Due ambulanze e una guardia medica non bastano a curare la lacerazione: odissea per una 95enne

I parenti dell’anziana: “Le volontarie a bordo del primo mezzo non sapevano come fare la medicazione e il medico di turno non aveva l’occorrente. Alla fine è stato necessario ricorrere al pronto soccorso”
Odissea per una anziana di 95 anni di Castelnuovo di Garfagnana che sabato sera (11 novembre) si è ferita ad una gamba, provocandosi accidentalmente una lacerazione e una conseguente emorragia. La nipote che la assisteva ha subito chiamato il 118. Erano circa le 20 e ha spiegato all’operatore la situazione, richiedendo se possibile un’ambulanza con medico a bordo, vista la delicatezza delle circostanze.
All’arrivo dell’ambulanza – giunta da Camporgiano – il medico non c’era e le due volontarie hanno consigliato di chiamare la guardia medica. Dopo un’ora d’attesa è arrivato il dottore, ma – come sostengono i familiari dell’azienda – non aveva il materiale per la medicazione. Quindi è stato necessario richiedere l’intervento di un’altra ambulanza che infine l’ha accompagnata al pronto soccorso del Santa Croce.
A fare questo racconto è una parente della anziana: “La signora in questione – racconta – ha avuto improvvisamente una lacerazione spontanea alla gamba sinistra senza alcuna motivazione apparente. È stato chiamato il 118, richiedendo la presenza di un medico a bordo data la situazione (emorragia) e il fatto che l’anziana risiede al terzo piano di un palazzo vecchio privo di ascensore. Sull’ambulanza arrivata da Camporgiano, l’unica a disposizione per quella sera, erano presenti esclusivamente due giovani volontarie (il medico non c’era) che hanno riferito ai familiari presenti di non essere in grado di tamponare la ferita. Su consiglio delle volontarie, è stata contattata la guardia medica, la quale ha avvisato la famiglia di non avere l’occorrente (causa tagli alla sanità) per medicare la ferita ha quindi chiesto ai familiari dell’anziana signora se avevano in casa guanti, disinfettante, garze e cerotti”.
Ma non sarebbe finita qui: “Dopo un’ora dalla telefonata – racconta la parente -, il medico si è presentato nell’abitazione dalla quale era stato chiamato ed ha iniziato a sostenere che la ferita era avvenuta o in seguito ad una caduta oppure a causa di un urto. La parente che stava accudendo l’anziana, è sua nipote ed ha sostenuto la versione oggettiva dei fatti, cioè che la lacerazione era accidentale e non certamente avvenuta nelle modalità da lui descritte. Il medico ha dichiarato vergognosamente di non avere il materiale occorrente per la medicazione. Per la necessità di mettere i punti sulla ferita (che poi non le sono stati messi per decisione della dottoressa di turno al pronto soccorso), alla fine, la signora è stata portata con un’altra ambulanza all’ospedale per poi riportarla a casa alle 3 del mattino. Per evitare questo calvario sarebbe bastata una semplice medicazione. Questo scenario sanitario complessivo preoccupa e deve impegnare il governo, le istituzioni locali ed il management sanitario ad assumere il portato del disagio sanitario che attraversa il paese per individuare le opportune risposte e costruire percorsi e strumenti di confronto permanente fra le rappresentanze politico-istituzionali, sociali ed associative”.