Caro affitti e poca sicurezza, negozio di abbigliamento chiude i battenti dopo 18 anni

La decisione della titolare di ViaVeneto dopo l’ultimo furto
Chiude i battenti dopo 18 anni di attività il negozio di abbigliamento ViaVeneto di viale Cavour a Lucca. Una “decisione difficile e sofferta” quella presa dalla titolare Roberta Carrara che ha alla base diversi motivi. Il principale è il caro affitti dei fondi commerciali, problema annoso e irrisolto a Lucca e in particolare nelle zone più centrali. Ma c’è di più: “Viale Cavour e piazzale Ricasoli non sono più zone sicure”, afferma Carrara. Pochi giorni fa, nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorsi, l’attività ha, infatti, subito l’ennesimo furto. I ladri, entrati in azione nella notte, hanno spaccato la vetrina del negozio da cui hanno sottratto due computer, un Iphone e una stampante.
A tutto ciò si aggiunge, secondo la titolare, il fatto che i grandi eventi che si svolgono a Lucca penalizzano la zona: “Le varie iniziative che coinvolgono Lucca vanno a detrimento della nostra zona, dove si verifica una puntuale assenza di parcheggi, praticamente inesistenti”. Per tutti questi motivi la titolare ha deciso di cessare la propria attività, annunciando la sua decisione anche con un video dai toni amari pubblicato sulla bacheca Facebook del negozio. Dopo la svendita totale, il negozio chiuderà per sempre la saracinesca, tra fine gennaio e febbraio.
“Le motivazioni che mi hanno indotto a questa dolorosa scelta – racconta la titolare -, sono svariate. In primis c’è il problema del fondo: non riesco a trovare un accordo umano con la proprietaria. E’ un anno che ne sto cercando un altro ma è impossibile trovarlo a condizioni economiche congrue. Il problema del caro affitti è generalizzato in una città come Lucca a vocazione commerciale ma è e resta irrisolto. A questo si aggiungono le bollette che sono praticamente triplicate e la posizione del negozio: la zona di viale Cavour e quella di piazzale Ricasoli non sono più sicure e lo dimostra la spaccata che abbiamo subito nella notte tra il 27 e il 28 dicembre scorsi”.
E’ questa l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Certo, il clima economico generale non ha giovato: “La mancanza di una legge sulle vendite online non tutela i negozi tradizionali, che vengono ulteriormente penalizzati – osserva Roberta Carrara -: l’ecommerce esiste da tempo, ma il periodo del covid lo ha fatto crescere a dismisura. Siamo da sempre un negozio che punta alla qualità dei prodotti e di fronte a questo genere di concorrenza sleale non possiamo, chiaramente, stare al passo. E non vogliamo perché la nostra filosofia è quella di proporre abiti di qualità, oltre che belli da indossare. Per questo ci siamo trovati di fronte ad un bivio e di fronte ad un bivio è necessario scegliere. E’ arrivato per me il momento di fermarmi, sebbene con grande dispiacere”.