo di Lucca su un uomo che, successivamente alla presentazione della domanda di RdC, ha effettuato numerose giocate registrate su un conto gioco a lui riconducibile, arrivando a movimentare, nel solo 2021, somme per oltre 320.000 euro.
Ancora, i finanzieri del gruppo di Viareggio che, invece, nel corso di un controllo all’interno di un salone per parrucchiera di Serravezza, hanno identificato una lavoratrice intenta a svolgere le proprie mansioni in totale assenza di qualsivoglia contratto di lavoro dipendente ma percettrice del reddito di cittadinanza per un importo pari a euro 500 mensili. Un impegno importante è stato dedicato alla tutela della spesa previdenziale e assistenziale, con l’accertamento di illeciti per 313.935 euro e la denuncia all’Autorità giudiziaria di 12 persone. Il caso più eclatante in Garfagnana, ove al termine di un’articolata attività sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica 4 soggetti per i reati di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, indebita percezione di erogazione a danni dello Stato, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e somministrazione di lavoro fraudolenta.
Coinvolti, complessivamente, circa 50 lavoratori fra italiani e stranieri. In particolare, nel corso dei controlli condotti nei confronti di tre cooperative con sede nella Mediavalle del Serchio, è stato appurato che sono state di fatto gestite da persone legate tra loro da vincoli di parentela e che, nel tempo, hanno fatto ricorso ad un indebito uso dell’istituto del distacco di personale tra una cooperativa e l’altra, al solo fine di ottenere un mero profitto economico. Ulteriori approfondimenti hanno permesso di constatare che i soci lavoratori delle cooperative altro non erano che dei veri e propri lavoratori dipendenti, legati ad un solo datore di lavoro mediante vincolo di subordinazione, facendo venir meno lo scopo sociale previsto per l’istituto della cooperativa.
E’ stato altresì accertato che, nel periodo marzo-luglio 2020, due cooperative hanno richiesto e ottenuto indebitamente la cassa integrazione guadagni ordinaria, beneficio assistenziale concesso dall’Inps a seguito dell’emergenza sanitaria Covid19. All’esito dei riscontri è stato, infatti, rilevato che le predette cooperative, svolgendo attività economiche consentite nel primo periodo di “lockdown”, non avevano in realtà mai interrotto la loro attività lavorativa, dichiarando, pertanto, un falso stato di necessità finalizzato a ottenere un illecito profitto e a provocare un danno agli enti previdenziali ed assistenziali pari a 71.170,33 euro, somma che veniva poi sottoposta a cautela patrimoniale su decreto del gip a ristoro degli enti danneggiati.
Incisiva anche l’attività a presidio degli incentivi alle imprese e altre uscite nazionali e locali, dove vi rientrano i finanziamenti bancari assistiti da garanzia e i contributi a fondo perduto introdotti dalla legislazione emergenziale. Al riguardo, sono stati effettuati complessivamente 69 controlli e constatati contributi illegittimamente percepiti/richiesti per euro 513.000, con la denuncia di 21 persone per i reati di truffa, indebita percezione e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Eseguiti, inoltre, diversi interventi in tema di responsabilità amministrativa, con la segnalazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti di 42 persone per danno erariale, quantificato in circa 1.700.000 euro.
Si segnalano, infine, nel settore degli appalti pubblici, le operazioni Strade pulite e Città pulita, che hanno consentito di denunciare ben 25 persone alla Procura della Repubblica di Lucca, per i reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e tentata corruzione, e di intercettare ben 9 procedure ad evidenza pubblica “truccate”, per un valore complessivo di gare pari ad oltre 16 milioni di euro, le quali, grazie all’intervento tempestivo dell’autorità giudiziaria e della Guardia di Finanza delegata ad operare, sono state successivamente annullate o assegnate a soggetti diversi da quelli collusi per un valore pari a 9.152.912 euro, consentendo così un concreto e effettivo rispristino della
legalità economica e un legittimo dispiegamento delle risorse pubbliche “recuperate” in ossequio ai principi di sana e trasparente gestione.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della finanza il fornitore prescelto veniva informato prima della pubblicazione del bando, in modo da poter acquisire, per tempo, i mezzi e le attrezzature richieste. I ristretti tempi di consegna e le severe penali, che prevedevano addirittura la possibilità di recesso da parte della società pubblica senza alcun riconoscimento di indennizzi, scoraggiavano altri partecipanti, rilevandosi che i termini stabiliti non consentivano di reperire ed allestire i mezzi richiesti.
