Direttore di un prestigioso hotel condannato al risarcimento danni a un politico: colpa dei commenti ai suoi tweet
Nel testo aveva annunciato il contenzioso aperto da parte del parlamentare nei suoi confronti scatenando una scia di offese e di insulti: dovrà pagare 7500 euro e le spese processuali
Direttore di un prestigioso hotel della Campania pubblica un tweet ripetutamente dove annuncia un contenzioso con uno dei più noti politici di Lucca, ma nei commenti gli utenti scrivono parole pesanti e molto offensive e la corte d’appello di Firenze lo ha condannato al risarcimento dei danni dopo averlo ritenuto responsabile dei contenuti diffamatori e per non averli cancellati.
La corte d’appello di Firenze ha condannato uno dei più prestigiosi hotel della Campania a pagare 7500 euro a uno dei più noti politici lucchesi per diffamazione. La particolarità della decisione dei giudici riguarda il mondo dei social e della responsabilità, civile e penale, sui commenti ai post da parte degli utenti che devono essere sorvegliati e cancellati dall’amministratore nel caso di affermazioni diffamatorie. La giurisprudenza si sta adeguando ai tempi ma in questo caso specifico, come detto, le dichiarazioni decisamente pesanti e volgari nei confronti del politico di Lucca non erano state postate direttamente dal condannato ma da altre persone. I fatti risalgono all’autunno del 2018 quando il direttore dell’hotel pubblica sul profilo Twitter della struttura una sua esternazione nella quale affermava di essere stato diffidato dal politico per alcuni suoi interventi in favore di un altro leader politico nazionale su una vicenda di quel periodo, salvo poi precisare in un altro post che in realtà la telefonata non era stata fatta da lui di persona ma da personale della sua segreteria politica. La sentenza motivata dei giudici fiorentini che hanno confermato la precedente condanna dell’hotel da parte del tribunale di Lucca del 2021 ricostruisce quindi l’intera vicenda: in uno dei tweet, il cui contenuto è stato poi ribadito in alcuni interventi compiuti dal direttore dell’hotel, presso emittenti televisive, questi ha espresso tutto il suo disappunto affermando che “il politico del mi ha denunciato per diffamazione, chiedendomi 20mila euro di risarcimento. Stiamo toccando l’assurdo, dopo il mio messaggio di solidarietà al leader nazionale di un altro partito sono stato ricoperto di insulti e volgarità”.
Questo tweet secondo i giudici, non assume in sé un significato diffamatorio, ovvero capace di ledere l’onore e il prestigio del soggetto cui è direttamente destinato, tuttavia è stato capace di innescare la pubblicazione di una serie di tweet nel profilo dell’hotel, in data 7, 8, 21, 23 settembre 2018, di chiaro ed esplicito contenuto diffamatorio. Cioè i giudici hanno condannato gli effetti del tweet del direttore dell’hotel, i post decisamente diffamatori degli utenti a commento del post originale.
La sentenza
Scrivono i giudici della corte d’appello fiorentina nella sentenza pubblicata il 6 novembre scorso: “Deve condividersi, pertanto, il percorso motivazionale seguito dal tribunale di Lucca, laddove ha posto in risalto il fatto, di per sé evidente, che gli epiteti ingiuriosi e offensivi ripetutamente rivolti al politico e pubblicati sul profilo twitter dell’hotel sono stati generati e alimentati dal continuo twitting del direttore”.
L’hotel è infatti titolare del profilo dove sono state pubblicate le plurime espressioni lesive dell’onorabilità della persona diffamata ed è responsabile, unitamente al suo direttore, della diffamazione rivolta al politico lucchese, “per non aver fatto rimuovere tempestivamente le ingiurie personali rivolte al danneggiato da terzi soggetti, che hanno in tal modo inteso solidarizzare col direttore contro il politico di Lucca . Pertanto , non solo quest’ultimo, sempre secondo i giudici, ha in qualche modo provocato la reazione di terzi soggetti, pubblicando ripetutamente tweet che tendevano a descriverlo come una vittima dell’esponente politico di un partito avverso, ma non ha rimosso le esternazioni di terzi che per giorni hanno offeso l’onorabilità del politico lucchese, senza neppure invitare tali soggetti a evitare il ricorso a frasi offensive e denigratorie”. E infine: “La Corte di appello di Firenze, definitivamente pronunciando ogni diversa eccezione disattesa e assorbita, così statuisce: rigetta l’appello e conferma la sentenza emessa dal tribunale di Lucca il 24 marzo 2021”.
Nella sentenza è esplicitato il divieto di pubblicazione al di fuori di motivi processuali dei dati sensibili delle parti in causa. L’hotel dovrà pagare anche circa 3mila euro di spese di lite.