Assolto dal reato di immigrazione clandestina, la procura fa ricorso e la Cassazione gli dà ragione

La vicenda riguardante un 40enne maghrebino ritornerà davanti a un diverso giudice di pace
Tornerà al giudice di pace di Lucca la questione che riguarda l’accusa del reato di immigrazione clandestina di un 40enne, assolto in primo grado. A presentare ricorso in Cassazione è stato il procuratore della repubblica presso il tribunale di Lucca, non convinto dalle motivazioni del giudice di prime cure.
Secondo il giudice di pace di Lucca, infatti, a giustificare il reato non sarebbero bastati il decreto di espulsione del prefetto di Lucca e l’ordine di allontanamento del questore notificagto nel febbraio 2022. Inoltre, sempre secondo il giudice, il pm non aveva depositato la lista testi per dimostrare che fossero stati effettuatli gli accertamenti del fatto per cui si procede.
Il procuratore della Repubblica ha censurato la decisione innanzitutto per contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione in ordine alla mancanza di prova.
Secondo la Cassazione è sufficiente il primo motivo di ricorso. Secondo giurisprudenza consolidata, infatti, “il potere del giudice di disporre (anche) d’ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova… può essere esercitato anche con riferimento a quelle prove che le parti avrebberro dovuto richiedere e non hanno richiesto, e anche nel caso in cui non vi sia stata in precedenza alcuna acquisizione delle prove”. Per la Cassazione, insomma, ricorrevano i presupposti di esercizio del potere istruttorio di ufficio da parte del giudice di pace.
La Corte ha quindi disposto l’annullamento della sentenza impugnata con rinvio al giudice di pace di Lucca, in diversa persona fisica, in vista di un nuovo giudizio.