Il killer confessa: “Ho ucciso io mia moglie ma sono pentito”. Convalidato il fermo

Pescaglini piange davanti al gip: “Non volevo farlo”. Le aveva chiesto di vedersi per darle tremila euro, poi ha estratto il pugnale e l’ha colpita. La procura contesta anche la premeditazione. All’amica aveva mandato un messaggio vocale: “Le ho dato due coltellate”
“Sono stato io a uccidere Maria, ma non volevo farlo e sono pentito”. Sono parole che Vittorio Pescaglini ha ripetuto oggi pomeriggio (27 febbraio) al gip Simone Silvestri durante l’interrogatorio di garanzia in carcere per l’omicidio della moglie, Maria Batista Ferreira, la donna di 51 anni, accoltellata a morte ieri pomeriggio di fronte all’hotel Gorizia di Fornaci di Barga, dove alloggiava da qualche tempo.
Pescaglini, 56 anni, operatore ecologico di Fabbriche di Vallico, ha confessato di aver pugnalato la moglie con un coltello preso da casa, prima di arrivare all’incontro chiesto dalla donna. Gli eventi, secondo quanto ha sostenuto Pescaglini, sarebbero precipitati nella mattinata di ieri, quando Maria ha fatto sapere al coniuge che non avrebbe apposto la sua firma sulla separazione, che era in programma proprio oggi al Comune di Fabbriche di Vergemoli. L’uomo allora ha chiesto un incontro alla moglie, assicurandole che le avrebbe dato quello che chiedeva: tremila euro. Invece, quando si è presentato all’incontro ha estratto il coltello e l’ha pugnalata a morte.
Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il fermo nei confronti del 56enne, che al momento resta in carcere. Il sostituto procuratore Paola Rizzo accusa Pescaglini, difeso dall’avvocato Mara Nicodemo, di omicidio volontario, contestando all’uomo anche la premeditazione. Sul movente carabinieri e procura non hanno dubbi: Pescaglini, che voleva fortemente chiudere quel capitolo della sua vita, firmando la separazione, non ci avrebbe visto più quando la moglie l’ha informato che non avrebbe acconsentito. Così ha raccontato al gip, come aveva già fatto nella notte davanti al pm e ai carabinieri che lo avevano appena fermato.
Di fronte al giudice è scoppiato a piangere, dichiarandosi pentito di quello che aveva fatto. Ma quando è stato incalzato a spiegare come aveva ucciso la donna, Pescaglini non ha saputo dare una risposta esaustiva. Ha detto di essere arrivato di fronte all’albergo, di aver visto la moglie e non aver più risposto di sé. Per l’accusa, qualche ora prima – attorno all’ora di pranzo – Pescaglini si era recato nella sua abitazione di Fabbriche di Vallico: aveva esposto alcuni sacchi dell’immondizia, poi – secondo una prima ricostruzione dei carabinieri – aveva portato i suoi due cani ad un amico. All’uomo avrebbe detto che sarebbe stato via per un lungo periodo, ma sulle prime il conoscente non avrebbe compreso le sue reali intenzioni. Rientrato in casa, avrebbe preso il coltello con il quale di lì a poco avrebbe ucciso la moglie, e l’avrebbe riposto nell’auto. Poco prima delle 18, dopo essere salito sulla sua Fiat Punto, ha raggiunto via Cesare Battisti dove gli era stato dato appuntamento dalla moglie. Qui, sceso dall’auto impugnando il coltello, ha infierito. “Due coltellate, le ho dato due coltellate”, avrebbe subito dopo detto in un messaggio vocale inviato ad una amica che vive nel suo stesso paese.
Un messaggio che la donna, spaventata, è accorsa a far ascoltare anche al sindaco Michele Giannini che ha avvisato subito i carabinieri. Era purtroppo troppo tardi: “Ho immediatamente chiamato sia Maria che Vittorio – ha raccontato il primo cittadino di Fabbriche di Vergemoli -: nessuno dei due ha risposto. Mi è venuto in mente allora di contattare l’albergo Gorizia dove sapevo che la donna aveva preso alloggio da qualche tempo: è stato allora che ho saputo che il dramma purtroppo si era già consumato”.
Fin dalle prime battute d’indagine, i carabinieri avevano ipotizzato che il delitto fosse stato premeditato. E avrebbero ascoltato non solo la compaesana a cui l’uomo avrebbe inviato il vocale ma anche l’amico a cui Pescaglini avrebbe affidato i suoi due cani. Tutte circostanze, che avrebbero indotto la procura a contestare all’omicida anche il fatto di essersi presentato all’ultimo incontro con la moglie con l’intenzione di uccidere.