Lutto per la morte a 56 anni di Giovanni Corazzi

30 agosto 2023 | 13:34
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Lutto per la morte a 56 anni di Giovanni Corazzi

È stato segretario della Piana di Rifondazione Comunista. Domani (31 agosto) alle 14,45 cerimonia laica all’obitorio

Se ne è andato ieri (29 agosto) all’età di 56 anni Giovanni Corazzi, ex segretario della Piana di Rifondazione Comunista.

Giovanni aveva scoperto qualche mese fa di avere una malattia in fase avanzata, che lo ha portato via in poco tempo. Si è spento a casa della sorella che se ne è preso cura nelle ultime settimane di vita.

La sala mortuaria a Campo di Marte sarà chiusa domani (31 agosto) alle 14,45, quando sarà tenuta una piccola cerimonia laica con amici e compagni. Il corpo sarà quindi portato a Livorno per la cremazione. Corazzi lascia la mamma Fosca, la sorella Ambra e le due  nipoti Lara e Valentina.

“A loro va tutto il nostro affetto, la nostra vicinanza e le nostre più sentite condoglianze – dicono i compagni e le compagne di Sinistra Italiana, di Rifondazione Comunista -. Giovanni, prima di tutto è un nostro compagno, ma, per molti di noi, è anche un carissimo amico, con cui abbiamo condiviso tanto del nostro tempo di vita. Giovanni ha alle spalle una storia di militanza politica a sinistra, in Rifondazione comunista, di cui è stato anche segretario del circolo di Capannori nel periodo in cui il Prc aveva una responsabilità politica diretta nella prima amministrazione Del Ghingaro, quando la sinistra riuscì ad imprimere una svolta positiva ed innovativa soprattutto nelle politiche ambientali che portò una grande visibilità al Comune di Capannori, per i grandi risultati raggiunti. Chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, ha sicuramente apprezzato la sua passione politica e soprattutto la sua bontà perché, dietro quel suo carattere apparentemente duro e riservato, nascondeva un animo buono e gentile di un uomo capace di grandi slanci di generosità, di amicizia e affetto. Nel corso degli anni, Giovanni, aveva progressivamente abbandonato l’impegno politico attivo perché deluso e amareggiato dalla evoluzione della situazione politica italiana“.

“Non era un compagno che amava turarsi il naso votando il meno peggio per non far vincere il peggio del peggio. Rifiutava questa logica politica che lui considerava suicida e che alla lunga avrebbe portato ad una disaffezione generalizzata alla politica, ad un crollo della partecipazione e a quella distanza abissale che registriamo oggi, tra il paese legale ed un paese reale che oggi non si sente più rappresentato da nessuno. La filosofia del meno peggio non gli apparteneva e allora preferì fare un passo indietro dalla militanza pur continuando a rimanere un compagno, sempre agganciato alla realtà del suo tempo e della sua Piana dove viveva – proseguono -. Non ha voluto condividere con i suoi compagni e amici la sua malattia, l’ha vissuta nel suo privato con la vicinanza, l’affetto e l’assistenza amorosa della sua famiglia, conoscendolo, rispettiamo la sua scelta di riservatezza perché sappiamo bene che lui non avrebbe sopportato la compassione anche se sincera degli amici ma, soprattutto, quell’ipocrisia che in queste circostanze sempre emerge e che per lui sarebbe stata del tutto insopportabile”.

“A noi, compagni di Sinistra Italiana, di Rifondazione Comunista, piace ricordarlo come uno degli animatori di quella bella ed indimenticabile festa di Liberazione, nell’uliveto di Montecarlo, la festa al Podere Operaio, dove non mancava mai, sempre presente sempre davanti a fornelli o alla griglia o dove c’era bisogno, un compagno, un volontario instancabile, sorridente e generoso – concludono -. Buon viaggio Giovanni, i compagni e le compagne ti salutano a pugno chiuso”.