Salva con altri bagnanti un bambino che rischia di annegare in piscina

Il volontario della Croce Verde di Porcari: “E’ vivo perché sono intervenuti infermieri e paramedici che erano nella struttura di Tirrenia. Non c’era nemmeno un Dae, presenterò una denuncia”
I suoi genitori hanno iniziato a gridare. Hanno chiesto aiuto urlando dalla piscina per richiamare l’attenzione dei bagnanti che sulle prime non potevano capire la loro angoscia. Subito dopo è stato a tutti chiaro il motivo di quella improvvisa agitazione: il loro bambino, di appena dieci anni, stava rischiando di morire annegato dopo essersi immerso in una piscina di un parco acquatico di Tirrenia. Seduto su una sdraio sotto un ombrellone, c’era anche un volontario della Croce Verde di Porcari.
Anche lui si è adoperato per salvare la vita al piccolo: “Mia moglie mi ha chiamato all’improvviso: corri, mi ha detto, quel bambino sta annegando”. Alessandro Coco, 44 anni, di Badia Pozzeveri, frazione del comune di Altopascio, non ha esitato. Insieme ad altre persone si è avvicinato per dare una mano. Una ragazza stava già praticando il massaggio cardiaco al bambino. Erano circa le 14,15 di oggi (23 agosto) quando si è sfiorata la tragedia.
Non si parla di un dramma grazie all’umanità di alcune persone presenti: oltre alla giovane donna, si sono dati da fare anche un infermiere che si trovava nella struttura per qualche ora di relax e un turista straniero che si è qualificato come paramedico. “Hanno iniziato le prime manovre salvavita – racconta il volontario di Porcari -, mentre sono stato io a chiamare il 112 e a dare l’allarme, chiedendo l’intervento immediato delle ambulanze. Dopo aver telefonato, ho girato in lungo e in largo la struttura alla ricerca di defibrillatore Dae, che non era presente. La situazione mi ha veramente provato: ero lì con le mie due bambine che si sono spaventate e la struttura non era dotata di dispositivi salvavita”. E’ questa la tesi di Coco che domani si presenterà in questura a Lucca deciso a presentare un esposto.
“Fortunatamente grazie ad alcuni bagnanti la situazione non è precipitata – sostiene Alessandro Coco -, ma cosa sarebbe potuto accadere se persone qualificate non fossero state presenti? Sul posto sono arrivati due militari della Capitaneria di Porto ai quali ho spiegato la situazione. Poi ho di nuovo telefonato al 112, ho parlato al telefono con la questura di Pisa e su loro consiglio mi sono deciso a presentare una denuncia: cose del genere non devono accadere”. In pochi minuti, sono arrivate sul posto due ambulanze: una infermieristica e l’altra con il medico a bordo. Nel frattempo la centrale operativa del 118 ha fatto levare in volo l’elisoccorso Pegaso e il bambino, trasferito a Careggi, è stato accompagnato in ambulanza all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ed affidato alle cure dei medici che stanno cercando di salvargli la vita: “Sono volontario da tanto tempo, figlio di un ispettore di polizia e soprattutto padre – commenta Coco -: oggi mi sono trovato di fronte ad una situazione davvero drammatica. Ho visto quel bambino riverso sulla sponda della piscina, i suoi genitori stravolti e sconvolti in acqua. Queste cose non devono accadere, per questo desidero che sia fatta piena luce su questo episodio. Il mio pensiero va a quel piccolo e alla sua famiglia: spero che, nonostante tutto, le cose vadano al meglio”.
Il bambino non sarebbe fortunatamente in pericolo di vita: si trova ricoverato in terapia sub intensiva al Meyer. I medici si sono al momento riservati la prognosi.