Magistrati onorari, l’avvocato: “Tutti già stabilizzati ma la sentenza del Tar è in contrasto con le normative europee del lavoro”

20 gennaio 2024 | 12:18
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Magistrati onorari, l’avvocato: “Tutti già stabilizzati ma la sentenza del Tar è in contrasto con le normative europee del lavoro”

L’avvocato Rossi dopo il respingimento del ricorso: “Si chiedeva il riconoscimento dell’anzianità di un anno, non il diritto a partecipare alla procedura valutativa che è stata regolarmente superata”

Il ricorso presentato al Tar del Lazio da parte di Fabrizio Bartelloni, Francesco Carlesi, Michela Malfatti ed Elisabetta Martini, tutti magistrati onorari con incarico negli uffici giudiziari di Lucca, in servizio da più di dodici, ma meno di sedici anni, rappresentati e difesi dall’avvocato Leonora Rossi, aveva ad oggetto il riconoscimento dell’anzianità di un anno, non il diritto a partecipare alla procedura valutativa che è stata regolarmente superata e le relative figure professionali stabilizzate.

Così l’avvocato dei ricorrenti che precisa i contenuti del pronunciamento del Tar: “I vice procuratori di Lucca, Fabrizio Bartelloni, Francesco Carlesi, Michela Malfatti e Isabella Martini sono già stati ammessi alla seconda prova valutativa nello scorso anno a ottobre 2023 – spiega l’avvocato Rossi – avanti alla commissione presieduta dal presidente del tribunale di Lucca Boragine, dalla giudice Genovese e dal presidente dell’ordine degli avvocati Dal Lago, da tutti passata positivamente, ed attualmente risultano stabilizzati ed in regolare servizio presso la procura della Repubblica del tribunale di Lucca”.

Il ministero della giustizia, ricostruisce l’avvocato, nel 2022 aveva indetto in base alla legge Cartabia tre concorsi per i magistrati onorari divisi per fasce di anzianità di servizio (2022 per chi aveva più di 17 anni di servizio, 2023 per chi ne aveva dai 12 ai 17 anni, 2024 per chi ne ha meno di 12 anni), e l’oggetto del ricorso dei magistrati ordinari era quello di consentire agli stessi di partecipare anticipatamente alla prima valutazione del 2022 anziché alla seconda del 2023 o alla terza del 2024, facendo valere l’anzianità effettiva da loro maturata pari per alcuni di loro a 19 anni, “e non – osserva l’avvocato Rossi – quella erroneamente ritenuta valida dal ministero che eliminava 5 anni di anzianità facendo decorrere l’anzianità di servizio, in base alla quale si conteggiavano le reiterazioni illegittime, dal decreto ministeriale di nomina fino all’anno 2017, e non fino all’entrata in vigore della riforma della legge Cartabia del 31 dicembre 2021 o all’inizio della procedura concorsuale 2022”.

“La decisione del Tar del Lazio è stata resa contemporaneamente al rigetto di altri 10 ricorsi sollecitati dalle associazioni dei magistrati onorari in rappresentanza di oltre 800 magistrati onorari italiani – ricorda l’avvocato -. Le motivazioni del rigetto di tutti i ricorsi non solo sono a tratti pressoché identiche, ma appaiono sorprendentemente in contrasto con la giurisprudenza europea in materia di lavoro, quali l’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/Ce sul lavoro a tempo determinato, l’accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/Ce sul lavoro a tempo parziale, la direttiva 2003/88/Ce sull’orario di lavoro, la direttiva 92/85/Cee sulla maternità, per la quale è pendente la procedura di infrazione 2016 – 4081 avviata contro il Governo Italiano, nuovamente messo in mora in questi due anni dalla Commissione Ue il 14 luglio 2022 ed il 15 luglio 2023, affinché ai magistrati onorari fossero riconosciuti dallo Stato Italiano come a tutti lavoratori europei un nucleo minino di tutele obbligatorie (la protezione in caso di malattia e la maternità, il conteggio dell’anzianità di servizio a parità di mansioni anche se precari)”.

“La complessa vicenda, pur non avendo più un diretto interesse per i miei assistiti già stabilizzati, per una questione di principio e di giustizia, sarà probabilmente oggetto di un più prudente apprezzamento da parte del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia – afferma l’avvocato – già investita in passato per cause analoghe e con esito vittorioso per il magistrati onorari e giudici di pace”.