Il promoter commerciale fa il ‘doppio gioco’: condannato a maxi risarcimento con la società di vigilanza
Per i giudici l’ex collaboratore avrebbe utilizzato il portafoglio clienti della concorrente per la quale aveva lavorato
Pratiche commerciali scorrette, una società di vigilanza è stata condannata in solido con un responsabile commerciale a un maxi risarcimento nei confronti della società rivale del settore. La corte d’Appello di Firenze ha accolto il ricorso della controparte che aveva impugnato la precedente sentenza del tribunale di Lucca del 2021 che già aveva condannato la rivale a 79mila euro di risarcimento. Per i giudici del distretto fiorentino tale cifra va aumentata e la condanna definitiva nel merito per la società è stata fissata a 103mila euro di risarcimento alla concorrente, più interessi e rivalutazione dal 2014, e circa 25mila euro di spese legali e di giudizio, per un totale di circa 130mila euro.
La vicenda ricostruita in tribunale parte a cavallo tra il 2014 e il 2015 e arriva fino alla sentenza di secondo grado dei giorni scorsi. Dal marzo del 1985 sino al dicembre del 2014, la Fidelitas aveva come esperto commerciale l’uomo condannato in solido con la Globo con mansioni di promozione della vendita dei servizi di vigilanza privata; nel tempo l’uomo aveva accumulato un portafoglio di circa 2000 clienti ma nel corso del dicembre 2014, Fidelitas, sempre per emerso dal resoconto processuale, previa contestazione disciplinare, chiede la risoluzione del rapporto di lavoro, per avere quest’ultimo promosso la vendita degli stessi servizi da essi commercializzati, per conto di terzi.
Nel corso del 2015, infatti, Fidelitas, secondo i giudici, riceve numerose disdette da parte di clienti inseriti nel portafoglio del loro ex collaboratore, i quali avevano comunicato l’intenzione di recedere dal contratto di vigilanza. I recessi intimati da ben 130 clienti sarebbero stati imputabili alla condotta dell’uomo, secondo la tesi di Fidelitas accolta sia in primo che in secondo grado, “il quale operando a vantaggio della società Il Globo, avrebbe fornito false informazioni commerciali, consistenti nella artificiosa rappresentazione dell’inesistenza di penali da corrispondere in caso di recesso dal contratto di vigilanza, avrebbe poi, gettato discredito sulla propria reputazione commerciale, avendo dichiarato che essa appellante si sarebbe trovata sull’orlo del fallimento e/o prossima alla dismissione del servizio, per ritiro dal mercato ed avrebbe, infine, indotto i clienti a recedere dai contratti di vigilanza sottoponendo loro, una modulistica preconfezionata per la disdetta e per la conclusione di un nuovo contratto con la società concorrente Il Globo”.
Così si legge nella sentenza d’Appello a firma dei giudici Primavera, Loprete e Nicoletti. Prima della sentenza di primo grado del tribunale di Lucca Fidelitas ottiene, a seguito di deposito di ricorso d’urgenza anche un’ordinanza di cessazione degli atti di concorrenza sleale posti in essere ai propri danni dal loro ex responsabile delle vendite che era passato a lavorare per la Globo. Poi la condanna per l’uomo e per la Globo per la condotta illecita concorrenziale. Fidelitas aveva chiesto 750mila euro di risarcimento danni complessivi. Ma alcune tesi della società di vigilanza non sono state accolte né dal tribunale di Lucca né dalla corte d’Appello di Firenze. A seguito di una perizia tecnica invece è stata aumentata la cifra del risarcimento che è passata da 79mila a 103mila euro. Si legge infine nella sentenza di secondo grado: “Sulla predetta somma di 103.430,50 euro progressivamente rivalutata anno per anno seguendo i criteri dello schema rivalutazione e interessi allegato come da perizia, e quindi con riferimento ai servizi indistinti, sono dovuti gli interessi compensativi al tasso legale sino alla data di pubblicazione della presente sentenza e poi gli interessi legali sino al saldo effettivo”. Se ci sarà o meno un passaggio anche in Cassazione su questa delicata e intricata vicenda giudiziaria lo si saprà solo nei prossimi giorni.