Figli di prime nozze esclusi dal testamento: il giudice riconosce la ‘legittima’

La madre aveva disposto l’eredità solo per uno dei discendenti: compreso nel calcolo anche un bene alienato in vita per escluderlo dal patrimonio disponibile
Esclude i figli di prime nozze dal testamento e, mentre è in vita, effettua delle donazioni di beni a un’altra figlia. la stessa a cui ha lasciato il suo patrimonio al momento della morte.
La vicenda è arrivata in tribunale a Lucca e il giudice ha dovuto ricostruire decenni di vita familiare per giungere alla conclusione. In sostanza i due fratelli chiedevano che fosse riconosciuta loro la quota legittima dell’eredità (un sesto per ciascuno), calcolata inserendo all’interno del patrimonio totale anche il prezzo dei beni donati in vita dalla donna deceduta.
La stessa figlia di seconde nozze non ha escluso la correttezza del riconoscimento della quota cosiddetta legittima di eredità ma ha chiesto al giudice di non considerare nel totale il valore dei due immobili ricevuti in vita, per atto di compravendita o donazione.
Il giudice, letto il testamento pubblico e gli atti prodotti dalle parti, ha riconosciuto la necessità di riconoscere ai due figli la parte dell’eredità prevista dalla legge includendo nel calcolo solo uno dei due immobili oggetto del contendere: il prezzo di acquisto di uno dei manufatti, infatti, secondo il giudice non sarebbe stato effettivamente corrisposto dalla figlia, troppo giovane d’età al momento della compravendita per possedere una somma tale da acquistare un immobile.
Alle somme calcolate dal giudice sono state sottratte le passività in carico della deceduta. I sei eredi, dunque, si spartiranno la cifra rimasta in parti uguali. Ai due ‘esclusi’ in prima battuta andranno poco più di 60mila euro a testa.