Operaio stritolato fra le bobine di rame, a Fornaci è il giorno della rabbia: “L’azienda verifichi lo stato degli impianti”

16 maggio 2024 | 11:37
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Stabilimento deserto per le 24 ore di sciopero proclamate da Fim, Fiom e Uilm. Partita la gara di solidarietà per supportare nei modi possibili la famiglia della vittima

A Fornaci di Barga dopo il dramma è il momento della rabbia e del cordoglio.

Non si ferma l’eco dell’incidente sul lavoro che ieri sera (15 maggio) intorno alle 19 ha strappato alla vita e ai suoi cari Nicola Corti, operaio 50 enne fra i più esperti nell’azienda metalmeccanica, morto stritolato dalle bobine di rame del laminatoio dove lavorava.

C’è incredulità e sdegno fra i colleghi di lavoro e in azienda per quanto accaduto. Incredulità perché, appunto, Nicola era uno dei lavoratori più esperti e non si capisce come sia potuto succedere un evento del genere che lo ha visto come vittima sul lavoro. Sdegno perché è purtoppo un episodio che allunga ancora la lista di morti sul lavoro in Italia e nella nostra provincia, a discapito dei proclami e degli impegni istituzionali che si susseguiranno anche nelle prossime ore, per poi rimanere, almeno questo è accaduto fin qui, lettera morta.

Sull’onda della rabbia, in attesa di sapere cosa è veramente successo, i lavoratori dell’azienda hanno fermato subito la produzione e proclamato 24 ore di sciopero. Due ore di sciopero sono state proclamate in tutti gli stabilimenti nazionali del gruppo Kme per la giornata di oggi e a livello provinciale.

Oggi gli stabilimenti Kme sono quindi rimasti deserti. “Come lavoratori e organizzazioni sindacali – dicono Fim, Fiom e Uilm – ad oggi possiamo solo condannare l’ennesima morte di lavoro e mostrare il nostro cordoglio e la solidarietà fattiva ai familiari. Al contempo chiediamo all’azienda una costante verifica dello stato degli impianti ed un intervento contestuale immediato ove si evidenziassero nuove criticità. La solidarietà interna dei lavoratori Kme-Em Moulds è già stata attivata per supportare nei modi possibili la famiglia di Nicola”.

La dinamica dell’incidente è ora in mano all’ufficio prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro che ieri si è recato, assieme ai carabinieri, nello stabilimento di Fornaci di Barga per raccogliere tutte le informazioni necessarie. Saranno i tecnici a fornire tutti gli elementi necessari agli inquirenti, nello specifico alla pm di turno nella giornata di ieri, Laura Guidotti. al momento gli atti della indagini condotte dai tecnici della medicina del lavoro della Als non sono ancora arrivati al sostituto procuratore.  Nel frattempo è stata sequestrata tutta la lineaproduttivae  nei prossimi giorni la procura dovrebbe affidare l’autopsia sul corpo di Nicola Corti, al momento a disposizione dell’autorità giudiziaria all’obitorio di Campo di Marte. Le indagini comunque si stanno svolgendo in tutte la direzioni senza scludere nessuna ipotesi a comincaire dalla verifica su i sistemi di sicurezza della linea produttiva alla ricerca di possibili testimonianze anche se per ora sembra che la vittima al momento dei fatti fosse sola in quel reparto della fabbrica siderurgica.

Gli operatori della Prevenzione, igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro – insieme ai carabinieri – sono stati nello stabilimento tutta la notte e hanno svolto tutti gli accertamenti del caso, raccogliendo anche le testimonianze. Presente inoltre una squadra di vigili del fuoco. La dinamica è, ovviamente, ancora in fase di approfondimento anche perché al momento dell’incidente non era presente nessun altro in quei locali.

Secondo le prime, e del tutto sommarie ipotesi, non sarebbero entrati in funzione i dispositivi che bloccano il nastro che trasporta il materiale da e verso il forno di ricottura, nella fase della laminazione e impediscono al macchinario di lavorare in presenza di una ‘anomalia’.

