Fugge dal Ghana perché non vuole diventare sacerdote di feticci: avrà il permesso di soggiorno

Riconosciute le tutele umanitarie dalla sezione protezione internazionale civile del tribunale di Firenze
Una storia di fuga e di privazioni. Che si è conclusa con il riconoscimento della protezione umanitaria per un uomo di 35 anni originario del Ghana.
La decisione è dovuta però passare dalle aule di tribunale, in particolare dalla sezione protezione internazionale civile del tribunale di Firenze, cui l’uomo, tramite il suo avvocato, Lidia Puliti di Lucca, si è rivolto per ottenere il riconoscimento dello status.
La storia raccontata dal profugo, che alla fine è stata in qualche senso accolta dal giudice fiorentino, potrebbe tranquillamente essere la trama di un romanzo, o aver ispirato un film come Io, capitano di Matteo Garrone.
L’uomo, di origine ghanese è di etnia Akan e di religione cristiana. Figlio di genitori separati è cresciuto con la nonna dopo la morte della madre, ma sia la nonna sia il padre sono poi morti. Ha lasciato il suo paese nel 2012 perché non voleva succedere al padre nel ruolo di sacerdote di feticci. In questi anni ha saputo dallo zio che la madre sarebbe morta a causa del culto praticato dal padre e che i genitori si erano separati perché la famiglia materna era cristiana e si opponeva alla religione praticata dal padre e che anche sua nonna sarebbe morta a causa dei culti tradizionali, poiché era contraria all’idea che il nipote succedesse al padre nel ruolo di sacerdote. Dopo la fuga dal Ghana è andato a seguito dello zio in Togo, quindi in Libia dove, in prigione, ha conosciuto la sua attuale compagna. Partiti insieme per l’Italia la donna, incinta, ha perso il bambino una volta arrivata a Lucca.
Il giudice fiorentino, pur non essendo provati precisamente i fatti narrati, ha accolto parzialmente il ricorso (declassato a richiesta di protezione umanitaria e non internazionale), disponendo che il questore rilaci permesso di soggiorno di due anni nella categoria ‘casi speciali’, che potrà essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo o subordinato.