Si cosparge di benzina e minaccia di darsi fuoco per evitare lo sgombero dell’impianto. Blitz delle forze dell’ordine: Polonia ai domiciliari

8 febbraio 2024 | 09:12
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Il presidente del Real Academy Lucca aveva lanciato l’ultimatum: “Voglio qui sindaco e assessore”. Dopo un’ora di trattative, è stato bloccato, perquisito e fatto salire in manette sull’auto degli agenti

Su un tavolo ha sistemato, posizionandole in fila, quasi fossero dei trofei, tre bottiglie di plastica riempite di benzina. Accanto, tre accendini. Claudio Polonia si è allora seduto, mentre all’impianto sportivo di San Cassiano a Vico entrava un gran dispiegamento di forze dell’ordine – polizia, agenti della municipale e carabinieri coordinati da un funzionario della questura -, per lo sgombero forzato della struttura, di cui il Comune già nell’estate scorsa aveva revocato la concessione al presidente del Real Academy Lucca.

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Quando all’ingresso della sede operativa della società ha visto affacciarsi prima gli avvocati e i tecnici del Comune, poi gli agenti Polonia si è alzato in piedi. Prima con un bicchiere, poi utilizzando direttamente una delle bottiglie colme del liquido infiammabile, se ne è rovesciata parte sulle braccia e sulle mani e ha lanciato il suo ultimatum: “Entro un’ora voglio qui il sindaco Mario Pardini e l’assessore allo sport Fabio Barsanti o mi do fuoco”. Alzando in mano l’accendino perché tutti vedessero bene ha fatto capire le sue intenzioni. Erano appena le 9 di questa mattina (8 febbraio) quando i minuti all’impianto di San Cassiano a Vico sono iniziati a scorrere sempre più lentamente. Né sindaco – a Roma per impegni istituzionali -, né assessore si sono presentati.

Dopo un’ora di tensioni ed estenuanti trattative, davanti agli occhi della stessa moglie e di alcuni genitori dei ragazzi iscritti al Real Academy Lucca, le forze dell’ordine – dopo aver fatto allontanare tutti, transennato gli ingressi e apposto dei pannelli oscuranti perché fosse coperta la visuale agli occhi dei presenti, compresi i giornalisti -, sono passate all’azione. Il blitz è stato reso possibile dalla prontezza dei vigili del fuoco, arrivati sul posto con due mezzi: con la pompa antincendio, fatta arrivare fino all’ingresso del capannone, hanno approfittato del momento giusto per lanciare un getto d’acqua contro il presidente Polonia, che si era avvicinato alla porta ribadendo le sue posizioni. E’ stato così che le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nello stabile, immobilizzando Polonia. Il presidente è stato allora ammanettato. Scortato dagli agenti della municipale, ha percorso il vialetto in mezzo al campo sportivo ed è stato accompagnato all’auto della polizia municipale. Qui è stato perquisito ed è stata recuperata la chiave dell’impianto, che Polonia fino all’ultimo si era rifiutato di consegnare. Poi tra le proteste della moglie che si è messa davanti alla vettura della municipale e di alcuni genitori presenti è stato condotto al comando della polizia municipale a piazzale San Donato. Gli agenti lo hanno arrestato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, occupazione abusiva di bene pubblico e interruzione di pubblico servizio. Adesso il presidente del Real Academy Lucca si trova agli arresti domiciliari.

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La mattinata era iniziata all’insegna della massima tensione. Poco prima delle 9 sono iniziate ad arrivare le forze dell’ordine nel parcheggio proprio di fronte all’impianto di via Tognetti. Agenti delle volanti e della Digos, carabinieri e diverse pattuglie della polizia municipale. Polonia osservava tutti dal cancello esterno della struttura e già annunciava il suo intento: “Quando entrano, io mi metto seduto e mi cospargo di benzina per darmi fuoco. Vediamo cosa faranno”, confessava ai giornalisti poco prima che scattasse il blitz. Polonia, dal canto suo, ha sempre sostenuto che i lavori fatti all’impianto – proprio quelli che hanno fatto scattare la revoca da parte del Comune, convinto che siano stati eseguiti senza le autorizzazioni necessarie e in difformità rispetto alla convenzione – sono a regola d’arte e che la struttura ricevuta nel massimo degrado e abbandono, era stata riportata ben più che all’antico splendore. Tuttavia, la definizione dei ricorsi e dei controricorsi presentati da Polonia ha spianato la strada al recupero della struttura da parte del Comune. Un tentativo era già andato a vuoto con il rifiuto opposto da Polonia alla riconsegna delle chiavi. Un secondo round era sfumato, invece, a ridotto del periodo natalizio. Ma per stamani l’amministrazione aveva fissato la data del recupero forzoso. All’appuntamento delle 9 per la restituzione delle chiavi stavolta non si sono presentati solo gli agenti della polizia municipale, ma un gran numero di forze dell’ordine. Il segno, anche questo evidente, che si volesse procedere allo sgombero in via definitiva.

La moglie di Polonia: “Trattato come un criminale ma voleva solo un dialogo con il Comune”

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Così è stato. Ma quando le forze dell’ordine si sono avvicinate all’ingresso, Claudio Polonia si è ritirato nella sede operativa della società all’interno dell’impianto e ha dato il suo ultimatum: “Guardate – ha detto dopo aver minacciato di darsi fuoco – che casino state combinando per qualcosa che si sarebbe potuto risolvere con un confronto”. Lo stesso messaggio che ha lanciato la moglie di Polonia dopo che lo sgombero era stato effettuato: “Mio marito – ha detto – è stato portato via come fosse un criminale quando aveva soltanto un sogno: quello di dare a dei ragazzi la possibilità di allenarsi e giocare in una bella struttura sportiva. Da un anno cerchiamo il confronto con il Comune e anche oggi non si è presentato nessuno. Tutto questo si poteva davvero evitare”.

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In lacrime mentre il marito rilanciava le sue richieste cospargendosi a poco a poco sempre più di benzina, anche lei è stava fatta allontanare poco prima del blitz, tra le proteste non solo sui ma anche di alcuni genitori di ragazzi che fin dalle 9 si sono ritrovati all’impianto di San Cassiano a Vico, per manifestare la loro vicinanza a Polonia e al progetto della società. Dall’interno dello stabile, invece, il presidente del Real Academy Lucca continuava a respingere ogni ipotesi di trattativa. Il primo a cercare un contatto è stato un collaboratore dell’avvocato Elisa Burlamacchi, incaricato dal Comune. Il legale, rimanendo all’ingresso, ha chiesto a Polonia se era disposto a consegnare le chiavi dell’impianto. La risposta è stata categorica: “No, non le riconsegno – ha detto il presidente -: qua non ci sono mai state le chiavi, quando io ho ricevuto questo impianto dal Comune non c’erano nemmeno quelle”.

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Il successivo tentativo è stato compiuto da tecnici del Comune, poi si è messa a disposizione perfino la dottoressa del 118, arrivata sul posto in automedica insieme al personale di un’ambulanza della Croce Verde di Lucca. Nel frattempo erano già al campo i primi vigili del fuoco allertati dalla polizia, pronti ad entrare in azione con getti d’acqua e evitare problemi e feriti. Poco dopo, tutti sono stati fatti allontanare tra vive proteste di alcuni.

Dopo circa un’ora di trattative, scatta il blitz. Polonia viene portato via dall’impianto e la chiave viene recuperata.

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