Pronto soccorso di Lucca, i sindacati tornano alla carica: “Personale all’osso, servono altri dieci medici”

26 gennaio 2024 | 14:44
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Le sigle in commissione: “Siamo la pecora nera dell’Asl Toscana nord ovest. E soffrono anche alcuni reparti per mancanza di infermieri e operatori socio sanitari”

La carenza dei medici al centro delle criticità del pronto soccorso del San Luca che si conferma, secondo i sindacati, pecora nera del territorio dell’Asl nord ovest. Sarebbe infatti prevista la presenza di 13 medici strutturati, mentre Lucca ne ha solo 6 per più di 54mila accessi all’anno. Sono questi i dati presentati nella seduta della Commissione sulle politiche sociali del Comune di Lucca che si è tenuta oggi (26 gennaio) nella sala biblioteca di Palazzo Santini, a cui hanno partecipato anche i sindacati di riferimento del personale sanitario e in particolare del pronto soccorso del San Luca.

“Il pronto soccorso di Lucca copre un territorio con un importante bacino di utenza e da sempre soffre di difficoltà di organico – dice Pietro Casciani di Uil Fpl -. Sicuramente la questione è legata ad un problema che si riscontra anche a livello nazionale e come organizzazione sindacale negli anni passati siamo intervenuti con iniziative e manifestazioni di protesta. Nel 2016 dichiarammo lo stato di agitazione perché avevamo solo 18 unità di medici. Oggi, di quelle 18 unità sulle quali si protestava, ne sono rimaste 6. La situazione è pesante e ci preoccupa, sia come sindacati e sia come cittadini. La nostra richiesta è quella di arrivare ai numeri giusti, non di più, vanno aggiunte almeno altre dieci unità per consentire di avvicinarci agli altri pronto soccorso dell’area Toscana Nord ovest. Perché a Lucca siamo in difficoltà anche in confronto ad altri territori”.

Gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale di Lucca sono alti, il primo è il Versilia con 60-65mila accessi, poi all’ospedale apuano con 61 mila e Lucca con 54mila accessi in un anno. Gli altri pronto soccorso hanno a disposizione  13 medici strutturati, mentre il San Luca ne ha solo 6.

“Non c’è solo carenza di medici – prosegue Casciani di Uil -, servono anche infermieri e operatori socio sanitari che vadano a completare l’organico. Inoltre c’è bisogno di facilitare le procedure di accesso, lavorando sull’organizzazione interna. Si parla anche di un nuovo prefabbricato esterno al pronto soccorso, noi siamo stati informati ma vorremmo che ci fosse un confronto per migliorare i percorsi interni. Questa nuova struttura è sicuramente un bene, ma necessita anche di personale e ci vorrebbe maggiore organico per garantire un presidio. Le nostre osservazioni però non sono state prese in considerazione dall’azienda sanitaria”.

Anche Paola Freschi di Cgil lamenta la carenza di organico a cui occorre, dice, dare una risposta. I medici impiegati infatti “senza una giusta turnazione di lavoro, senza poter fare ferie o prendere giorni di malattia”, sostiene, finiscono “per lavorare in condizioni di stanchezza eccessiva e ciò non permette di operare in piena sicurezza all’interno del pronto soccorso”.

“C’è in previsione una nuova organizzazione interna degli ospedali del San Luca e del Versilia, ma ad oggi non abbiamo saputo cosa ci stanno proponendo, perché la carenza di organico non si soffre solo al pronto soccorso, ma anche in altri settori dell’ospedale – spiega Paola Freschi di Cgil -. Il tema fondamentale deve essere la salvaguardia della sanità pubblica, la base è garantire una sanità universale, tutti si devono curare con gli stessi diritti. Negli anni non ci sono state assunzioni a seguito di pensionamenti, è chiaro che in questo modo dopo un po’ di tempo si assiste ad un drastico calo di organico”.

