Condannato per rapina aggravata, ma la pena è stata calcolata male: serve una nuova sentenza d’appello

La Cassazione ha dato ragione al ricorso di un 48enne di Viareggio sulla applicazione delle aggravanti
Condannato per rapina aggravata, ma secondo la Cassazione il calcolo delle aggravanti non è stato effettuato in maniera corretta.
Ecco perché il fatto tornerà ad altra sezione della Corte d’Appello di Firenze per rideterminare il trattamento sanzionatorio. L’uomo, un 48enne di Viareggio, era stato condannato nel 2018 con rito abbreviato davanti al Gup per rapina aggravata dall’uso delle armi, quindi, dopo il rinvio in Appello della decisione per l’annullamento disposto per motivi processuali dalla Corte di Cassazione, era stato condannato a cinque anni e dieci mesi di reclusione e 1500 euro di multa.
La Corte di Cassazione, in questo caso, ha accolto le ragioni del ricorrente, che, tramite il suo avvocato Rita Romani, contestava “l’omessa motivazione circa l’aumento per l’aggravante ad effetto speciale di cui all’articolo 628, comma 3 del codice penale”. Il difensore ha lamentato, ottenendo ragione, che la Corte d’Appello “ha integralmente confermato la decisione di primo grado senza rilevare che il primo giudice aveva erroneamente determinato la pena in violazione dell’articolo 63, comma 4 del codice penale ritenendo la recidiva reiterata di cui al comma 4 dell’articolo 99 del codice penale, circostanza più grave rispetto a quella prevista dall’articolo 628, comma 3 numero 1, e senza operare alcun aumento per detta ultima aggravante”.
Per motivi tecnico giuridici, quindi, servirà una nuova sentenza di Corte d’Appello, dunque, in altra sezione, limitatamente solo al trattamento sanzionatorio da applicare all’imputato.