Fallimenti pilotati e riciclaggio: sotto sequestro un albergo in Garfagnana
Fra i beni in possesso della ‘banda del buco’ anche un ristorante a Forte dei Marmi, auto d’epoca e orologi di lusso
Nuova puntata della vicenda che riguarda la ‘banda del buco’, sodalizio criminale sotto indagine per una serie di operazioni tese a depredare aziende acquisite per sottrarne i beni e poi chiuderle appropriandosi del patrimonio.
Sono tante infatti le ricchezze e i beni accumulati dalla “banda del buco” che, senza porsi scrupoli delle sorti delle società depredate e delle centinaia di dipendenti delle stesse, hanno lasciato questi ultimi per mesi senza stipendio e, successivamente, li hanno licenziati nell’imminenza dei fallimenti pilotati.
Nel corso dell’operazione dello scorso 12 luglio, condotta su delega del dottoor Roberto Cerino della Direzione distrettuale antimafia della procura di Bologna, i militari del comando provinciale della Guardia di finanza felsinea, oltre a dare esecuzione a 25 misure cautelari personali, hanno individuato e sottoposto a sequestro – anche con la collaborazione di altri reparti del corpo operanti in varie regioni d’Italia – denaro contante e numerosi beni di ingente valore nella disponibilità degli indagati.
Tra questi beni ci sono due alberghi, uno in una località termale friulana, l’altro sul lago di Vagli in Garfagnana; immobili di pregio situati sui colli bolognesi nonché una villetta ubicata in un noto complesso turistico del crotonese; un ristorante del lungomare di Forte dei Marmi; diversi veicoli di lusso e d’epoca tra cui una Bentley Continental Gt, una Ferrari F308 Gts – come quella comparsa nella nota serie tv Magnum P.I. – un esemplare di Fiat 500 Topolino, una Fiat 600 Abarth, e delle autovetture Audi, Mercedes-Benz e Range Rover di grossa cilindrata; un’imbarcazione di 12 metri, modello Itama 38; diversi orologi di pregio (tra cui Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet) e numerosi gioielli (pietre preziose, bracciali, anelli, collier et similia).
Lo “sciacallaggio” posto in essere dal sodalizio è avvalorato anche dal ritrovamento e dal sequestro della “refurtiva” sottratta alle società indotte al default, risultata illecitamente occultata in alcuni capannoni situati nel meridione, tra cui, in particolare: 14 mila bottiglie di liquori vari e di pregiati vini; 650 prosciutti di Parma, depredati dallo stabilimento produttivo di Langhirano, luogo di eccellenze gastronomiche che contraddistinguono il made in Italy; 240mila pezzi di prodotti per la cura della persona (shampoo, creme corpo, prodotti tricologici).