Truffatore seriale fra il Veneto e la Lucchesia: c’è la condanna definitiva

8 ottobre 2023 | 13:30
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Truffatore seriale fra il Veneto e la Lucchesia: c’è la condanna definitiva

il 50enne era stato già ospite del carcere di San Giorgio dal 2016 al 2021. Si indaga su altri episodi

Ancora guai giudiziari per un finto avvocato, di origini campane, che da Belluno alla Lucchesia per alcuni anni era riuscito a truffare diverse persone, a volte presentandosi come legale altre come promotore finanziario.

Nel 2015 era stato arrestato una prima volta dopo un inseguimento con i carabinieri sulla Pesciatina nel quale finì pure per sbandare e fu ricoverato in ospedale per alcune settimane, e l’anno successivo la gGardia di finanza gli aveva notificato un ordine di carcerazione per una condanna definitiva del tribunale di Belluno a 3 anni e 6 mesi di reclusione e lo aveva accompagnato al San Giorgio. In realtà rimase nel carcere di Lucca fino a giugno del 2021 per un cumulo di pene, sempre per reati legati a truffe, sostituzione di persona ed estorsione, in sede di esecuzione.

Ma gli investigatori lucchesi avevano poi ricostruito la sua “carriera” di truffatore seriale in città e in provincia, grazie ad alcune testimonianze e denunce e al materiale documentale che gli era stato sequestrato. Soldi e documenti falsi che avevano indotto le forze dell’ordine e la magistratura cittadina ad effettuare ulteriori indagini. Uno di questi casi in cui si era presentato in un negozio come avvocato (non essendolo ovviamente) della città per offrire i suoi servizi in cambio di denaro ma applicando tariffe iper scontate che dovevano servire proprio a convincere le vittime che “era un buon affare” assoldarlo come legale per poi versargli anticipi per fantomatiche spese, è arrivato fino alla suprema Corte di Cassazione che ha confermato le sentenze di primo e secondo grado di giudizio per truffa, giudicando inammissibile il suo ricorso.

Scrivono infatti molto chiaramente in sentenza (pubblicata il 5 ottobre scorso con le motivazioni) gli ermellini: “Inammissibile perché attacca il merito della decisione impugnata è anche il terzo motivo di impugnazione, atteso che la corte territoriale ha ritenuto determinante nella consumazione del reato la condizione di recidivo reiterato, specifico nel quinquennio, esplicitando tale valutazione con un percorso argomentativo privo di vizi logici e fondato, invece, sul “curriculum criminale” del ricorrente, evidenziato da cinque pagine di un certificato del casellario giudiziale per reati di diversa indole, come tale ritenuto assolutamente indicativo di non comune capacità a delinquere”.

Altre inchieste a suo carico sono tuttora in corso per altre episodi simili avvenuti in Lucchesia. Si vedrà. Questo caso giudiziario è chiuso e va ad alimentare il suo certificato penale che poi sarà valutato in sede di esecuzione per stabilire la pena definitiva.