Ipotesi di estorsione nella cessione di un noto stabilimento caseario della Piana: il processo si farà a Pistoia

15 luglio 2023 | 15:19
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Ipotesi di estorsione nella cessione di un noto stabilimento caseario della Piana: il processo si farà a Pistoia

La Cassazione ha deciso sulla competenza territoriale: la cessione delle partecipazioni sociali è avvenuta a Ponte Buggianese

Indagini scottanti e inquietanti scenari giudiziari sullo sfondo di quella che sembrava essere solo una compravendita di azioni societarie.

L’inchiesta per gravi ipotesi di reato, tra i quali quello principale è di estorsione, su un controverso affaire relativo alla cessione delle quote societarie di un importante stabilimento caseario della Piana passa ora dal tribunale di Lucca a quello di Pistoia. Così ha stabilito la suprema Corte di Cassazione in una sentenza, pubblicata nei giorni scorsi, nella quale gli ermellini erano chiamati a decidere proprio in merito alla competenza territoriale del procedimento penale in corso.

Si legge infatti nella decisione dei giudici di piazza Cavour: “Alla luce di tali elementi, il luogo di consumazione dell’estorsione (ipotesi di reato) deve essere individuato nel Comune di Ponte Buggianese, e pertanto deve affermarsi la competenza per territorio del tribunale di Pistoia e non di Lucca. Decidendo sul conflitto, dichiara quindi la competenza del tribunale di Pistoia, cui dispone trasmettersi gli atti”.

L’azienda della Piana, che all’epoca fatturava circa 180 milioni di euro all’anno, tra il dicembre del 2013 e il febbraio del 2014 era passata di mano e una società emiliana aveva acquisito le quote di maggioranza da uno degli eredi della storica azienda lucchese. Negli anni a seguire uno dei più importanti gruppi francesi del settore caseario, del tutto estraneo ai fatti, aveva rilevato il tutto, e attualmente sono loro gli unici proprietari. Tra la proposta di cessione delle quote e l’acquisto da parte della società emiliana, però, qualcosa è andato storto tra le parti inizialmente d’accordo. Ne è venuta fuori un’inchiesta penale il cui capo d’imputazione principale è regolamentato dall’articolo 629 del codice penale: estorsione. Questo si evince dalla sentenza della Cassazione dei giorni scorsi che ha rinviato gli atti del processo al Tribunale di Pistoia per il prosieguo delle attività giudiziarie.

Due, sempre stando alla sentenza della Cassazione, sono le parti civili nel processo penale che vede indagate 4 persone che all’epoca erano ai vertici della nota società emiliana acquirente. Spiegano gli ermellini in sentenza: “Sulla base della documentazione trasmessa dal tribunale di Pistoia (ricorrente), deve piuttosto ritenersi che l’accordo di cessione delle quote azionarie si sia perfezionato mediante la sottoscrizione delle scritture private autenticate nelle date del 6 dicembre 2013 e del 27 febbraio 2014. Infatti, dalle certificazioni di cessione di partecipazioni sociali redatte a Ponte Buggianese in tali date dal notaio, risulta che con scritture private, autenticate dal medesimo notaio nelle stesse date, le due parti civili avevano ceduto alla società degli indagati la rispettiva partecipazione sociale nella ditta della Piana ma con stabilimenti anche in provincia di Pistoia, al corrispettivo indicato. Tali certificazioni consentono di affermare che anche i contratti di alienazione delle quote azionarie, della cui sottoscrizione esse danno atto siano stati conclusi a Ponte Buggianese, essendo quello il luogo dove sono state redatte nella medesima data e dal medesimo notai le certificazioni di cessione”.

Le delicate e complesse indagini che devono accertare cosa sia realmente accaduto analizzando in primis i gravi capi di imputazione per estorsione contrattuale si spostano, dunque, dal tribunale di Lucca a quello di Pistoia. L’estorsione cosiddetta contrattuale, che è il principale capo d’imputazione di questo procedimento giudiziario si realizza quando al soggetto passivo sia imposto di porsi in rapporto negoziale di natura patrimoniale con l’agente, con la sottoscrizione di una transazione fondata non su una sua libera scelta contrattuale ma sulla necessità di non subire un danno patrimoniale di rilevante entità.

La parola passa ai giudici di Pistoia chiamati a fare piena luce sugli accadimenti.