Femminicidio, Fornaci di Barga si ferma per Maria Batista Ferreira: tremila in corteo per la donna uccisa dal marito foto video

Appuntamento silenzioso e commosso per le vie del paese: un minuto di silenzio sul luogo dell'aggressione mortale e un applauso per la vittime. La sindaca Campani: "Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte". E il ponte di Fabbriche di Vallico si illumina di rosso per la 51enne accoltellata a morte

“Maria, Maria”. E’ stato soltanto il nome della donna barbaramente uccisa dal marito a rompere un silenzio quasi surreale, calato stasera (28 febbraio) su Fornaci di Barga. Un silenzio che faceva da assoluto contrasto ad una folla di persone, invece straordinaria, che è voluta scendere in piazza, colpita dal femminicidio che lunedì pomeriggio (26 febbraio) ha sconvolto l’intera comunità. Il nome di Maria Batista Ferreira ha rotto più e più volte quel clima di angoscia e dolore scolpito sui volti di ognuno ma che stasera, a partire dalle 19,30, si è tramutato in un grido collettivo: “Ogni passo è per te, Maria”, il coro intonato più volte al corteo promosso dall’amministrazione comunale e da varie associazioni e centri di violenza nel ricordo della badante 51enne, accoltellata dal marito davanti all’hotel Gorizia.

Corteo a Fornaci Maria Batista Ferreira

Un corteo silenzioso con almeno tremila persone a sfilare per le vie di Fornaci di Barga. E un ricordo commosso di Maria Batista Ferreira, la donna uccisa in strada due sere fa dal marito, Vittorio Pescaglini, dal quale era in fase di separazione, che è stato anche una denuncia. Un modo per dire basta ai femminicidi, alle violenze di genere e ad ogni forma di prevaricazione.

Il corteo guidato dallo striscione del Centro Antiviolenza Non ti scordar di te e seguito dai rappresentanti istituzionali, sindaci e consiglieri a partire da Caterina Campani, prima cittadina di Barga che la sera del delitto si era commossa profondamento sul luogo dell’accoltellamento: “Abbiamo voluto che questo fosse un corteo silenzioso, quasi senza parole, in segno di rispetto ma anche di affermazione netta in ricordo di Maria e di tutte le vittime dei femminicidi. Noi tutti abbiamo il dovere di fare la nostra parte – ha detto la sindaca Campani – ed è straordinario vedere la grande partecipazione che c’è stata questa sera”. E in effetti Fornaci di Barga vede davvero raramente folle come quella di stasera sfilare per il cuore del paese, tutti con il pensiero alla donna uccisa dal marito.

Il corteo scandito solo dal nome di Maria, ma nel complesso silenzioso e rispettoso del dramma, si è sviluppato come un fiume da piazza IV Novembre, fino all’hotel Gorizia, il luogo dell’aggressione mortale, dove ha sostato due volte per un minuto di silenzio. Qui si è fermato lo striscione che ha guidato la testa del corteo, seguito dalla sindaca Campani, insieme ad almeno altre 20 fasce tricolori, rappresentanti delle amministrazioni comunali locali e non solo. Tra loro c’era anche il sindaco di Fabbriche di Vergemoli, Michele Giannini, che conosceva molto bene sia la vittima che il marito, entrambi per lunghi anni residenti a Fabbriche di Vallico. Con il volto provato, ha partecipato al corteo per manifestare anche così il proprio dolore per la fine di Maria. Per iniziativa del Comune, il ponte di Fabbriche di Vallico è stato illuminato di rosso nel nome della vittima del femminicidio e così resterà per una settimana su volontà del sindaco Giannini.

Insieme a lui c’erano anche il sindaco di Borgo a Mozzano, Patrizio Andreuccetti e David Saisi, primo cittadino di Gallicano, un comune dove è ancora vivo il ricordo di Vanessa Simonini, strangolata a 20 anni dall’amico che aveva respinto. Tutti hanno voluto partecipare per far capire che le istituzioni ci sono e muovono i passi con i cittadini, e soprattutto con le donne.

Quando il corteo è arrivato in via Cesare Battisti la commozione ha raggiunto il suo apice. I sindaci si sono fermati di fronte al luogo dove Maria è stata pugnalata a morte dal marito: sul marciapiede dove si è accasciata dietro le coltellate del marito mazzi di fiori, candele accese e messaggi lasciati da associazioni e semplici cittadini. La sindaca Campani, allora, ha fatto un passo in avanti: il capo abbassato verso il selciato dove solo due giorni fa era adagiato il corpo ormai senza vita di Maria.

E’ stata la prima tappa di una vera e propria via Crucis del dolore ma anche della rabbia e dello sgomento per un’altra donna uccisa da un uomo. Il corteo ha ripreso a sfilare verso la stazione ferroviaria, facendo il giro del piazzale. Dallo straordinario numero di persone, è stato necessario far sfilare oltre il corteggio prima di riprendere il cammino in direzione dell’hotel Gorizia. Qui c’è stato un nuovo omaggio alla vittima, seguito da uno scrosciante applauso della folla.

Poi, il corteo è tornato in via della Repubblica ritrovandosi in una piazza IV Novembre stracolma di persone. All’iniziativa hanno preso parte i rappresentanti di autorità, istituzioni e associazioni dell’intera Valle del Serchio, a cominciare dai Comuni che hanno portato i loro labari. Ma c’erano anche tante realtà attive sul territorio sul fronte della prevenzione della violenza di genere, tra cui Non una di meno: “Maria – è stato detto al termine del corteo – aveva denunciato il suo assassino ma il suo grido di allarme, il suo appello è rimasto inascoltato. Maria muore perché è una donna”.

Non hanno voluto far mancare la loro presenza anche i giovanissimi. Fra gli altri era presente anche una rappresentanza di studenti dell’Isi di Barga che hanno preso parte al corteo portando uno striscione contro la violenza di genere e in memoria della 51enne brutalmente uccisa in pieno giorno in paese. 

Una mobilitazione che ha confermato quanto la comunità sia rimasta colpita dal terribile omicidio. Un femminicidio brutale, che ha portato tantissimi a partecipare. Famiglie intere, tantissimi giovani e anche il parroco di Fornaci, don Giovanni, si sono recati all’iniziativa Insieme per Maria per fare con la loro presenza la propria parte.

In corteo c’erano anche alcuni amici di Maria e alcuni che, loro malgrado, hanno assistito al delitto senza riuscire a fermare l’aggressore. Ma la maggior parte del corteo era composto da persone che non conoscevano la vittima ma che con la loro presenza hanno voluto partecipare al lutto collettivo.

 

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