Chiede i danni per l’incidente stradale, ma la colpa è sua: pagherà oltre 45mila euro di spese fra legali e perizie

7 aprile 2024 | 10:24
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Chiede i danni per l’incidente stradale, ma la colpa è sua: pagherà oltre 45mila euro di spese fra legali e perizie

Secondo la sentenza del giudice civile a causare lo scontro contro un’auto che svoltava è stata l’eccessiva velocità tenuta dal conducente della moto

Rimane vittima di un incidente mentre sorpassa un’auto con la sua moto di grande cilindrata e chiede i danni patrimoniali e non patrimoniali per l’episodio. Anche la madre del conducente della moto ha chiesto al giudice civile il risarcimento dei danni non patrimoniali per la sofferenza patita.

Secondo le ricostruzioni del conducente della moto l’incidente sarebbe stata causato da una svolta a sinistra, senza azionare la freccia, della condudente della Ford Fiesta, che si apprestava a entrare in una strada vicinale. Dopo la caduta l’uomo ha avuto diverse fratture e la moto è rimasta distrutta.

Di qui la causa ha vissuto due vicende parallele, penali e civili. La giudice Michela Boi ha deciso lo scorso 22 marzo della questione dopo aver ascoltato i testimoni e dopo aver fatto ricorso di una perizia tecnica.

Le testimonianze, in assenza di una verbalizzazione sul posto da parte degli agenti della polizia municipale, sono risultate ampiamente contraddittorie se non inutilizzabili. Uno dei principali testimoni, in particolare, era deceduto nall’attesa del giudizio e il verbale del processo penale, importato nel processo civile, non ha fugato i dubbi sull’attendibilità delle dichiarazioni.

La decisione, quindi, si è basata in particolare sulla perizia tecnica, che ha dimostrato come il conducente della moto avesse superato, e di molto, i limiti di velocità imposti nel tratto di strada, rendendo così impossibile alla conducente della Fiesta (che in auto aveva anche le due figlie, entrambe poi portate in ospedale con la donna), ogni manovra tendente ad evitare l’impatto. Freccia o no, insomma, sarebbe stata la velocità della moto a determinare il sinistro, escludendo quindi altre responsabilità e la conseguente richiesta danni.

La domanda, quindi, è stata respinta e il conducente della moto e la madre sono stati condannati a rifondere le spese sostenute dalle controparti per quasi 45mila euro, le spese tecniche e le spese di perizia.