Boom di cocaina tra i giovani, la storia di Elisa: “Così è iniziata la mia discesa all’inferno”

2 novembre 2023 | 16:32
Share0
Boom di cocaina tra i giovani, la storia di Elisa: “Così è iniziata la mia discesa all’inferno”

Ora la donna ha 35 anni e si è disintossicata

Il 41% delle persone che lo scorso anno si è rivolto ai Serd della regione Toscana, compreso quello in città che ha sede nella Cittadella della salute a Campo di Marte, lo ha fatto per dipendenza da cocaina.

La cocaina continua ad essere una delle sostanze più presenti nel mercato delle droghe in Italia, con un flusso di sostanza proveniente in prevalenza via mare dai Paesi di produzione sudamericani: negli ultimi quattro anni i quantitativi intercettati nel nostro Paese sono passati da circa 3 tonnellate e mezzo (2018) a oltre 26 tonnellate di sostanza sequestrata, il 77% delle quali presso le aree doganali marittime. A fronte di una maggiore diffusione nel territorio non è cambiata nel tempo la concentrazione media (70%) di principio attivo rilevata nei campioni di sostanza analizzati. Stabili anche il costo medio al chilogrammo a livello del narcotraffico (38.300 euro) e il prezzo sul mercato della strada, dove un grammo di sostanza costa in media 83 euro. La spesa per il consumo stimata nel 2022 rappresenta poco meno di un terzo della spesa generale attribuita all’acquisto di sostanze stupefacenti e si aggira intorno ai 5 miliardi di euro. Tornano a crescere anche i consumi fra i giovanissimi (15-19enni): nel 2022 circa 44mila studenti (ossia il 2% della popolazione studentesca) ne riferiscono l’utilizzo. Questi gli ultimi dati della presidenza del consiglio.

Sono mezzo milione in Italia le persone tra i 18 e gli 84 anni (1,1%) che ne hanno fatto uso nel corso dello stesso anno rendendo evidente che la cocaina resta una delle sostanze stupefacenti più diffuse nel Paese, dato confermato anche dalle analisi delle acque reflue. Nella città di Lucca si consumano mediamente ogni giorno 9,4 dosi di cocaina per mille abitanti, quindi circa 827 dosi quotidiane in totale (circa 170 grammi di cocaina al giorno), per un controvalore in denaro di circa 13mila euro al giorno, cioè 397mila euro al mese e 4,7 milioni di euro in un anno, nel solo territorio cittadino.

Si consumano inoltre 43 dosi di cannabis e derivati sempre mediamente ogni giorno per mille abitanti, cioè 3784 dosi quotidiane. Dati decisamente eccessivi per un città media di provincia come Lucca. Ma in linea con la media nazionale dello scorso anno che è aumentata ovunque. Molte delle persone che finiscono al Serd provengono da accessi al pronto soccorso per malori di vario genere, fisici e mentali. Una di queste persone è Elisa che ha voluto raccontare un po’ la sua storia.

“Ho iniziato a sniffare coca da giovanissima, a 17 anni a scuola. All’inizio l’ho fatto per gioco, per moda – ha raccontato -. Mi faceva sentire grande sniffare coca ed era anche un modo per essere accettata da alcuni miei coetanei, tra cui un ragazzo che mi piaceva molto all’epoca e che ne faceva uso. Così ho cominciato la mia discesa all’inferno. Sarà stato anche il mio carattere debole, sicuramente, ma fatto sta che da allora non ho fatto che tirare coca per dieci anni di fila. Dopo una dose ne cercavo subito un’altra e un’altra ancora. Di sicuro, il fatto che non si dovesse iniettare come l’eroina con la siringa e un certo grado di tolleranza di tipo culturale  nei confronti di questa droga non mi hanno fatto venire molti dubbi su quello che stavo facendo realmente”.

Elisa ora ha 35 anni e dopo essersi disintossicata ha trovato anche un lavoro stabile, da due anni ha anche una figlia col suo compagno, e il progetto è di sposarsi l’anno prossimo. Al momento convivono in un Comune della Piana di Lucca.

“Negli anni peggiori ero arrivata a sniffare anche 3 o 4 grammi di coca al giorno e con un paio di persone avevamo messo su un piccolo giro di spaccio tra amici e conoscenti. Compravamo la coca per tutto il gruppo tenendo la nostra parte e guadagnando soldi che però finivano tutti sempre nello stesso modo – ha raccontato -. E procurarsi la coca era davvero molto semplice, troppo semplice. Ai miei genitori dicevo di lavorare in un pub a Pisa dove mi ero iscritta all’università dopo il liceo ma era solo una copertura diciamo, per poter vivere da sola, lontano da casa, e fare tutto quello che mi passava per la testa. Un vita da sballo, mi sentivo una tosta, e pensavo di essere onnipotente e immortale. Ma non era così ovviamente. Perennemente sballata non ho dato nemmeno un esame e col passare degli anni la mia salute psicofisica ha iniziato a risentirne, così come i miei rapporti sentimentali e amicali. Poi una sera mi sono sentita male e sono finita in pronto soccorso dove mi hanno dovuta sedare oltre ai vari controlli ma poi quando mi hanno offerto aiuto per disintossicarmi ho rifiutato. A quel punto i miei familiari hanno scoperto tutto e mi hanno convinta a ritornare a casa ma le cose sono andate sempre peggio fino al giorno del mio 27esimo compleanno”.

“Tra alti e bassi come sempre ero riuscita a mentire a me stessa e ai miei genitori che era tutto sotto controllo e sono uscita con alcuni amici per festeggiare il mio compleanno. Ma nel locale che avevamo scelto ho rivisto quel ragazzo del liceo che mi piaceva così tanto e quando mi ha offerto della coca non ho saputo dire di no. Ma quella sera non andò a finire come le altre. Iniziammo a sniffare come pazzi e a un certo punto iniziai a stare male. Mi mancava il fiato, sudavo e soprattutto avevo come la sensazione di impazzire – ricorda -. Pensavo di morire e credo di averlo anche desiderato, tutto pur di non stare più così male. Anche in quel caso sono finita al pronto soccorso ma stavolta a differenza delle altre, non so nemmeno io bene perché, mi scattò dentro qualcosa”.

“Chiamai mia madre e dissi al dottore che volevo disintossicarmi. Ho seguito tutto il percorso e tutte le indicazioni che mi hanno dato e con l’aiuto della mia famiglia e di un ragazzo che poi è il mio attuale compagno e padre di nostra figlia piano piano  ne sono venuta fuori – conclude -. Ora vivo una vita sana e sono felice ma non dimentico quegli anni assurdi e ogni settimana comunque frequento un gruppo di mutuo aiuto (narcotici anonimi) perché non bisogna mai abbassare la guardia e anche perché aiutare gli altri mi sta dando veramente tanta gioia”. Elisa ha anche avuto problemi con la giustizia ma anche quelli ormai sono acqua passata. Ha avuto una seconda chance e ha saputo coglierla.