“Condivido la criticità della carenza medici e comparto – dichiara Maddalena Rotondi di Cisl Fp -. L’ ampliamento degli spazi può essere una toppa ma non una soluzione. Ci vuole inoltre una riorganizzazione interna e abbiamo chiesto di reintrodurre la guardia medica per non incanalare utenze in un unica soluzione. Io personalmente proporrei dei percorsi alternativi sulla diagnostica breve. Non essendo garantita sul territorio, concorre ad aumentare l’afflusso al pronto soccorso. Ci vogliono strategie di potenziamento di strutture già esistenti, basterebbe trasferire dei macchinari fermi e riorganizzarsi con del personale che possa garantire questa tipologia di servizio. Perché ad oggi la diagnostica veloce entro 72 ore non è garantita. Succede che tutti accedono al pronto soccorso anche per fare una radiografia, con codici bianchi. Le liste di attesa sono troppo lunghe. Anche la guardia medica deve avvicinarsi al pronto soccorso. In tutti i presidi ospedalieri ci sono dei contingenti minimi di personale che non vengono rispettati e questo porta ad altre carenze, per esempio non viene garantita privacy dei pazienti”.

Secondo Carlo Bartolomei di Fials Lucca, la mancanza di personale porta ad una serie di rallentamenti del protocollo già lento di per sé.
“Le liste di attesa lunghe e bloccate portano tutti i giorni ad un flusso sempre maggiore e occorre rivedere l’organizzazione del personale che lavora all’interno. Ci vuole una radicale revisione del sistema – afferma -. La Regione sta tentando, ma per adesso di concreto non si è visto nulla. Io considero molto importante per l’argomento la Conferenza dei sindaci, in cui si mettono insieme richieste e offerte. Il Comune deve essere preparato e deciso nel portare avanti le sue responsabilità, perché può dare riferimenti importanti”.

“La carenza di medici è una criticità importante, ma è importante sottolineare quanto la medicina territoriale sia carente – aggiunge Gessica Pierini di Cisl -. I pazienti faticano a mettersi in contatto con il proprio medico di famiglia e decidono di andare al pronto soccorso. Occorre una diagnostica breve senza passare dal pronto soccorso. La Guardia medica non ha accesso a richieste di diagnostica breve e l’azienda non ha affrontato l’argomento in maniera chiara. I medici di famiglia, a quanto dicono i pazienti, non sono molto presenti o difficilmente raggiungibili e solo tramite messaggistica e il paziente è costretto ad evitare di farsi visitare o in casi estremi ad andare al pronto soccorso. Dal loro canto, i medici di famiglia lamentano un carico eccessivo di lavoro”.

Il capogruppo di Sinistra con, Daniele Bianucci, fa notare un dato, ovvero che “negli anni non ci sarebbe un incremento di accessi al nostro pronto soccorso”.
“Secondo me le criticità nascono nel momento in cui i pazienti non vengono mandati nei reparti – dichiara -. Questo perché il San Luca è un ospedale per acuti e i pazienti sono costretti a rimanere in barella al pronto soccorso, adesso arriviamo a 28 pazienti in barella, prima ce n’erano zero”.

L’assessore Giovanni Minniti e il consigliere con delega alla sanità Alessandro Di Vito, spiegano quanto il problema del pronto soccorso sia “da sempre al centro degli interessi dell’amministrazione comunale e della Conferenza dei sindaci”.

“Il sindaco Pardini ha convocato i medici del pronto soccorso a pochi giorni dalla vittoria delle elezioni per conoscerne le criticità. Unici assenti sono stati l’azienda sanitaria e il Prefetto e ritengo che sia stata una cosa molto grave, ma voglio sottolineare l’interesse di questa amministrazione verso l’argomento. Nella Conferenza dei sindaci il pronto soccorso è sempre un tema presente – spiegano i due -, abbiamo compilato tre documenti che sono stati consegnati all’Asl. In uno chiedevamo una riorganizzazione del 118 e della guardia medica per trasferirla dal Campo di Marte al San Luca. Un intervento semplice e a costo zero che l’azienda sanitaria si è rifiutata di fare per problemi contrattuali. In un altro documento chiedevamo la presenza in ambulanza di personale oss o infermieristico. Purtroppo anche su questo argomento non si è saputo niente. La Conferenza dei sindaci sarebbe quindi un organo importante ma il gestore della sanità territoriale è l’Asl ed è lei che deve mettere in atto o meno le richieste dei sindaci”.

