Gravemente malato corre all’ospedale di Lucca per un’urgenza ma l’auto è sottoposta a fermo: maxi multa per il paziente

Il tribunale annulla confisca dell’auto e ritiro della patente ma per il giudice la sanzione era legittima
Nel pomeriggio del 25 giugno dello scorso anno aveva preso la sua auto, bloccata da fermo amministrativo, ed era andato al San Luca per reperire alcuni farmaci immunosoppressori (che vengono utilizzati nel caso di trapianto di organi o di gravi malattie autoimmuni) perché si era reso conto di averli terminati, ma sulla via di ritorno verso casa la polizia stradale lo aveva fermato durante normali controlli di routine ed era stato multato con una sanzione totale di circa 2mila euro, più la confisca dell’auto e il ritiro della patente.
L’uomo aveva provato a spiegare le motivazioni del suo gesto ma senza esito. Quando gli sono stati notificati gli atti a casa (nel frattempo si è trasferito in provincia di Pistoia) ha deciso di impugnarli in tribunale e i giudici a distanza di oltre un anno gli hanno dato ragione su tutto ma non sulla multa. L’auto non è più sotto confisca e la patente gli sarà restituita, perché i magistrati hanno ritenuto non proporzionati i provvedimenti rispetto alla sua situazione particolare di quel giorno. Scrive il giudice Matteo Marini del tribunale di Pistoia nella sentenza pubblicata il 3 ottobre scorso: “Peraltro, la copiosa documentazione versata in atti dall’appellante consente di ritenere provato non solo il fatto che lo stesso, a causa di un trapianto di organo, si doveva sottoporre a cure immunosoppressive all’ospedale di Lucca ma anche che di queste cure egli aveva effettivo bisogno”.
In altre parole la necessità di recarsi a prelevare i farmaci e di poter, così, continuare la cura senza pericolosi intervalli era apparsa, agli occhi dell’uomo ed in quel preciso momento, sicuramente prevalente su qualunque altra circostanza e ciò a ragione dal momento che la salute è un valore assoluto (senza bisogno di scomodare l’articolo 32 della Costituzione). Ma l’effetto scriminante dello stato di necessità sempre per il tribunale “doveva ritenersi geograficamente cessato con l’arrivo all’ospedale di Lucca”. Per il viaggio di ritorno l’uomo dopo la cessazione dell’emergenza avrebbe dovuto cercare altri mezzi di trasporto, ecco perché la multa invece non è stata revocata stando alle motivazioni della sentenza. Prosegue infatti la sentenza: “Da quel momento in poi, la sua condotta è rimasta “scoperta” e la decisione di fare rientro a Pistoia a bordo della propria autovettura è stata dallo stesso assunta per mera sua comodità e nella vana speranza che, facendo rientro in un orario serale, la possibilità di essere sottoposto ad un controllo fosse minore) ma sicuramente con ogni responsabilità derivante dalla circolazione su di una autovettura che non lo poteva fare”. Le spese del giudizio sono state compensate. L’uomo è stato rappresentato dall’avvocatessa Paola Citi. Queste le decisioni della magistratura sul singolare caso giuridico.