Scomparso l’ex capo di gabinetto Gianni Simonetti: il ricordo di Pietro Fazzi

L’ex primo cittadino: “Con l’arrivo dell’amministrazione Favilla si abbatté anche su di lui una serie di vendette voluta da alti diktat”
È scomparso lo scorso 16 dicembre l’ex funzionario del Comune di Lucca Gianni Simonetti. Fu capo di gabinetto del sindaco Pietro Fazzi.
A ricordarne la figura proprio l’ex primo cittadini: “Gianni Simonetti è morto il 16 dicembre. In silenźio senza clamori, cosí come aveva vissuto. È stato funzionario del Comune di Lucca, segretario del sindaco Franco Fanucchi che lo aveva voluto con sé seguito quando divenne presidente della Camera di Commercio e accettò di tornare in Comune quando gli chiesi di venire a fare il mio capo di gabinetto nel giugno del 1998. Svolgeva il suo ruolo con competenza e dedizione senza mai cercare visibilità pur accettando quella che derivava dalle sue delicate mansioni”.
“I soli momenti di notorietà – ricorda Fazzi, non senza una punta di amarezza – arrivarono tristemente dopo la caduta della mia amministrazione, il 6 giugno 2006, fino a raggiungere le cronache locali. Con l’arrivo dell’amministrazione guidata da Mauro Favilla si abbatté anche su di lui la serie delle vendette voluta da alti diktat e realizzata docilmente da bassi esecutori. Politici o amministrativi che fossero, bisognava far fuori quelli che avevano lavorato nella mia amministrazione e non solo in comune. Fu un periodo triste dove si consumavano rancori ingiustificati per ottemperare a diktat superiori che ignoravano le conseguenze che quelle azioni provocavano nella vita dei sungoli e delle loro famiglie. Nel silenzio complice dei molti che vedevano, leggevano e sapevano. Gianni era una persona onesta e leale, forte, ma anche schiva e sensibile, timido. Non era un guerriero, era un gran lavoratore e una mente raffinata. Era colto e creativo, lucido. Ma non era un combattente. Nella vita veva scelto altre strade, non quella, e molti non ne capivano l’animo profondo di servitore leale e generoso della cosa pubblica, estraneo e distante da tutte le consorterie”.
“Si è ritirato – conclude Fazzi – e con grande dignità ha sofferto in silenzio per gli attacchi ingiusti e spesso anche cattivi dei quali fu fatto oggetto sapendo di non meritarli. Avrebbe meritato di passare in serenità i suoi ultimi anni di vita potendoli dedicare ai suoi affetti più cari. A Dio caro Gianni”.