Ambulanza per trasporto e soccorso agli animali, il monito del presidente dell’ordine: “Deve esserci un veterinario a bordo”

Giurlani nutre dubbi sul servizio: "Attualmente c'è gran caos. E serve un'adeguata formazione anche per il personale di primo soccorso"

Ambulanze veterinarie: sono sempre più i servizi messi a disposizione per gli animali d’affezione. Ultimamente si sente parlare spesso di ambulanze veterinarie e del loro intervento in casi di emergenza. Per capire cosa sono e che servizi offrono, abbiamo chiesto a Stefano Giurlani, presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Lucca, che però sul servizio messo in campo nutre molti dubbi.

stefano giurlani presidente ordine veterinari

“L’ambulanza veterinaria è un tipo di trasporto per animali molto particolare, tanto è vero che è normato dal ministero dei trasporti e non dal ministero della salute – precisa -. L’ambulanza veterinaria può effettuare due tipi di trasporto, uno per animali in stato di necessità e un altro come primo soccorso per animali. Ritengo opportuno ricordare a tutta la popolazione che, perché il primo soccorso di un’ambulanza veterinaria possa essere svolto è obbligatoria la presenza di un veterinario a bordo e di un collegamento con una struttura veterinaria”.

La cosa è più volte ribadita anche nelle linee guida: “Le autoambulanze adibite al soccorso, in conformità alla normativa vigente, devono essere collegate a una struttura veterinaria e necessitano della presenza di un medico veterinario”. Per svolgere il pronto soccorso animale è obbligatoria la presenza di un medico veterinario.

“Questo è molto importante per evitare dei fraintendimenti da parte delle persone che chiamano l’ambulanza veterinaria, che pensano che a bordo ci sia un veterinario che presta le prime cure al loro animale d’affezione – aggiunge Stefano Giurlani -. Non è detto, non è scontato, anzi, è più probabile di no, perché nessuno dei nostri iscritti ha fatto accordi con l’ambulanza veterinaria. In questo caso specifico mi riferisco al servizio inaugurato circa un mese fa in un Comune della provincia di Lucca. Nessuno ci ha detto che ha preso accordi con questa associazione, quindi rimaniamo dubbiosi, oltre al fatto che non siamo stati contattati preventivamente, ma solo a seguito di una nostra sollecitazione di chiarimenti a questa associazione”.

Oltre al medico veterinario sull’ambulanza per animali posso prestare servizio solo coloro che hanno ricevuto un’adeguata formazione, come riportato sulle linee guida: “Il personale non veterinario presente sulle autoambulanze, sia adibite esclusivamente al trasporto che adibite al soccorso, deve ricevere un’adeguata formazione in merito alle misure di sicurezza e alla tutela degli animali nonché alle corrette modalità operative per svolgere la propria attività. Le Regioni e Province autonome e le Aziende Sanitarie Locali, anche i collaborazione con gli Ordini Professionali e le Organizzazioni di categoria, promuovono percorsi formativi per gli operatori”.
Oggi però, sono molte le associazioni (anche online) che promuovono corsi di primo soccorso per gli animali e secondo il dottor Giurlani, bisogna fare molta attenzione.

“Anche questa è un’usanza che sta venendo fuori negli ultimi tempi – precisa il presidente dell’Ordine dei veterinari -. Sono dei corsi fatti da associazioni non riconosciute, o quantomeno con un riconoscimento non da enti nazionali, che organizzano questi incontri di formazione, con il rilascio addirittura di un brevetto. Ora, il problema che si pone è che fare pronto soccorso su animali è una cosa fra le più difficili della medicina veterinaria. Quindi risulta altrettanto difficile comprendere come a fronte di un corso che dura quattro ore, con una video lezione di un veterinario, come si possa essere in grado di disostruire, ad esempio, le prime vie respiratorie di un animale”.
“Ci vuole una conoscenza dell’anatomia, della fisiologia dell’animale, a tutela dell’animale stesso, ma anche a tutela della persona che fa questo tipo di prestazione – prosegue Giurlani -. Per esempio, disostruire le prime vie respiratorie di un cane tipo amstaff o di un pastore tedesco, per di più in stato di sofferenza e forte stress, è molto pericoloso. Quindi la cosa ci risulta veramente preoccupante”.

Quali sono i rischi a cui si può incorrere?

“Il rischio per l’incolumità fisica di chi svolge questo tipo di attività, perché non essendo un professionista sanitario non è in grado e non ha la possibilità di sedare con farmaci l’animale – spiega Giurlani -. Non si riesce a capire come si possa pensare di andare intorno ad un animale sotto stress, un animale magari di grossa taglia. Poi, se queste persone che si ritengono, a fronte di questo brevetto, in grado di effettuare un primo soccorso sull’animale e lo effettuano su animali non di proprietà, ma di terzi, possono anche rischiare di incorrere nel reato penale di abuso della professione”.
“Sia ben chiaro – conclude -, noi non siamo assolutamente contrari a questo tipo di iniziative, perché la tutela dell’animale è alla base del nostro lavoro. Però ci sono dei binari di legalità, di rispetto, di correttezza e soprattutto di trasparenza che secondo noi devono essere messi in primo piano”.

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