Caso Pantaleoni, la procura ricorre in Appello contro l’assoluzione

In primo grado il poliziotto fu assolto dai reati di abbandono del posto di lavoro e di traffico di influenze illecite
La procura di Pistoia ricorre in Appello contro il poliziotto Gianluca Pantaleoni, che in passato ha prestato servizio alla Polstrada di Lucca.
Non ci stanno i pm Leonardo De Gaudio e Giuseppe Grieco all’assoluzione dell’ispettore Gianluca Pantaleoni per i reati di abbandono del posto di lavoro e traffico di influenze illecite.
“Le motivazioni addotte secondo i sostituti procuratori sono riconducibili ad una erronea valutazione circa la utilizzabilità delle intercettazioni dove il giudice di prime cure è pervenuto ad un giudizio di assoluzione affermando la inutilizzabilità – spiega il legale della difesa dell’ispettore della Polstrada, avvocato Giovanni Cantelli -.Per quanto riguarda l’abbandono del posto di servizio la Procura ritiene invece che sia stata omessa la valutazione di elementi di prova ulteriori rispetto alle intercettazioni, richiamando nello specifico le deposizioni dei testi della polizia giudiziaria”.L’avvocato Giovanni Cantelli si associa alle motivazioni di sentenza di assoluzione del collegio giudicante: “L’ispettore Pantaleoni in forza di un rapporto di buona conoscenza di lunga durata con l’imprenditore Pandolfo si sarebbe limitato, come di consuetudine a controllare lo stato di un procedimento amministrativo inerente il porto d’armi tanto che il soggetto in questione è ricorso agli ordinari rimedi di tutela amministrativa e mai dallo stesso ha ricevuto promesse o denaro come asserita contropartita sull’interessamento stesso. Relativamente all’abbandono dal posto di servizio, risulta lapalissiano che la competenza autostradale si estende anche fuori dal casello di Montecatini Terme e dove le pattuglie abitualmente escono per soste e controlli o addirittura per effettuare il rifornimento nel centro cittadino. Peraltro l’accusa viene formulata attraverso la cella telefonica dell’altro poliziotto gregario rimasto immune dall’azione penale, simul stabunt simul cadent, le pattuglie della polizia non sono monoposto”.
Il poliziotto fu arrestato dalla Squadra Mobile pistoiese il 5 dicembre 2019 e messo in carcere, prima a Pistoia e dopo a Sollicciano, poi ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico, e, infine, sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. L’inchiesta era partita da movimenti sospetti sui conti correnti. Un giro di soldi, in soli 3 anni, secondo l’accusa, di circa 900mila euro, molti dei quali, per gli inquirenti, sarebbero stati utilizzati in ricariche per scommesse on line. Cifre da capogiro a fronte di uno stipendio da ispettore di polizia. E’ quanto era emerso dal fascicolo di indagine a carico di Gianluca Pantaleoni, per il quale fu disposta un’ordinanza di custodia cautelare a firma del gip Luca Gaspari, su richiesta del procuratore della Repubblica pistoiese Giuseppe Grieco e del sostituto procuratore della Repubblica Leonardo De Gaudio. Mentre in primo grado fu assolto per i reati più gravi di riciclaggio e corruzione, per traffico di influenze illecite ed abbandono del posto di servizio, reati, questi due ultimi per cui la Procura ha fatto appello, fu condannato per circonvenzione di incapace, autoriciclaggio e utilizzo indebito di carte di credito per truffa ai danni dello stato, peculato e detenzione abusiva di proiettili e palette e il tribunale aveva anche ordinato la confisca di 400mila euro e 15mila da pagare per risarcimento civile verso il ministero dell’interno oltre 3420 euro di spese legali.