Per una società a partecipazione pubblica di igiene urbana dell’area lucchese, invece, è stato accertato che l’amministratore delegato di quest’ultima si era accordato con il presidente del consiglio di amministrazione di una società di medie dimensioni di Firenze, ancora prima che la gara venisse pubblicata. I finanzieri hanno infatti raccolto una serie di prove tutte concludenti dei ripetuti incontri, anche a pranzo, avvenuti tra i due alla sede della società fiorentina, in un periodo che, è stato accertato, sarebbero coinciso con l’iniziativa intrapresa dall’amministratore delegato della società lucchese di approntare, personalmente, la documentazione di gara, anche introducendo, di volta in volta, nuovi criteri di valutazione asseritamente innovativi e che, invece, come accertato dalle indagini, avrebbero poi favorito il competitor colluso. Numerosi indizi raccolti hanno consentito ai finanzieri di concludere che l’amministratore lucchese e quello fiorentino si erano accordati anche per l’individuazione della commissione di gara, avvalendosi in ciò dell’intercessione di un professore universitario, dirigente di un dipartimento di ingegneria dell’Università di Firenze, con il quale l’imprenditore fiorentino stava sviluppando altri importanti progetti nel settore delle energie rinnovabili. Veniva accertato anche che il dirigente universitario aveva fornito anche i nominativi di due tecnici di cui uno – professore presso il medesimo dipartimento del direttore – che era poi nominato presidente della commissione di gara.
L’amministratore delegato, successivamente all’avvenuta aggiudicazione con riserva di efficacia, che vedeva la società fiorentina assegnataria di 3 dei complessivi 5 lotti, per un importo a base d’asta di euro 3.970.000,00, contattava l’amministratore colluso per concordare un appuntamento, avvenuto effettivamente alla sede del competitor e ove si presentava anche la Guardia di Finanza.
Sul versante anticorruzione, eseguiti 6 interventi, denunciate 6 persone ed accertate condotte di peculato per un valore di 1.176.000 euro e condotte corruttive per euro 115.000.
Quanto ai controlli sul Pnrr, eseguiti 19 riscontri sui crediti d’imposta utilizzati da operatori economici e finanziati con tali misure di spesa, rilevando 5 irregolarità per un valore di 31.000 euro su un complessivo esaminato di 1.919.000 euro.
E’ stata portata avanti anche l’opera di rafforzamento dello sviluppo degli accertamenti patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, anche nei confronti di soggetti connotati da “pericolosità economico-finanziaria”, ed il monitoraggio delle diverse manifestazioni della criminalità nel territorio di riferimento.
Sono state, al riguardo, sottoposte al vaglio dell’Autorità Giudiziaria proposte di sequestro di beni per 2.893.276 euro e sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro.
454 sono stati, invece, gli accertamenti svolti su richiesta dei prefetti, la maggior parte dei quali in funzione del rilascio della documentazione antimafia.
In materia di riciclaggio e autoriciclaggio sono stati effettuati 5 interventi, denunciato 1 soggetto, con proposte di sequestro di beni per euro 2.893.276. Sono state approfondite oltre 180 segnalazioni di operazioni sospette inviate dai soggetti obbligati ai sensi della normativa antiriciclaggio e svolti controlli antiriciclaggio nei confronti di 17 soggetti, con la constatazione di plurime violazioni in materia di adeguata verifica della clientela e di gravi irregolarità per la totale assenza dell’impianto di vigilanza con rischi elevatissimi di infiltrazione della criminalità.
Quanto ai reati fallimentari, sono stati denunciati 5 soggetti e accertate distrazioni di patrimoni per 7.790.209 euro.
È stata, anche, intensificata l’azione di contrasto in materia di falsificazione monetaria, con l’esecuzione di 6 interventi e il sequestro di banconote false per 16.040 euro.
Sul versante della tutela del mercato dei beni e servizi, sono stati effettuati 23 interventi in materia di contraffazione, con la denuncia di 38 soggetti e il sequestro di oltre 138.895 pezzi falsi, 4.583 metri di tessuto contraffatto e 162.000 euro di valuta. Con riferimento alla sicurezza prodotti, sono stati sequestrati 261.831 prodotti insicuri per il consumatore, di cui
oltre 20.000 giocattoli per bambini.
Sicurezza
Sono state, complessivamente, impiegate oltre 2.000 pattuglie per assolvere al servizio di pubblica utilità 117 e nell’ambito dei dispositivi di ordine e sicurezza pubblica oltre 1.300. Nel corso del controllo economico del territorio è stata svolta anche attività di contrasto allo spaccio e alla detenzione di sostanze stupefacenti, nel cui ambito le pattuglie si avvalgono, quando necessario, della preziosa collaborazione dei cani antidroga.
Sono stati, in particolare, effettuati 8 interventi che hanno condotto, oltreché al significativo sequestro di quantitativi di droghe leggere, alla denuncia a piede libero di 2 persone per detenzione ai fini dello spaccio di segnalazione al Prefetto di Lucca di 25 detentori, ai fini di uso personale, di sostanze stupefacenti.
Dal controllo del territorio è stata poi sviluppata un’importate operazione, la cosiddetta Drug Park, dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Lucca, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che ha portato al sequestro di oltre 500 piante di canapa indiana, destinate alla produzione e alla successiva commercializzazione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo marijuana e all’arresto 5 persone.