Asse suburbano, accolto il ricorso del Comune: si sbloccano i lavori per la bretella

30 agosto 2023 | 16:49
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Il Consiglio di Stato cassa la sentenza di primo grado del Tar. Sette milioni di euro per collegarevia dell’Acquacalda e viale Castracani.

È arrivata quest’oggi (30 agosto) la sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso del Comune di Lucca in merito alla reiterazione del vincolo espropriativo per alcuni terreni all’interno del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo ai lavori di realizzazione della nuova infrastruttura tra la rotatoria di via dell’Acquacalda e la rotatoria di viale Castracani, per un valore di oltre 7 milioni di euro.Il ricorso al Tar era stato proposto dalle famiglie Fontana e Monteriso.

Il Comune di Lucca aveva infatti impugnato la sentenza del Tar di Firenze dello scorso autunno, che aveva annullato la delibera comunale che approvava il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’opera pubblica. L’amministrazione aveva quindi proceduto inquadrando il progetto su due lotti e mentre per il primo lotto si era giunti all’approvazione del progetto esecutivo a cui seguirà a breve l’indizione della gara, il secondo lotto era doverosamente in stallo in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato.

La decisione del Consiglio di stato sblocca finalmente la questione permettendo, quindi, il completamento della la strada di collegamento, dalla via del Brennero al futuro casello autostradale di Mugnano, che avrà la finalità di ridurre il carico di traffico sulla circonvallazione, collegando di fatto la Garfagnana all’autostrada.

Il Comune di Lucca, tramite i propri legali, deducendo di aver avviato il procedimento urbanistico per la realizzazione dell’asse suburbano fin dal 2004 e di averne modificato in itinere il progetto originario proprio per venire incontro alle esigenze evidenziate dagli appellati e per rendere l’opera meno invasiva, ha infatti lamentato l’erroneità della sentenza del Tar, nella quale il giudice del primo grado non aveva evidentemente adeguatamente considerato il fatto che il provvedimento contenesse già in sé l’illustrazione dei presupposti della reiterazione (la necessità di reiterare il vincolo preordinato all’esproprio e la persistenza delle ragioni di interesse pubblico).

Presentando il proprio ricorso, oggi accolto, il Comune di Lucca aveva inoltre sottolineato che pur trattandosi di una seconda reiterazione (del vincolo introdotto nel 2004 e reiterato già nel 2012), il vincolo risultante dai provvedimenti da ultimo impugnati era, in verità, assai diverso da quello inizialmente apposto, riguardando non più l’abitazione delle famiglie Fontana e Monteriso, ma soltanto terreni inedificati, proprio per gravare il meno possibile sugli interessi dei proprietari colpiti e per cercare di ridurre il sacrificio imposto ai privati.

Il sopracitato criterio “conservativo” rispetto agli edifici esistenti aveva orientato l’intero procedimento di modifica dell’originario progetto, impedendo così all’amministrazione di accogliere le richieste degli appellati di tracciati alternativi, che avrebbero implicato, a loro volta, l’esproprio e la distruzione di altri fabbricati esistenti in loco.

Dai documenti presentati il Consiglio di Stato riconosce il forte carattere strategico dell’opera in questione e l’indubbio interesse pubblico. Tale opera, mettendo in comunicazione viabilità importanti, è stata ritenuta infatti fondamentale per garantire, da un lato, un beneficio all’intera area urbana e suburbana e, dall’altro, una migliore accessibilità, contribuendo alla ridistribuzione del carico pesante proveniente dalla SS 12 del Brennero con riduzione dei tempi di percorrenza e conseguente risparmio energetico e riduzione delle emissioni di rumori ed inquinanti. Ed inoltre, sempre la sentenza del Consiglio di stato precisa che: “L’amministrazione appellante, infatti, dinanzi alla centralità dell’opera pubblica per il proprio territorio e all’urgenza determinata dalle criticità che essa è destinata a risolvere, nonchè dall’esigenza di avvalersi del cospiquo finanziamento ottenuto dalla Regione e di tener fede agli impegni assunti in sede di accordo di programma, ha provveduto a modificare il tracciato del progetto originario, di difficile attuazione, cercando di ridurre al minimo il pregiudizio imposto ai proprietari, evitando la demolizione dei fabbricati e al contempo preservando la coerenza e la funzionalità della viabilità”.

Con l’enucleazione di tali elementi, si legge nella sentenza “l’amministrazione comunale risulta aver compiutamente assolto all’onere di motivare puntualmente la reiterazione del vincolo sia sotto il profilo della dimostrazione dell’indispensabilità dell’opera sia sotto quello dell’impraticabilità concreta di alternative al tracciato da ultimo previsto che, occorre evidenziare, era già imposto dal Piano strutturale (non impugnato) e non appare diversamente localizzabile, dovendo collegare due tratti di viabilità già esistenti e al contempo osservare il nuovo ragionevole criterio prescelto dal Comune di evitare l’espropriazione e distruzione di fabbricati”.

Un risultato importante, accolto con soddisfazione dall’amministrazione comunale e dall’assessore Nicola Buchignani: “L’asse suburbano rappresenta un’opera dal forte carattere strategico, poiché finalizzata alla comunicazione di viabilità importanti. Siamo soddisfatti – prosegue – per aver sbloccato una situazione che si trascinava da anni, tenendo in stallo oltre che il progetto anche un importante finanziamento”.

La sentenza del Consiglio di Stato apre quindi la strada alla progettazione esecutiva anche del secondo lotto, che diventa quindi obiettivo primario dell’amministrazione con la finalità del completamento, atteso da anni, dell’asse suburbano.