Truffa dello Stato teocratico antartico: anche un lucchese tra i condannati

3 luglio 2023 | 14:35
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Truffa dello Stato teocratico antartico: anche un lucchese tra i condannati

Per l’accusa il gruppo si era inventato un organismo statale fasullo prospettando alle vittime i vantaggi più disparati

Truffa dello Stato teocratico antartico. Tre patteggiamenti, quattro condanne, un’assoluzione e un rinvio a giudizio. Questa la decisione del gup di Catanzaro Gabriella Pede nel procedimento denominato L’isola che non c’è. Hanno patteggiato la pena Aldo Piattelli, a un anno e sei mesi di reclusione, Giulio Sartoron, a un anno e 10 mesi di reclusione, Manuel Casara, a 9 mesi e 10 giorni. Per tutti e tre è stata disposta la sospensione condizionale della pena. Il gup ha inoltre condannato Emanuele Fransca a 2 anni, 6 mesi e 20 giorni; Christian Lacalandra, di Lucca, a 8 mesi di reclusione; Claudio Martino, 10 mesi; Rocco Viva, 8 mesi di reclusione. Per il lucchese Lacalandra, Martino e Viva, il giudice ha disposto la sospensione condizionale della pena. Gli imputati sono stati condannati anche al risarcimento dei danni in favore della parte civile. Rinviato a giudizio anche un cittadino maltese. Per gli altri 16 imputati è in corso il processo ordinario. Queste le decisioni a seguito dell’udienza preliminare dello scorso 29 giugno. L’indagine che con il coinvolgimento delle questure di Cosenza, Genova, Lucca, Perugia, Padova, Teramo e Trapani ha portato alla luce la truffa era partita il 7 aprile del 2021 con una perquisizione in un immobile di Catanzaro indicato come la sede diplomatica del presunto Stato, ed era poi culminata con un blitz ad agosto dello scorso anno che aveva portato a 14 misure cautelari. Ai domiciliari erano finiti anche i tre indagati lucchesi. A seguito degli approfondimenti investigativi era emersa così l’esistenza di un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale finalizzata, per l’accusa, “alla commissione di un numero indeterminato di truffe fondate sul raggiro” basato proprio sull’esistenza dello “Stato teocratico Antartico di San Giorgio” come soggetto dotato di un’autonoma sovranità e di connessi privilegi in forza del Trattato Antartico del 1959.

Secondo l’ipotesi accusatoria, per dare credibilità agli occhi di ignari cittadini, i componenti della gang avrebbero utilizzato una serie di artifici, come l’apparente creazione di istituzioni varie (Capo di Stato, governo e relativi ministri, Corte di giustizia, tribunale supremo, delegazioni territoriali), di una gazzetta ufficiale, di siti internet e, soprattutto, il confezionamento di documenti d’identità anche validi per l’espatrio. In questo modo avrebbero portato oltre 700 persone residenti in tutta Italia ad acquisire la cittadinanza dell’inesistente Stato Antartico, su pagamento di una somma di denaro variabile tra i 200 e i mille euro, prospettando loro i vantaggi più disparati: dalla possibilità di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, alla possibilità di fruire di una burocrazia più snella per le proprie imprese o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero, alla possibilità di consentire l’ingresso sul territorio nazionale di cittadini stranieri.