Uccide a coltellate in strada la moglie e poi si consegna ai carabinieri
La vittima temeva di perdere tutto dalla separazione, il compagno, 56 anni, operatore ecologico l’ha assalita e pugnalata sul marciapiede
L’ha raggiunta con la sua Fiat Punto fuori dall’albergo dove si era trasferita ormai da alcune settimane decisa a mettere fine al loro matrimonio, poi, quando l’ha vista sotto al gazebo davanti all’ingresso dell’hotel Gorizia, è uscito dall’auto con un coltello in mano, ha attraversato la strada e l’ha pugnalata a morte sul marciapiede. Davanti agli occhi inorriditi di alcune amiche, dalle quali per paura si era fatta accompagnare, la vittima è crollata a terra, mentre il marito con le mani ancora insanguinate ha chiamato i carabinieri e ha atteso l’arrivo della prima gazzella, consegnandosi senza fare alcuna resistenza.
A terra, sul marciapiede di via Cesare Battisti – un viale alberato che conduce alla stazione ferroviaria di Fornaci di Barga -, ha esalato così l’ultimo respiro Maria Batista Ferreira, 52 anni, originaria di Recife, in Brasile. Per mano, stando all’accusa, di Vittorio Pescaglini, 56 anni, di Fabbriche di Vallico, dal quale si stava per separare. A volere la fine del matrimonio, secondo quanto appreso, era stato l’uomo, operatore ecologico, con il quale la donna aveva vissuto per qualche anno nel piccolo comune montano. E alla vigilia della firma della separazione, fissata proprio per domani (27 febbraio) ha assalito a morte la moglie, in modo brutale, lasciandola morire in strada. Alla base del gesto ci sarebbe stata l’esasperazione da parte dell’uomo nei confronti della moglie che era contraria al divorzio, perché – ritengono i carabinieri – temeva di perdere tutto.
E’ la prima ricostruzione fatta dai carabinieri del terribile femminicidio avvenuto poco prima delle 18 di oggi (26 febbraio), nel cuore del paese di Fornaci di Barga: mentre la gente faceva shopping in via della Repubblica, a pochi metri una donna veniva uccisa dal compagno. Dopo il delitto, Pescaglini è rimasto come pietrificato: immobile ha atteso la gazzella dei carabinieri che lo ha condotto nella camera di sicurezza della caserma di Castelnuovo di Garfagnana, fermato per omicidio volontario. Guardato a vista dai militari, è accusato di aver accoltellato a morte la moglie, accecato dalla gelosia perché lei voleva mettere fine alla loro relazione. L’unica cosa che sarebbe riuscito a fare prima di essere allontanato dai carabinieri è stato inviare un messaggio ad un amico. “Ho fatto una cazzata”, avrebbe scritto quando ormai era troppo tardi.
Per la vittima, infatti, non c’è stato niente da fare. I primi ad arrivare sul posto dopo la chiamata fatta al 118 attorno alle 17,45 sono stati i sanitari delle ambulanze delle Misericordie del Barghiano e di Castelnuovo di Garfagnana: per Maria, che nella vita faceva la badante per alcuni anziani a Barga, non c’era più niente da fare. Ai soccorritori si è parata davanti una scena orribile: ogni tentativo di salvare la vita alla donna è stato, purtroppo, inutile.
E prima che i carabinieri lo conducessero mentre i carabinieri conducevano il marito in caserma, alcuni testimoni sono stati sentiti dagli investigatori: alcuni hanno raccontato di aver sentito gridare ed essere accorsi in strada ma ormai era già accaduto l’irreparabile.
Sul corpo ormai senza vita di Maria Batista Ferreira un soccorritore stende subito un lenzuolo. Il suo cadavere adagiato a terra, proprio sotto un gazebo all’ingresso dell’albergo, rimane così per ore, tra un via vai di carabinieri e investigatori, che anche all’interno dell’hotel hanno continuato ad ascoltare testimoni fino all’arrivo del medico legale e del magistrato di turno, il pm Paola Rizzo. L’anatomopatologo incaricato dalla procura ha effettuato un primo esame esterno della vittima, servito al momento a confermare che i fendenti sferrati dal marito sono stati letali. Sul posto, è accorso tra i primi il maggiore Biagio Oddo, comandante della compagnia dei carabinieri di Castelnuovo di Garfagnana che ha coordinato le indagini, insieme agli uomini del Radiomobile, della locale stazione e del reparto investigativo.
Per gli inquirenti non ci sono dubbi che si sia trattato di un brutale femminicidio, armato dall’esasperazione per la fine della relazione. Stando a quanto emerso, infatti, a volere il divorzio sarebbe stato soltanto l’uomo mentre la moglie, temendo di perdere tutto, aveva chiesto alcune garanzie economiche. Una relazione, quella tra i due, piuttosto burrascosa, specie nell’ultimo periodo. Così almeno avrebbero raccontato ai carabinieri anche alcuni conoscenti della vittima.
Ormai trasferitasi in albergo, lasciata la convivenza con il marito a Fabbriche di Vallico, la donna era temeva di fronte alla prospettiva della fine del suo matrimonio. Per i carabinieri però non c’erano state aggressioni o episodi di maltrattamento, né tanto meno denunce da parte della vittima.
Resta quindi da verificare la testimonianza del proprietario di un negozio di giocattoli in paese, Stefano Castelli, che ha raccontato di aver soccorso la vittima una decina di giorni fa mentre si trovava a Fornaci di Barga: “Diceva piangendo – ha raccontato -: mi ha ancora aggredita, mi ha ancora aggredita. L’ho fatto entrare nel negozio dove sono arrivati poco dopo i carabinieri che hanno preso la denuncia della signora. Poco dopo è arrivato il marito che ha dato la sua versione, ma lei era davvero molto scossa e provata”.
Quel che al momento è certo è che pochi giorni dopo, la situazione è precipitata. Di fronte alla richieste della moglie e con la data della separazione imminente, Pescaglini non ha retto. E dopo che la donna aveva cercato un ultimo confronto con il marito, è scoppiata la violenza: Pescagliani ha imboccato il viale Battisti da via della Repubblica poi, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, ha fatto inversione ed ha parcheggiato di fronte all’Hotel Gorizia, mettendo la doppia freccia. Poi quando ha visto di fronte all’albero la moglie è sceso con il coltello, ha attraversato la strada e l’ha accoltellata. Fendenti che l’hanno attinta, facendola cadere a terra. Colpi mortali.
Disperati sono stati i tentativi di salvare la vita alla donna: tutti inutili. Era stato perfino fatto levare in volo l’elisoccorso Pegaso. Tutto vano. Nemmeno i sanitari arrivati sul posto in pochi minuti sono riusciti a fare nulla: “Era troppo tardi”, commenta uno di loro poco dopo i fatti.
Sotto choc l’intera Valle del Serchio. La sindaca di Barga, Caterina Campani, informata del fatto, non ha esitato a recarsi sul posto. Incredula, ma anche visibilmente commossa, non riesce a trattenere le lacrime: “Purtroppo un femminicidio del genere era accaduto diversi anni fa in un comune vicino – dice riferendosi alla drammatica morte di Vanessa Simonini, la ventenne strangolata da un amico nella notte del 7 dicembre del 2009 -. Ritrovarsi in una situazione come questa è veramente sconvolgente e lascia tanta amarezza. Si cerca di fare tanto sui temi della violenza sulle donne ma questo, purtroppo, non basta”.