Nel frattempo è forte il dolore in città, a partire da quello della sindaca Caterina Campani, che conosceva personalmente la vittima: “Sono entrata tante di quelle volte dentro lo stabilimento – ha detto a margine – ma mai avrei pensato di varcare l’ingresso con una immensa tristezza nel cuore. Un abbraccio alla famiglia ed ai compagni di lavoro. Un pensiero per te Nicola”. È stata proprio lei a dare la tragica notizia alla madre di Nicola, l’anziana Antonia, per anni ostetica all’ospedale San Francesco di Barga, dove lavorava anche il padre Dario, morto nel 2020. Erano già state avvertite la ex moglie e la figlia 16enne, disperate dopo che hanno ricevuto la conferma che il morto nell’incidente sul lavoro era proprio il loro parente.

All’indomani del fatto interviene anche l’assessore regionale Stefano Baccelli che esprime “dolore e profondo sgomento per l’ennesima tragica morte sul lavoro”. 
“Nessuna parola può veramente esprimere il dolore e la sofferenza che i familiari, gli amici e i colleghi di Nicola Corti stanno vivendo in questo momento – dichiara Baccelli. – La nostra comunità si stringa in un abbraccio collettivo attorno alla famiglia dell’operaio scomparso, condividendo il cordoglio per una perdita che non doveva accadere e l’impegno a sostenere ogni misura utile ad assicurare più sicurezza per tutte le lavoratrici e i lavoratori”.

“I numeri continuano a salire, inesorabilmente e quotidianamente. Uno stillicidio inaccettabile – aggiunge il presidente del consiglio regionale e candidato alle europee per il Pd, Antonio Mazzeo – Il mio pensiero va alle famiglie di queste donne e uomini che perdono la vita lavorando. Penso a loro, penso agli amici, ai colleghi sconvolti da questi drammi. L’ultimo in ordine di tempo è quello di Nicola Corti che a 50 anni se ne va lasciando una figlia di 16 anni orfana del padre. Lo ripeto ancora: occorre uno sforzo comune da parte delle istituzioni, delle associazioni di categoria, delle aziende, dei sindacati dei lavoratori per riuscire ad alzare il livello di attenzione e sicurezza. Occorre una ancora più seria riflessione puntando su formazione, su prevenzione e controllo. Partiamo dalle scuole, fino alle università e ai corsi di specializzazione. L’ho detto più volte, non mi stancherò di ripeterlo: la sicurezza sul lavoro deve essere un’ossessione”.

“Nell’attesa che le autorità competenti facciano piena luce sulle cause e le circostanze di questo tragico incidente – prosegue – il mio pensiero commosso va a quanti gli volevano bene. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà alla famiglia colpita da questa terribile perdita. È intollerabile – conclude l’assessore Baccelli – che il lavoro, fonte di dignità e sostentamento, possa costare la vita”.

“Il tragico incidente mortale sul lavoro accaduto a Barga – dicono dalla segreteria della Federazione Lucca-Versilia del Pci – l’ennesimo nel panorama nazionale, pone la politica, le ostituzioni, la società civile di fronte a responsabilità che non possono essere più eluse. Da qui la necessità che la politica, le istituzioni, la società civile ne assumano il peso. La reazione non può esaurirsi con il dolore che naturalmente ancora una volta (di troppo) ci travolge. Il lavoro, la sua dignità, la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, la sicurezza nei luoghi di lavoro devono tornare ad essere questioni centrali del dibattito politico, della discussione tra le persone, nei luoghi di lavoro, nelle scuole. La domanda da porci è solo una: òla morte di un lavoratore o di una lavoratrice è un fatto eccezionalmente grave e quindi inaccettabile o no? Se la risposta è si, allora è necessario che ognuno si senta impegnato, ogni giorno, per ri-creare le condizioni affinché il lavoro sia strumento per vivere e non, al contrario, qualcosa di cui morire. Alla famiglia, ai compagni e alle compagne di lavoro dell’operaio della Kme tragicamente scomparso va la nostra vicinanza umana e politica”.