Colpi nelle ville della Lucchesia con i proprietari all’interno: confermate le condanne per i due accusati dei raid

Per l'accusa erano il terrore delle notti tra le colline della città e la Versilia

Confermate definitivamente dalla suprema corte di Cassazione le condanne a 5 anni di reclusione e 3600 euro di multa nei confronti di Ergys Lekaj e Eri Nika per furto e ricettazione. Nello scorso mese di febbraio i due avevano patteggiato la condanna di fronte al gup del tribunale di Lucca. I loro ricorsi sono stati dichiarati inammissibile e gli ermellini li hanno condannati anche alle spese legali e a 3mila euro di ammenda.

I due di origini albanesi erano finiti in manette nell’operazione di polizia denominata Notte fonda, coordinata dalla procura della Repubblica lucchese.  Entrambi erano accusati di essere i ladri delle ville di lusso di mezza Versilia e Lucchesia. Non sapevano che all’interno della loro auto gli investigatori avevano piazzato una microspia. In quei minuti i due stavano progettando l’ennesimo furto a bordo della Audi A3, risultata rubata, e che le telecamere di videosorveglianza avevano immortalato subito dopo uno dei 15 colpi contestati a entrambi.

I raid nelle ville e nelle case, secondo quanto ricostruito dai giudici e dalla polizia, avvenivano sistematicamente in orari notturni e con la presenza di persone in casa, a volte anche bambini; le vittime erano quasi sempre turisti stranieri, che avevano affittato residenze per brevi periodi. Una prima svolta nelle indagini si è avuta dopo che in occasione di uno di questi furti, è stata asportata un’autovettura, Audi A3 Sportback nera con i vetri oscurati. Infatti, attraverso i lettori targhe dei comuni della Versilia, era emerso che i passaggi del mezzo sono stati rilevati soltanto in orari notturni ed in zone isolate residenziali, caratterizzate dalla presenza di una forte concentrazione di ville. Seguendo gli spostamenti dell’auto attraverso il Gps, gli investigatori erano riusciti a ricollegarla ai furti contestati e a dare un nome e un volto ai due presunti responsabili dei colpi. Da queste indagini era emerso il loro arresto e ora la condanna definitiva.

 
Inquietanti intercettazioni

“Vuoi molte cose ma non hai voglia di lavorare, tante cose”, dice uno dei due in una intercettazione agli atti. Dopo qualche istante di silenzio l’altro ribatte: “Andiamo in due case, non usciamo senza nulla”. Così parlavano i due sospettati dei raid tra i comuni di Pietrasanta, Camaiore, Massarosa e le colline della Lucchesia, dove hanno svaligiato la villa di un inglese a Pieve Santo Stefano, la notte del 15 luglio 2022. Uno dei due propone di massimizzare il profitto e dice: “Ma anche gli orologi, sette-otto mila euro per tre o quattro pezzi, siamo a posto no?”. “Anche due pezzi, sei a posto, figurati tre o quattro pezzi”, risponde l’altro. E se sono troppi: “Li porti al polso, o uomo”. Quelle due voci erano quelle dei due condannati e l’intercettazione era finita nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Lucca Antonia Aracri. Nel colloquio successivo dopo le 4 del mattino, quando i due intanto hanno compiuto un altro furto ai danni di due anziani, si accordano per nascondere refurtiva e attrezzi in un casolare nei pressi di via Ciardi. “Che bel furto – commenta uno dei due – sono entrato, erano due vecchietti, stanchi tutti e due”. “Domani si fa festa”, propone l’altro? “No, dobbiamo lavorare per fare soldi anche domani. Usciamo a Lido di Camaiore”. Nei giorni scorsi la sentenza definitiva di condanna per entrambi.

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