Militare di Lucca resta invalido per l’esplosione di una mina in Bosnia, la Difesa condannata a pagare vitalizio e indennizzi

13 ottobre 2023 | 13:53
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Militare di Lucca resta invalido per l’esplosione di una mina in Bosnia, la Difesa condannata a pagare vitalizio e indennizzi

Per il giudice del tribunale Galli Tassi la percentuale di invalidità era maggiore di quella riconosciuta dal ministero

La guerra ha sempre conseguenze atroci e disastrose, a prescindere dalle motivazioni, e non solo nel periodo di durata del conflitto ma anche successivamente alla cessazione delle ostilità, soprattutto sui civili ma non solo. Un militare professionista di Lucca, all’epoca 29enne, ha partecipato alla guerra in Bosnia come sminatore della Folgore, e nell’ambito della successiva missione internazionale Joint Endeavur sempre della Nato durante un sopralluogo era rimasto gravemente ferito per l’esplosione di una mina. Ferite purtroppo permanenti e invalidanti a seguito delle quali era stato prima curato e poi indennizzato dal ministero della difesa anche con la speciale elargizione delle vittime del dovere. Ma durante l’iter amministrativo terminato nel 2012 gli era stata riconosciuta una invalidità lavorativa del 26% e l’indennizzo che ne era seguito era commisurato a tale percentuale.

Ma il giudice del tribunale di Lucca, Antonella De Luca, con la sentenza e relative motivazioni pubblicata il 10 ottobre scorso ha chiarito che le cose stanno diversamente da come aveva affermato il ministero. La percentuale reale di invalidità, cioè la ridotta capacità lavorativa, del militare lucchese è del 56% e gli spettano quindi: l’adeguamento della speciale elargizione (circa 2.000 euro per ogni punto di percentuale di invalidità dimostrata), un vitalizio mensile di 500 euro a partire dal 2006, e un vitalizio mensile speciale di 1.033 euro a partire dal 2008, e ha condannato il ministero della difesa a versare tali cifre, con arretrati e interessi, più circa 3mila euro di spese di lite e di giudizio.

Il militare di Lucca, oggi impegnato nel mondo del volontariato e che in seguito ha dovuto affrontare anche il dramma di aver perso una figlia di soli 16 anni in un incidente stradale avvenuto nel 2010, nel gennaio del 1996, come emerge dal resoconto processuale, era impegnato in attività di bonifica ordigni esplosivi con il compito di rendere sicure le aree e gli itinerari stradali della zona di competenza del contingente presente in Bosnia-Erzegovina: durante tale attività aveva notato la presenza di un ordigno e durante le operazioni di disinnesco si verificava l’incidente che ha causato la sua invalidità. Il compito principale della missione Ifor della Nato era quello di garantire la fine delle ostilità e separare le forze armate della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, da un lato, e la Republika Srpska, dall’altro. L’operazione ‘’Joint Endeavour’’, in particolare, dove aveva preso parte anche il militare lucchese, aveva caratterizzato il primo impegno di una valenza numerica militare estremamente cospicua sul campo nella storia della Nato. Inoltre per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, le forze della Federazione Russa e degli Stati Uniti vennero coinvolte in una missione di carattere comune. Il 20 dicembre del 1996 il mandato dell’Ifor terminò e la Nato aveva poi istituito una nuova operazione di pace. Ma gli effetti di una guerra, come detto, purtroppo, non si fermano mai solo al periodo del conflitto vero e proprio ma durano anni, a volte per sempre nelle ferite permanenti di civili e militari coinvolti.