Secondo il parere del consigliere con delega alla sanità, dottor Alessandro Di Vito, la nuova struttura prevista fuori dal pronto soccorso, non servirà a risolvere nessuna criticità.
“Il prefabbricato previsto al San Luca è considerato un box accessori – precisa-. Io non riesco a capire come mai l’ospedale di Lucca ha bisogno di un box accessori, mentre l’ospedale di Livorno non ne ha bisogno anche se ha dati simili di metri quadri e di accessi. La struttura di Lucca è costata 900mila euro e verrà posta accanto alle scale di sicurezza dell’ospedale. Solo questo dovrebbe bastare a far riflettere sul progetto”.
“Se non sono aumentati gli accessi in questi anni – conclude Di Vito – si capisce che Lucca non ha bisogno di nuovi spazi, ma avrebbe bisogno di altri posti letto. A Lucca infatti mancano 48 letti per post acuti e vanno fatti a Campo di Marte. Quindi non prefabbricati ma posti letto vanno fatti”.

Al termine del confronto in commissione, il consigliere Daniele Bianucci, analizza la situazione: “Dalle organizzazioni che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori del pronto soccorso, e in generale dell’intero comparto della sanità, emerge la forte preoccupazione per l’enorme carenza dell’organico presente – racconta il consigliere del centrosinistra, Daniele Bianucci -. I medici di ruolo al pronto soccorso sono attualmente 6, quando dovrebbero essere 18; e la stessa sofferenza riguarda anche infermieri e operatori socio-sanitari. Coi suoi 54.221 accessi nel 2022, il pronto soccorso del San Luca è il terzo per presenze in tutta la Toscana; di questi accessi, ben 13.453 finiscono in fast track, cioè in visite specialistiche. E’ un dato che non ha eguali in nessun altro ospedale: ciò significa che molto probabilmente, se la diagnostica sul territorio funzionasse e le liste di attesa non fossero in continuo affanno come ben sappiamo, la pressione sul pronto soccorso sarebbe molto diversa. Il futuro del pronto soccorso e dell’ospedale in generale è strettamente collegato alla riorganizzazione della sanità territoriale: anche perché molto spesso, gli esodi infiniti e indecorosi in barella al pronto soccorso (fino a 28 al giorno) proseguono ore e ore, proprio perché i reparti del San Luca, ormai organizzato come struttura per acuti, non riesce ad assorbire i ricoveri richiesti. Il pronto soccorso è infatti la porta d’ingresso di ogni ospedale, ma purtroppo oggi quella porta è nei fatti sbarrata: ed è per tale ragione che si creano le file interminabili alla medicina d’urgenza. Per questo, l’unica strada che abbiamo di fronte è puntare sulle case e gli ospedali di comunità sul territorio, come molti territori della Toscana stanno facendo, e come richiede anche il decreto ministeriale 77 del 2022, e i fondi del Pnrr connessi. L’ampliamento della struttura del pronto soccorso, deciso dalla Asl, è sicuramente positivo, anche se non può certo essere l’unica strategia messa a punto, ma semmai solo l’inizio. Servono più risorse: quello che chiediamo è che il governo tolga il tetto di spesa nazionale per il personale impegnato in sanità, presente dal 2014. Tra gli altri problemi che segnaliamo invece sul pronto soccorso di Lucca: il fatto che l’Obi medico (osservazione breve intensiva) sia presidiato dai medici solo sei ore al giorno (nel resto degli ospedali toscani sono almeno 12 ore) e il fatto che uno dei quattro ambulatori della struttura sia stabilmente chiuso da quasi due anni. A tutti gli operatori sanitari, e a quelli del pronto soccorso in particolare, va tutto il nostro sostegno e la nostra gratitudine: perché, nonostante le difficoltà, continuano ad impegnarsi senza sosta per la salute di tutti noi”.