Raggirata al telefono da una compagnia elettrica: rimborsata

14 novembre 2023 | 16:13
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Raggirata al telefono da una compagnia elettrica: rimborsata

La donna si è rivolta Aducons Law and Food

Una signora di Lucca si era rivolta alla Aducons Law & Food perché  aveva iniziato a ricevere bollette di una società per la fornitura di energia elettrica, a cui però non aveva mai aderito.

La malcapitata lo scorso mese di febbraio aveva ricevuto una telefonata da una donna che, spacciandosi per un’operatrice della compagnia elettrica di cui era cliente, le aveva annunciato l’arrivo di un rimborso “bonus” di 90 euro e per questo le aveva chiesto il codice Iban per predisporre il rimborso, la signora però insospettita riattacca e chiude la conversazione.

“Verso maggio – racconta l’avvocato Aducons Law & Food, Arnaldo Belvedere – riceve una prima fattura da parte di una società di fornitura elettrica a lei sconosciuta, di ben 120 euro (mentre lei prima ne pagava 30/40 al mese) che, oltretutto, contiene un addebito di 90 euro per il trasporto dell’energia. La cliente contesta la circostanza, ma non ottiene riscontri e decide di pagare per paura di vedersi togliere la corrente”. A luglio la signora riceve però una seconda fattura, elevata come la prima, allora si rivolge all’associazione lucchese che tutela i consumatori.

“Abbiamo mosso una contestazione alla società – aggiunge l’avvocato -, mettendone a conoscenza anche l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) e facendo presente che la cliente non ha mai avuto alcuna lettera di benvenuto da firmare e rimandare alla società, oppure un supporto durevole, come impone la normativa, quale la registrazione dalla quale si evincano le caratteristiche del contratto, di cui si è chiesto immediato annullamento”.

Dopo diversi scambi di mail e lettere informative, Aducons Law & Food ha avuto ragione della situazione: dapprima la società ha proposto uno stralcio dell’intero importo ancora dovuto, che ammontava a 498 euro complessivi, ma l’avvocato ha ottenuto anche la restituzione dell’importo versato per la prima fattura (i primi 120 euro pagati dall’assistita).  La quale, ha quindi finito per utilizzare anche gratuitamente il servizio elettrico per 5 mesi.