Strage di Erba, si va verso la revisione. Il detective Cannella: “Servono nuove prove, non vecchie teorie”

Secondo il direttore della Falco Investigazioni, che ha lavorato al caso, bisogna concentrarsi sulle analisi forensi: “Rosa Bazzi non ha partecipato all’omicidio se non passivamente”
Strage di Erba, a marzo si discuterà dell’istanza di revisione processuale presentata dagli avvocati difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due condannati in via definitiva. Il caso era stato anche al centro delle indagini dell’agenzia investigativa Falco di Lucca, del direttore Davide Cannella, che sull’argomento ha scritto anche un libro dal titolo La strage di Erba vista da chi ha lavorato al caso, edita da Abrabooks.
La vicenda ha inizio l’11 dicembre del 2006, quando nel condominio di via Armando Diaz a Erba vengono rinvenuti i cadaveri del bambino di due anni: Youssef Marzouk, della madre, Raffaella Castagna, della nonna, Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini. Unico superstite della strage, Mario Frigerio, colpito da un fendente alla gola e creduto morto.
Le indagini che ne sono susseguite hanno portato all’arresto della coppia Rosa Bazzi e Olindo Romano che abitavano nello stesso condominio in cui sono avvenuti i delitti. I due sono stati condannati in tutti i gradi di processo, compresa la Cassazione, ma non tutti si sono convinti della loro colpevolezza.
Uno su tutti l’investigatore privato Davide Cannella che su mandato del padre del bambino ucciso ha affrontato il caso con un team di esperti formato dai due investigatori della Falco, Luca e Matteo Cannella, dalle criminologhe Mary Petrillo e Rossana Putignano e dal genetista forense, professor Eugenio D’Orio.
“Sul caso della strage di Erba è stata presentata un’istanza di revisione processuale da parte degli avvocati dei due coniugi agli arresti. Attualmente siamo nella fase così detta rescissoria – spiega il detective Davide Cannella – A marzo si deciderà il tutto, siamo però ad un buon punto, perché l’istituto della revisione processuale è lungo e difficile da raggiungere.”
La revisione processuale è prevista dagli artico 629 e seguenti del codice di procedura penale e si tratta di un’impugnazione straordinaria di sentenze già passate in giudicato. Chiaramente, per poter arrivare alla revisione occorre che emergano nuovi elementi, alla luce dei quali chi è stato condannato risulti innocente o sorga un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza.
“Si tratta di un istituto a cui non è affatto semplice accedere – precisa Cannella -, perché la magistratura e il sistema non ammette l’errore giudiziario, tuttavia sappiamo precisamente che gli errori esistono e li commettiamo tutti. L’istanza di revisione può essere richiesta dalla persona condannata o dal procuratore generale. Io avevo il mandato da Azouz Marzouk come procuratore generale e avrei potuto presentare io stesso l’istanza di revisione, però per una questione di correttezza istituzionale ho preferito lasciare che ci pensasse la difesa dei due coniugi”.
Secondo il detective Cannella gli elementi che devono essere scardinati per arrivare alla revisione del processo sono tre: “Il primo elemento è la macchia di sangue rinvenuta sull’auto di Olindo Romano – dichiara Cannella – In realtà le analisi condotte dal nostro genetista forense Eugenio D’Orio hanno evidenziato che non si tratta di sangue. Altro elemento la confessione di Rosa Bazzi, in cui si assume la responsabilità dell’omicidio del bambino. Le sue dichiarazioni sono prive di qualsiasi fondamento e nei verbali si legge che ha chiesto più volte quali dichiarazioni aveva fatto il marito”.
Il terzo elemento è la testimonianza dell’unico sopravvissuto alla strage, Mario Frigerio che fin da subito ha individuato in Olindo Romano l’aggressore che lo ha colpito. Frigerio però è morto nel 2014.
“Frigerio secondo me ha visto bene – dice Davide Cannella – ha visto Olindo Romano, ma non ha visto Rosa Bazzi. Si è anche parlato di indottrinamento, ma io sono sicuro che non sia così perché le prime persone con cui lui ha parlato dopo il risveglio dal coma farmacologico sono stati i figli. Non con i carabinieri e i magistrati e neanche con il maresciallo che è stato perseguitato dal programma Le Iene”.
Secondo le indagini dell’investigatore privato Davide Cannella, Rosa Bazzi non ha mai partecipato direttamente ai delitti.
“L’ho scritto anche nel mio libro – spiega – questo processo presenta numerosi errori e sarebbe giusto che ci fosse una revisione. Io sono convinto che Rosa Bazzi se ha partecipato ai delitti lo ha fatto solo passivamente e le prove raccolte dal nostro team lo dimostrano”.
Secondo gli avvocati dei coniugi però, il movente dei delitti sarebbe da ricercare nella testimonianza di una persone che abitava nel condominio teatro della strage.Un uomo mai sentito dalle forze dell’ordine. Stando alle sue dichiarazioni l’appartamento in cui sono state trovati i corpi delle vittime era una base di spaccio e i membri della famiglia di Marzouk, sarebbero stati uccisi per vendetta da una banda rivale.
“Se si procede con queste ipotesi non si andrà da nessuna parte – dichiara Cannella -, per poter arrivare alla revisione processuale ci vogliono nuove prove, non vecchie teorie. Proprio per questo c’è bisogno di arrivare a nuove prove attraverso gli ultimi ritrovati delle scienze forensi, come abbiamo fatto noi con la macchia nella macchina di Olindo Romano. Quello non era affatto sangue e lo abbiamo scoperto grazie alla genetica forense”.